Beni confiscati alla mafia, regole più severe per i manager
Primo via libera del Consiglio dei ministri ai decreti attuativi sul codice antimafia che si prefiggono di disciplinare i casi di incompatibilità degli amministratori giudiziari e di assicurare una adeguata tutela al lavoratori delle imprese sequestrate e confiscate.
In particolare il primo dei due decreti ha lo scopo di prevenire casi di estrema gravità come quelli che hanno riguardato nel 2015 la sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo e l’allora presidente, Silvana Saguto, finita sotto processo per corruzione e abuso d’ufficio proprio per un sospetto sistema illecito nell’assegnazione delle consulenze e degli incarichi di amministratore giudiziario, che sarebbero stati assegnati anche a parenti e amici. (segue)
Il Consiglio dei ministri - si legge nella nota diramata al termine del Consiglio dei ministri - ha approvato, in esame preliminare, due decreti legislativi di attuazione della legge sulle modifiche al Codice antimafia e misure di prevenzione.
Il primo decreto, approvato su proposta del ministro della Giustizia Andrea Orlando, contiene misure sul regime delle incompatibilità degli amministratori giudiziari, dei loro coadiutori, dei curatori fallimentari e degli altri organi delle procedure concorsuali; e inoltre dispone che sia il Presidente della Corte di appello a vigilare sulle nomine ai predetti incarichi, conferite a soggetti che abbiano con i magistrati del distretto giudiziario, in cui ha sede l’ufficio titolare del procedimento, rapporti di parentela, affinità, coniugio o frequentazione assidua.
Il secondo decreto, approvato su proposta del Ministro del lavoro Giuliano Poletti, introduce disposizioni per la tutela del lavoro nelle imprese sequestrate e confiscate sottoposte ad amministrazione giudiziaria, favorendo l’emersione del lavoro irregolare, nonché il contrasto dell’intermediazione illecita e dello sfruttamento del lavoro e consentendo, ove necessario, l'accesso all’integrazione salariale e agli ammortizzatori sociali. In particolare, il decreto introduce uno specifico trattamento di sostegno al reddito dei lavoratori che non possono fruire degli ammortizzatori sociali ordinari, pari al trattamento straordinario di integrazione salariale, per la durata massima di 12 mesi nel triennio; una indennità mensile per i lavoratori che non possono fruire della NaSpI, per la durata di quattro mesi e pari alla metà dell’importo massimo mensile della indennità di disoccupazione; l’estensione delle misura di agevolazione per le imprese, previste dalla legge n. 208 del 2015. Introdotte anche specifiche regole per le imprese sequestrate e confiscate in materia di Documento unico di regolarità contributiva e di opponibilità dei provvedimenti sanzionatori in materia di lavoro e di legislazione sociale. Previsti infine flussi di comunicazione tra le autorità amministrative, l’autorità giudiziaria, il Prefetto e l’Inps per garantire la completa informazione di tutti gli enti interessati.
Ultimi articoli
- La nuova Cortina
di ferro grande campo
di battaglia - La riforma agraria che mancò gli obiettivi / 2
- Mattarella, leggi
di svolta dall'incontro
con il Pci - Mattarella fermato
per le aperture al Pci - La legalità vero antidoto per la cultura mafiosa
- Natale, un po' di rabbia
e tanta speranza
nella cesta degli auguri - Lotte e sconfitte
nelle campagne siciliane
al tempo di Ovazza / 1 - La legge bavaglio imbriglia l'informazione
- Perché l’Occidente si autorinnega
- Ovazza, storia di un tecnico
prestato alla politica