Cinema, nastro d'argento a "La corsa de L'Ora" di Palermo
La corsa de L’Ora scritto e diretto da Antonio Bellia vince come Miglior docufilm ai Nastri d’argento 2018, ex aequo con «Diva!» di Francesco Patierno. Il Premio, assegnato dai giornalisti cinematografici riconosce come Miglior docufilm «La corsa de L’Ora» di Antonio Bellia che ripercorre tra cinema e fiction la storia del battagliero quotidiano palermitano, fucina di firme prestigiose, sempre in prima linea nel denunciare la mafia. Le vicende del quotidiano, che chiuse i battenti nel 1992, si intrecciano con quelle della città di Palermo e con l’impegno di tanti intellettuali, giornalisti, scrittori che frequentarono la redazione e che fecero del L’Ora qualcosa di più di un semplice giornale d’opposizione. Il film conta sulla testimonianza di alcuni di loro: Marcello Sorgi, Francesco La Licata, Franco Nicastro, Piero Violante, Antonio Calabrò, Letizia Battaglia, Gabriello Montemagno. E si avvale dell’interpretazione carismatica di PippoDelbono nei panni del direttore Vittorio Nisticò. Daniele Ciprì è direttore della fotografia, al montaggio Marzia Mete, scenografie di Fabrizio Lupo, costumi di Dora Argento, fonico Danilo Romancino. Prodotto da Demetra e Marvin Film, 'La corsa de L’Orà è stato realizzato con il sostegno della Regione Siciliana Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo, dell’Ufficio Speciale per il Cinema e l’Audiovisivo Sicilia Film Commission, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali-Direzione Generale per il Cinema, del Nuovo Imaie, con il contributo dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e in compartecipazione con l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico Aamod.
Tutti i premiati
La botta grossa di Sandro Baldoni per il 'cinema del realè, La lucida follia di Marco Ferreri di Anselma Dell’Olio per il cinema e Pino Daniele - il tempo resterà di Giorgio Verdelli per lo Spettacolo sono i film vincitori dei Nastri d’Argento Documentari - 2018. A questi titoli si aggiunge l’ex aequo per i Docufilm, tra Diva! omaggio a Valentina Cortese, di Francesco Patierno e La corsa de L’Ora, sulla storia del giornalismo militante e battagliero nel quotidiano palermitano, raccontata tra cinema e fiction da Antonio Bellia.
Li annuncia il Direttivo dei Giornalisti Cinematografici che ha dedicato quest’edizione dei Nastri-DOC a Folco Quilici, regista, scrittore, grande ricercatore antropologico e autentico cacciatore di storie che con il suo cinema ha appassionato intere generazioni di spettatori.
I Premi speciali 2018, tra i 100 titoli entrati quest’anno in selezione, sono andati a Dieci Storie proprio così di Emanuela Giordano e Giulia Minoli e a Sky Arte, per la qualità l'originalità e il successo della sua offerta. Due riconoscimenti, infine, anche alle migliori protagoniste nei documentari in selezione: vincono Sandra Milo che racconta se stessa, grazie alla regia di Giorgia Würth in Salvatrice. Sandra Milo si racconta e Marina Confalone per la sua performance ne Il signor Rotpeter di Antonietta De Lillo.
Il Sngci dedica a Ermanno Olmi - maestro tra i più premiati dai giornalisti di cinema- una menzione d’onore perchè ancora una volta quest’anno - in Vedete, sono uno di voi, con Marco Garzonio- «con l’omaggio alla figura e al messaggio di Carlo Maria Martini e alla sua lucida profezia di speranza ci ha regalato il suo cinema poetico che ha reso presente anche una grande assenza».
A Luigi Faccini è andato invece il Nastro alla carriera per il suo primo mezzo secolo di cinema 1968/2018- nell’anno di Diaspora, ogni fine è un inizio, appassionante saga internazionale che -in un’esperienza speciale, come sempre condivisa con con Marina Piperno- il regista ha girato ricostruendo in un vero e proprio Heimat italiano i percorsi internazionali della dispersione di famiglia iniziata per i Piperno, con le leggi razziali.
Ecco l’elenco delle menzioni speciali che concludono il palmarès: per le migliori opere prime i giornalisti segnalano Il pugile del duce di Tony Saccucci e Talien di Elia Mouatamid, menzioni inoltre per Moravia off di Luca Lancise che riapre percorsi affascinanti nella poetica moraviana, a Metti una sera a cena con Peppino di Antonio Castaldo, dedicato a Patroni Griffi, e al documentario L’arte viva di Julian Schnabel di Pappi Corsicato che ha conquistato il pubblico del mondo, a partire dal Tribeca.
Menzioni anche a Sara di Stefano Pistolini e Massimo Salvucci che, a partire dall’assurdità della morte violenta della giovane Sara, barbaramente uccisa dal fidanzato, diventa un violento atto d’accusa contro ogni femminicidio. Il Sngci segnala infine Lorello e Brunello di Jacopo Quadri, sul tema del lavoro 'Premio Cipputì a Torino, appena proposto anche dal Festival di Berlino.
Tra cultura, cinema e teatro, infine, due menzioni vanno a Il mondo in scena, sui 60 anni del Festival di Spoleto e Mariangela! che Fabrizio Corallo ha dedicato ad un appassionato, curioso, affascinante ritratto della Melato.
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