Brexit. E ora cosa succede davvero?

Cultura | 20 aprile 2017
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“Exeunt”, se ne vanno. È emblematico il titolo del nuovo libro di Roberto Caporale, un monito e allo stesso tempo una constatazione. Un volume che affronta la svolta europea del post-Brexit in una chiave certamente originale, una sorta di terza via tra i cori benpensanti del “Serve più Europa” e i ringhi dei nuovi demagoghi che scoprono (in ritardo) le deficienze del progetto europeo.
Un libro che esce in concomitanza con un momento di accelerazione dello strappo della Gran Bretagna alla bandiera stellata su campo azzurro, strappo che già molti mettevano in dubbio e che ora invece dà nuova linfa ai movimenti antieuropei.
Per Roberto Caporale, economista e manager con un bagaglio di importanti esperienze internazionali, si è entrati ora in una fase complicatissima durante la quale si farebbe bene ad “abbassare la voce” e depoliticizzare il negoziato.
Una scelta, quella della Gran Bretagna, che non apre così facilmente la stura agli antieuropeisti del Bel Paese. Sempre Caporale mette in guardia dall’associare la Gran Bretagna agli altri paesi UE. La prima ha una proiezione globale di gran lunga superiore a quella degli altri paesi membri. È una potenza nucleare, è membro del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Per la Gran Bretagna l’Unione Europea è più un canale commerciale attraverso il quale vendere merci e servizi. Le uscite di altri Paesi dall’Eurozona sono da considerarsi catastrofiche e irrealistiche.
Come se ne esce allora? Riformando l’Europa con granelli di sabbia non con le martellate: rivedendo il principio di sussidiarietà, dando maggiore importanza ai parlamenti nazionali e riducendo al contempo il potere della Commissione, semplificando drasticamente la normative comunitaria, considerando le cooperazioni rafforzate come “regola” e non come eccezione, ma soprattutto recuperando una dimensione diplomatica che probabilmente qualcuno aveva erroneamente giudicato superflua.

Il libro
Quella dell’Unione europea è la storia di due piani che si sovrappongono, si confondono e si inseguono nella cronaca e nella storia. Il primo, pragmatico e tutto da salvare, consiste nello spazio di libertà creato dal Mercato unico, dalla pace e dal dialogo voluti dai suoi fondatori, dal viaggiare senza controlli, dal lavorare, comprare ed esportare ovunque. Il secondo è quello del “credo europeista” che non ammette eresie ma solo abiure finanziarie, officiato da una sovrastruttura autocratica che nulla ha a che vedere con le ragioni dell’efficienza economica, che mette a rischio i nostri rapporti atlantici, che vuole creare un Mondo Nuovo. Grazie alla Brexit si può finalmente parlare d’Europa in modo desacralizzato, in un percorso tra passato e futuro, lontano dal confronto ormai stereotipato tra europeisti ed euroscettici

Roberto Caporale, economista e manager, ha lavorato in istituzioni bancarie internazionali e ricoperto posizioni di vertice in diverse aziende pubbliche. Ha svolto attività di Consigliere per il Ministro dell’Economia e delle Finanze e per la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ha scritto di economia e politica per numerosi quotidiani nazionali.



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