Competitività, la Sicilia agli ultimi posti dell'Unione europea

Economia | 4 marzo 2017
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È la Sicilia l’ultima fra le regioni italiane per competitività, 237ma fra le 263 dell’Unione europea. Emerge dall’edizione 2016 dell’Indice di competitività regionale (Rci), elaborato dalla Commissione europea . Unica nota positiva per la regione è il settore della salute, dove, in linea con il resto delle regioni italiane, gli esperti registrano una performance superiore alla media Ue: 83 punti su cento rispetto ai 76 della media comunitaria. Nonostante il quadro generalmente negativo, la regione è però riuscita a recuperare due posizioni rispetto al 2013, quando occupava il 235mo posto. Poco sopra la Sicilia ci sono altre due regioni del Mezzogiorno: Calabria (235ma) e Puglia (233ma). Prima fra le italiane è invece la Lombardia, che però è solo 143ma in Ue. 

A guidare la speciale classifica Rci c'è la regione di Londra, che è riuscita a scalzare per la prima volta la regione olandese di Utrecht, scesa al secondo posto. Lanciato nel 2010 e pubblicato ogni tre anni, il Rci vuole aiutare le regioni Ue a monitorare i propri miglioramenti e confrontarli con quelli di altri territori europei. La Lombardia è la regione più competitiva tra quelle italiane ma risulta solamente 143ma tra le 263 regioni Ue. Nel documento si sottolinea tra l’altro il fatto che la Lombardia, pur essendo 37ma in Europa per Pil pro-capite, in termini di competitività non presenta i risultati «che ci si aspetterebbe». Stessa osservazione viene formulata per molte altre zone d’Italia come le province autonome di Trento e Bolzano, il Friuli, il Veneto il Lazio e la Valle d’Aosta. Calabria e Sicilia figurano poi nel plotone di coda della classifica Rci rispettivamente al 235mo e al 237mo posto. 

Lanciato nel 2010 e pubblicato ogni tre anni, il Rci vuole aiutare le regioni Ue a monitorare i propri miglioramenti e confrontarli con quelli di altri territori europei. «Le regioni delle capitali tendono a essere le maggiormente competitive nei rispettivi Paesi», si legge nel report, «le uniche eccezioni" sono Germania, Paesi Bassi e Italia, dov'è la Lombardia a fare da traino. Tuttavia la regione, pur essendo 37ma per Pil pro capite è solo 143ma su 263 per competitività. La grande disparità fra le due performance in Lombardia è portata a esempio dagli autori dello studio come caso in cui i risultati in termini di competitività non corrispondono a quanto ci si aspetterebbe da regioni con un Pil pro capite simile. La stessa situazione è stata riscontrata per le province autonome di Trento (41ma per Pil, 153ma nell’Rci) e Bolzano (19ma per Pil, 160ma° nel Rci), Friuli (91ma per Pil-162 nel Rci), Veneto (69mo per Pil, 169mo nel Rci), Lazio (56mo per Pil, 156mo nel Rci) e Valle d’Aosta (31ma per Pil, 177 nel Rci). A guidare la speciale classifica Rci c'è la regione di Londra, che è riuscita a scalzare per la prima volta la regione olandese di Utrecht, scesa al secondo posto al pari degli territori britannici Berkshire, Buckinghamshire e Oxfordshire. All’altro capo della graduatoria, ci sono una regione della Grecia, una della Romania e la Guyana francese, la più lontana geograficamente dall’Ue.  

Nello studio vengono presi in considerazione non sono solo i fattori economici, ma anche, ad esempio, il welfare, le infrastrutture, il livello di educazione e il funzionamento del mercato del lavoro. Il Rci «rinvigorisce gli sforzi della Commissione per supportare le riforme strutturali e stimolare le capacità d’innovazione delle regioni Ue attraverso gli investimenti nella politica di coesione», ha sottolineato la commissaria Ue alla Politica regionale, Corina Cretu

 di Angelo Meli

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