Credito, il "bail in" e la difesa dei risparmiatori
E’ ormai nota la vicenda del commissariamento delle 4 banche del centro-nord, vicenda che, tra l’altro, ha messo in evidenza gli effetti drammatici per molti risparmiatori dell’entrata in vigore del bail in, il principio per cui , come è ormai noto, in caso di risoluzione di una banca le perdite dovranno essere assorbite dagli azionisti, dagli obbligazionisti e dai correntisti oltre centomila euro .
Dalla vicenda richiamata emergono chiare per l’immediato due esigenze che sono in parte connesse:
a) recuperare la fiducia dei cittadini verso le banche e gli organi di vigilanza, fiducia che almeno in parte è stata intaccata;
b) proteggere i risparmiatori che non possono perdere i loro risparmi in modo più o meno inconsapevole.
Per recuperare la fiducia dei cittadini prima di tutto si ritiene opportuno modificare il rapporto banca-cliente per alcuni versi attualmente squilibrato a favore della banca e solo parzialmente trasparente.
Le banche ed i loro addetti devono partire dal presupposto che in Italia , anche per loro colpe, i risparmiatori non hanno una cultura finanziaria e quindi, in attesa che si colmi questa lacuna, devono farsi carico, anche con appositi corsi, di rendere pienamente consapevoli i risparmiatori dei rischi connessi alle operazioni poste in essere, puntando per la realizzazione dei profitti, più che sulle reticenze e sulle furbizie, sulla professionalità intesa come capacità di trovare la soluzione più adatta alla situazione del cliente.
Per proteggere i risparmiatori, oltre la predetta modifica del rapporto banca-cliente, si ritiene necessaria una duplice azione degli organi di vigilanza , l’una rivolta alla Ue per ottenere l’istituzione di un “fondo di garanzia” comunitario per fronteggiare gli effetti delle crisi bancarie e l’altra rivolta alle banche per favorire attraverso l’imposizione di divieti, moduli e procedure la piena consapevolezza della natura delle operazioni poste in essere da parte del risparmiatore. Soprattutto la sottoscrizione di obbligazioni subordinate da parte del piccolo risparmiatore, ma oggi anche quella delle azioni bancarie, dovrebbe essere meglio regolamentata eventualmente anche con l’indicazione probabilistica della misura del rischio e del suo effetto sulle somme impiegate.
Affrontare le esigenze di cui si è detto, la crisi di fiducia nelle banche e la tutela dei risparmiatori, con le soluzioni proposte o con altre ritenute più convenienti, è importante sia per le banche che per i risparmiatori in quanto come è noto la fiducia è alla base del credito e questo è fondamentale per lo sviluppo economico delle famiglie e delle imprese.
Certo le banche hanno anche altri problemi che oggi ne minano la credibilità, primo tra tutti quello dei crediti deteriorati e della carenza di reddito, pure importantissimi. Ma il recupero della fiducia dei clienti, che non può avvenire senza una efficace tutela dei risparmiatori, costituisce il problema prioritario. E come tale è urgente che sia affrontato.
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