Brunella Lottero racconta le grandi amicizie di Fabrizio De Andrè
“Fratello senza Peccato”. Questo il titolo del nuovo libro della giornalista Brunella Lottero. Il volume, edito da Nulla Die editore, sarà presentato il prossimo 18 maggio a Torino. L’evento si inquadra nel novero delle attività del Saloneoff 2017. L’appuntamento sarà ospitato nella sala convegni di Luna’s Torta in via Belfiore, 50 a Torino.
Brunella Lottero, giornalista e animatrice culturale, e vive a Torino. Fra le sue opere: Bimba (Rusconi 1995), finalista al premio Montblanc, Semi di Senape (Simonelli 1997), Come una specie di sorriso (Kimerik 2008) e Tu, gli anni e le torte (Cortina 2012), finalista al premio internazionale Marguerite Yourcenar, Taddarita: Riccardo Orioles come lo conosciamo noi (con Luca Salici, 2017)
“FRATELLO SENZA PECCATO”, è la storia d'amicizia fraterna tra Fabrizio De Andrè e il fattore dell'Agnata Filippo Mariotti. Insieme i due hanno diviso inverni freddi e solitari, primavere all'insegna di nuovi lavori per l'Agnata, estati dedicate al riposo del grande cantautore dopo le varie tournée e autunni dolcissimi di solitudini e pensieri
In questo libro-intervista Filippo Mariotti racconta il Fabrizio De André quotidiano, i suoi tentativi di smettere di fumare, le sue prodezze in cucina, le sue debolezze e la sua ostinazione nel volere a tutti i costi curare e abbellire l'Agnata, il suo personale paradiso. Filippo Mariotti oggi ha 70 anni e ogni giorno è all'Agnata a coltivare la terra e i sogni di Fabrizio De André.
Anticipiamo l’introduzione del libro affidata a Concetto Prestifilippo.
«Come ti senti amico, amico fragile, se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te».
Si annida nei versi di Fabrizio De André il senso di questo libro. Brunella Lottero ha raccontato un’amicizia singolare, una bromance. È questo il lungo ricordo sentimentale di un fratello senza peccato. Narra dell’affetto tra il cantautore genovese e il fattore della sua tenuta in Sardegna. Filippone è un contadino della Gallura, ma è anche familio, criado, valletto d’armi, soprastante, scudiero.
Fabrizio e Filippone, Fili e Fabri, sono due personaggi antitetici e compenetranti. Una coppia come nelle pagine della grande letteratura. Sono Patroclo e Achille, Acate e Enea, Narciso e Boccadoro, Sancho Panza e Don Chisciotte.
Nel racconto della Lottero si narra di memorabili battute di caccia. De André, come un altro celebre Fabrizio, il protagonista de “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa. Il Don Fabrizio Corbera, Principe di Salina, Duca di Querceta, marchese di Donnafugata, disincantato cacciatore in compagnia del suo fido Ciccio Tumeo:
«Don Fabrizio aveva sempre voluto bene a don Ciccio, ma era un sentimento nato dalla compassione … adesso provava ammirazione per lui e nel fondo della sua altera coscienza una voce chiedeva se per caso don Ciccio non si fosse comportato più signorilmente del Principe di Salina».
Scenario del primo incontro tra De André e Filippone è un bar di Tempio Pausania. Un episodio fondante, paradigmatico. Il contadino meridionale, chiede allo sconosciuto continentale l’abusata raccomandazione. Filippone invoca un aiuto per favorire la sua assunzione nella consolante Forestale. Episodio che sembra consegnato alla più abusata sceneggiatura. Filippone sarà assunto come fattore della tenuta del cantautore, l’Agnata che in sardo è l’angolo dei venti. Quasi un destino per De André che è un marinaio e fiuta i venti.
Questi due uomini si completano. Senza peccato, precisa Filippone. Progettano giardini di rododendri, nandini, ginepri, agrifogli. Bonificano radure. Realizzano invasi artificiali. Come tutti i poeti, danno vita a boschi di betulle, olivastri e ciliegi. Si apostrofano con ogni sorta di improperî. Passano notti insonni fumando. Cucinano piatti succulenti e sbobbe devastanti.
L’episodio che cementa definitivamente questa amicizia è il rapimento di De André e della sua compagna. Una sera di agosto, festa di San Bachisio, i due artisti sono forzatamente condotti sulle aspre alture di Buttusò. Seguono mesi di prigionia. Filippone attende fiducioso all’Agnata la liberazione dell’amico.
La liberazione di De André, l’abbraccio con Filippone, è la prova che i due sono ormai fratelli. Fabrizio ha bisogno della presenza. Di Filippone che è la sua spalla negli sbalzi di umore, complice silenzioso, servo pastore, compagno di bevute.
«Fili, mi sai spiegare a cosa servono le nuvole?». Chiede il lunare cantautore. Nascono così i versi di canzoni famose:
“Vanno. Vengono. Ritornano”.
Poi il finale tragico. Come ogni epopea. La malattia. Una mattina, alla radio, Filippone apprende della scomparsa del suo fratello fragile. Lo sognerà ogni mese, con la luna calante. E, shakespirianamente, come Orazio, augura al buon Amleto-Fabrizio:
“Buona
notte, dolce Principe”.
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