Comuni siciliani sommersi dai debiti, il record a Catania

Economia | 22 maggio 2017
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Lindebitamento per un Ente Locale non è di per sé un elemento negativo in quanto può servire a finanziare infrastrutture necessarie per la comunità seppur va tenuto conto della sua dimensione per capire se potrà essere sostenibile. Gli enti territoriali possono contrarre debiti solo per finanziare i propri investimenti: si tratta della cosiddetta golden rule. Le amministrazioni pubbliche, infatti, non possono indebitarsi per pagare le spese correnti (come quelle per il personale o i servizi che eroga ai cittadini), ma solo per opere pubbliche e altri tipi di investimenti. “I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni- come si legge nella costituzione allarticolo 119 con la riforma del titolo V nel 2001- hanno un proprio patrimonio, attribuito secondo i princìpi generali determinati dalla legge dello Stato. Possono ricorrere allindebitamento solo per finanziare spese di investimento, con la contestuale definizione di piani di ammortamento e a condizione che per il complesso degli enti di ciascuna Regione sia rispettato lequilibrio di bilancio. È esclusa ogni garanzia dello Stato sui prestiti dagli stessi contratti”. Il debito, pertanto, di per sé non deve essere letto come un dato necessariamente negativo, in quanto può essere impiegato per fornire alla propria comunità le infrastrutture necessarie al suo sviluppo sociale ed economico. Rimane nonostante tutto un dato da tenere docchio per la salute del comune e la sua futura solvibilità. I dati sull’indebitamento dei bilanci comunali sono contenuti nella piattaforma openbilanci.it dove esiste un indicatore apposito per valutare lincidenza del debito sul bilancio comunale. Per fare ciò, si misura lincidenza dei debiti totali (in bilancio e fuori bilancio) del comune in relazione alle entrate correnti riscosse nel corso dellanno. Più è alta questa percentuale, maggiore è il peso del debito per lamministrazione locale.

Facendo un focus su questo valore e prendendo in esame le città superiori ai 200mila abitanti nel 2014, si nota che quella dove lindicatore è più alto è Torino (301,46%). A seguire, staccate, Catania (171,76%), Milano (159,68%), Genova (149,72%) e Napoli (128,09%). In tutte le altre maggiori città italiane, questa quota è inferiore al 100%. I livelli più bassi si riscontrano in particolare a Bologna, Padova, Bari e Roma, tutte sotto il 35%. A questo proposito va ricordato che la capitale, nel 2008, ha visto gran parte del suo debito spostarsi a carico di una gestione commissariale. Puntando la lente di ingrandimento sui comuni siciliani sul podio troviamo Castiglione di Sicilia (Ct) con un indicatore di indebitamento nel 2014 pari a 288,54%, collocato all’80esimo posto nella classifica dei comuni in tutta Italia. Seguono due comuni in provincia di Messina: Librizzi con un indicatore pari al 267,86% e Fiumedinisini con il 263,07%. Tra i capoluoghi siciliani, invece, dopo Catania troviamo Trapani con una percentuale pari a 67,38%, Agrigento 58,14% e Palermo 44,74%.

 di Melania Federico

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