Comuni in rosso e verso il default soprattutto nelle regioni meridionali
La mappa italiana dei bilanci comunali in default è tristemente ricca, ma i conti in rosso sono per lo più concentrati nelle regioni meridionali. Tra gli 88 comuni con un dissesto in corso, ben 81 sono al Sud. E, delle 151 amministrazioni in “pre-dissesto”, oltre il 70% si trovano nel Mezzogiorno. Agrigento, Catania, Foggia, Messina, Napoli e Reggio Calabria, infatti, si sono viste riconoscere un aiuto dallo Stato a fronte di un piano di rientro decennale che prevede aumenti delle aliquote e tagli di spesa. Grazie alle regole risalenti al 2012, all’epoca del governo Monti, anche la provincia e il comune di Caserta stanno beneficiando di questo paracadute, sebbene l’amministrazione comunale campana, dopo l’azzeramento imposto dal default nel 2012, abbia già accumulato debiti per 28 milioni di euro iscritti nel consuntivo del 2015. A determinare le difficoltà delle amministrazioni a far quadrare i conti è la spirale fra mancata riscossione delle entrate, con conseguente insufficienza di risorse per erogare servizi alla cittadinanza, e l’atteggiamento dei cittadini poco incline al pagamento dei tributi comunali anche per via della scarsità di servizi ricevuti.
Tra le città in difficoltà figura anche Palermo. Il capoluogo siciliano, stando a quanto riportato da IlSole24Ore nell’edizione dell’11 febbraio, sarebbe a rischio commissariamento dei conti, ossia ‘con il blocco automatico dei programmi di spesa giudicati senza copertura’, se entro il 10 marzo il Comune non avrà individuato delle misure che la Corte dei Conti riterrà valide. Il deficit di Palazzo delle Aquile registrato nel consuntivo 2014 dopo la ripulitura dei conti dalle entrate non riscosse e dalle spese non pagate, sempre secondo la testata di Confindustria, ammonterebbe a 396 milioni di euro, da recuperare in 30 anni. È, però, arrivata secca la smentita del primo cittadino relativamente alla “affermazione secondo cui vi sarebbe un deficit a seguito del riaccertamento di debiti e crediti, che ha invece certificato un avanzo. La verità del Comune e delle partecipate- ha specificato Orlando- è che dai 55 milioni di passivi e 3 società dichiarate fallite con sentenza si è passati a società tutte in utile, tranne una, ed un risanamento progressivo e continuo”. Palermo, come gli altri comuni in difficoltà economica, sconta il limite nella riscossione delle tasse che condiziona la qualità dei servizi offerti. A titolo esemplificativo, nonostante i miglioramenti degli ultimi anni, la percentuale di recupero dell’evasione tributaria non supera il 17,4%, così come il 57% delle multe stradali non vengono pagate. In tema di servizi, però, è sempre il primo cittadino a precisare che “si è passati dalla inesistenza dei servizi a società che rispondono sempre più alle esigenze della città e dei cittadini”.
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