Dal Canaro assassino ai truffatori sfigati e gli alieni del Nevada
Dogman (2018) di Matteo Garrone. Resiste ancora nelle sale (segno d’un buon riscontro al box-office) il cupo e disturbante “Dogman” dell’eclettico romano Matteo Garrone, uno dei pochi registi, ma anche sceneggiatore e produttore, che invece di adattarsi ai facili e corrivi territori della commedia (pur non rifiutandola in toto) ha imposto la propria singolare personalità con opere tra loro lontanissime, che vanno dall’attenzione al tema dell’emigrazione a quello delle fiabe, fino ad inquietanti storie marginali trattate tutte con rigore formale ed una certa propensione all’horror. Tutti questi elementi ricompaiono nell’ultimo “Dogman”, racconto molto liberamente ispirato all’efferato delitto del cosiddetto Canaro della Magliana, dove perdita di umanità, violenza quotidiana, squallore metropolitano e desolazione esistenziale fanno da sottofondo alla legge del contrappasso applicata da un uomo mite e tremebondo su un brutale prevaricatore di cui è vittima. Più che al fatto di cronaca (da cui si discosta notevolmente) Garrone sembra voler concentrare l’attenzione sull’improvviso scatto d’ira e d’orgoglio ferito “di un uomo che - ha dichiarato lo stesso regista - nel tentativo di riscattarsi dopo una vita di umiliazioni, si illude di aver liberato non solo se stesso, ma anche il proprio quartiere e forse persino il mondo. Che invece rimane sempre uguale, e quasi indifferente". Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes e Premio a Marcello Fonte, come Miglior attore protagonista. Un film che è l’esatto contrario della pandemia di commedie che ogni anno intasa gli schermi dei cinema italiani.
La truffa dei Logan (2017) di Steven Soderbergh. E ancora di riscatto contro l’accanirsi della sfortuna contro due sfigati fratelli ed una sorella parla l’ultimo film di Soderbergh, regista USA di Atlanta (già vincitore ne 1989 della Palma d’Oro a Cannes per “Sesso, bugie e videotape”, divenuto un vero e proprio cult) che, al fine di mantenere il totale controllo sul film, è riuscito a piazzare prevendite per 30 milioni di dollari e ad assicurarsi anche un cast d’attori di tutto rilievo (evidentemente pagati un decimo rispetto ai normali cachet). Spumeggiante, percorso da una proficua vena ironica “La truffa dei Logan” (subito accostato ad “Ocean’s Eleven”, altro successo del prolifico ed eclettico regista), spettacolo scansonato e divertente, finisce per trasferire la simpatia degli spettatori proprio sullo squinternato terzetto. Sorprendente la trovata finale. Soderbergh ne ha anche curato fotografia e montaggio. Interpreti: Channing Tatum, Adam Driver, Riley Keough, Katie Holmes, Hilary Swank. Daniel Craig, Sebastian Stan, Katherine Waterston, Seth MacFarlane, David Denman, Jim O'Heir, Macon Blair.
Tito e gli alieni (2018) di Paola Randi. Un’altra vita è sempre possibile, ma perché ciò accada è necessario che un avvenimento improvviso venga a sconvolgere la precedente. Lo sperimenta un scienziato italiano, affranto dalla morte dell’amatissima moglie e relegato nel deserto del Nevada, impegnato in perfetta solitudine in un progetto segreto: la ricerca di segnali lanciati da persone estinte provenienti dallo spazio. E’ accaduto una sola volta, sei anni prima, ed ora lo scienziato (che trascorre le giornate oziando, stravaccato su un vecchi divano) rischia d’essere brutalmente esonerato dall’incarico. A risollevarlo dall’abulia nella quale è scivolato arriveranno due nipoti da Napoli, figli del fratello appena deceduto, che ne sconvolgeranno la vita apparentemente segnata. Una “commedia spaziale” che strizza l’occhio al potente gigante americano, si parla spesso in inglese (fortunatamente sottotitolato) dall’incerta partenza e dall’incedere affaticato, salvata alla fine da una chiusa “miracolosa” ed emozionante che restituisce alla favola il ruolo salvifico d’un’esistenza destinata ad un dolore inestinguibile (a causa dell’assenza delle persone amate) e alla realtà la possibilità di vivere la favola. Coprodotto da Rai Cinema e presentato al 35° Torino Film Fest. Interpreti: Valerio Mastandrea, Clémence Poésy, Luca Esposito (II), Chiara Stella Riccio, Miguel Herrera, John Keogh, Gianfelice Imparato
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