Da Milano a Toronto, così i boss controllano l'economia

Società | 9 agosto 2017
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Le mafie non arrestano l’espansione dei propri confini, confermando il proprio interesse verso traffici illeciti di ampio respiro in numerosi paesi europei ed extraeuropei. Sebbene la strategia di espansione sia unitaria, nel dettaglio sono diversi gli interessi e le attività illecite concretamente messe in pratica dalle varie organizzazioni criminali italiane, seppur con la netta prevalenza di traffico degli stupefacenti e riciclaggio di denaro. È quanto emerge dalla relazione semestrale della Dia (Direzione investigativa antimafia), inviata al Parlamento e relativa alle indagini svolte nel secondo semestre del 2016.


Cosa Nostra - La strategia d'azione adottata dalla mafia siciliana oltre confine appare proiettata verso traffici illeciti di ampio respiro, in primis il traffico di sostanze stupefacenti, e verso una vasta gamma di settori economici funzionali al reimpiego e al riciclaggio di denaro. A differenza della più silente opera di condizionamento registrata sul piano nazionale, l'organizzazione sembrerebbe maggiormente predisposta all'esecuzione di azioni violente. Prova ne sono gli omicidi avvenuti negli ultimi mesi in Belgio e Canada a danno di esponenti della cosca agrigentina. Cosca che risulta molto attiva in Germania e Canada, al contrario del clan catanese dei Santapaola-Ercolano, che opera soprattutto a Malta.

Si conferma poi la storica relazione con le cosche statunitensi. Cosa nostra statunitense risulta strutturata in maniera verticistica e ramificata innanzitutto nelle città di Philadelphia, Detroit, Chicago, New York e nelle regioni del New Jersey e del New England. Una commissione coordinerebbe l'operato delle diverse famiglie mafiose, attraverso la composizione dei contrasti interni e l'individuazione delle strategie criminali di interesse generale. Quest'ultime continuerebbero a rivolgersi verso il narcotraffico, le estorsioni, le frodi commerciali, la corruzione e l'infiltrazione nei più svariati settori dell'imprenditoria e della finanza, dove l'organizzazione si distingue per l'elevata capacità di inserirsi all'interno degli assetti societari.

Una conferma, in tal senso, viene da una vasta operazione conclusa nel mese di agosto dall'F.B.I., che ha portato all'arresto di oltre 40 soggetti ritenuti affiliati a storiche famiglie di cosa nostra statunitense. Nel corso delle indagini, le Autorità federali hanno accertato, oltre alle attività estorsive connesse anche a prestiti ad usura, i forti interessi della rete criminale nel traffico di armi, nel contrabbando di sigarette, nel gioco d'azzardo e nelle frodi alle assicurazioni.

 

Ndrangheta – La cosca calabrese è quella che maggiormente tende a riprodurre anche all'estero le strutture criminali analoghe a quelle delle zone di origine, interpretando i territori esteri come aree da colonizzare innanzitutto sotto il profilo economico o come basi logistiche strumentali ai grandi traffici di stupefacenti. La "rotta atlantica" si conferma infatti il principale canale utilizzato dalla 'ndrangheta per l'importazione di cocaina che dai Paesi del Sud America viene sovente fatta triangolare nei porti dell'America centrale (Panama) - o del nord Africa, per poi arrivare in Europa mimetizzata tra la merce stipata nei container. In particolare, il porto di Gioia Tauro si conferma la principale struttura di riferimento delle cosche sul piano nazionale.

Per quanto attiene, invece, al riciclaggio di denaro - in larga parte alimentato proprio con le risorse derivanti dal traffico di stupefacenti - le indagini del semestre evidenziano un rinnovato interesse per i Paesi dell'Est Europa, segnatamente la Romania, utilizzata sia per investire capitali in progetti immobiliari, sia per drenare risorse dal territorio nazionale verso società del posto, artatamente costituite per ostacolare l'azione repressiva della Magistratura.

Nel corso del 2016, la Corte di Cassazione ha definitivamente validato l'impianto accusatorio dell'inchiesta Crimine, grazie alla quale la 'ndrangheta può ora considerarsi unitaria, con un organismo decisionale di vertice, una base territoriale e salde proiezioni all'estero. Con riferimento a quest'ultime, l'indagine ha posto bene in luce il radicamento sul territorio tedesco, dove il macrofenomeno si è manifestato con la "società di Singen" (città situata nel Land del Baden -Wurttemberg, versante sud-occidentale della Germania, confinante a sud con la Svizzera e a ovest con la Francia), nonché con numerose "locali" di 'ndrangheta, segnatamente a Francoforte, Radolfzell, Rilasingen, Ravensburg ed Engen, oltreché a Duisburg, città tristemente nota per la strage del 15 agosto 2007.

 

Camorra – La Spagna rappresenta per i clan camorristici uno dei principali poli di attrazione. La penisola iberica, infatti, assieme all'Olanda, si colloca come punto di passaggio fondamentale per i traffici internazionali di stupefacenti ed assume un particolare rilievo nel riciclaggio e nel reinvestimento dei proventi illeciti, specie nel settore del turismo e della ristorazione.

L'importanza che la Spagna ha assunto per i gruppi camorristici con riferimento proprio al narcotraffico e al riciclaggio, è stata oggetto di attenzione anche del Procuratore Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo che, in occasione della firma di un protocollo di collaborazione per la lotta al terrorismo internazionale, sottoscritto a Madrid nell'ottobre 2016, ha avviato con il Procuratore Generale dello Stato e con i vertici delle Procure anticorruzione ed antidroga spagnoli una strategia comune finalizzata all'avvio contestuale di azioni investigative. 

Ma si registra un interesse anche per il traffico d’arte. A settembre infatti sono stati recuperati, in un locale di Castellammare di Stabia (Napoli), a disposizione di soggetti collegati al clan degli Amato-Pagano, due quadri di Van Gogh rubati nel 2002 ad Amsterdam.

 

Sacra Corona Unita – Si confermano stabili i collegamenti dei sodalizi pugliesi con i Paesi dell'area balcanica, in particolare con l'Albania. Rapporti che continuano ad essere strumentali innanzitutto al traffico di stupefacenti. a quello di migranti e al contrabbando di tabacchi. Proprio la "rotta balcanica" è stata al centro di diverse attività investigative concluse nel semestre, la prima delle quali, del mese di settembre, sviluppata dalla Guardia di Finanza e denominata "Oceano". L'indagine ha portato all'arresto di 18 responsabili, la maggior parte dei quali albanesi, e  ha fatto luce su un vasto traffico di droga, trasportata dall'Albania e destinata nel Salento, in Campania e nel Lazio.

La compagine albanese dell’organizzazione, oltre a dirigere le attività, si occupava dell'approvvigionamento della droga in Albania, del trasporto via mare, dell'occultamento e del taglio della sostanza stupefacente; quella italiana era preposta allo spaccio al dettaglio, adoperandosi anche per individuare, nel territorio salentino, abitazioni da adibire a rifugio per i consociati albanesi.

Inoltre, gli arresti di latitanti effettuati, nel recente passato, in Germania, Ungheria, Svizzera e Spagna segnalano la possibile presenza di una più vasta rete criminale di supporto agli interessi e alle esigenze degli affiliati al clan.

 di Davide Mancuso

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