A scuola 160 mila alunni disabili e 88 mila insegnanti di sostegno

Società | 6 aprile 2018
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Nell’anno scolastico 2016/2017, secondo i dati riportati dall’ISTAT nel rapporto sull’Integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, sono quasi 160mila gli alunni con disabilità in Italia (il 3,5% del totale degli alunni), di cui più di 90mila nella scuola primaria (pari al 3,2% del totale degli alunni, erano il 2,1% nell’anno scolastico 2001-2002) e circa 69mila nella scuola secondaria di primo grado (il 4% del totale, 2,6% nel 2001-2002). I maschi rappresentano più del 64% degli alunni con disabilità in entrambi gli ordini scolastici. Nelle scuole primarie il 20,3% degli alunni con disabilità non è autonomo in almeno una delle attività considerate (autonomia nel mangiare, nello spostarsi e nell’andare in bagno), i più gravi sono il 7,3%; nelle scuole secondarie di primo grado le stesse percentuali sono rispettivamente del 14,8% e del 5,9%. Nelle scuole primarie, il 12,6% degli alunni con disabilità non è autonomo nello spostarsi all’interno dell’edificio scolastico, una percentuale che scende all’11,2% nella scuola secondaria di primo grado. Sempre nella scuola primaria si registra la percentuale più elevata di alunni con disabilità che non sono in grado di mangiare da soli (9,1% degli alunni contro il 6,7% di quelli della scuola secondaria di primo grado) e non sono autonomi nell’andare in bagno (19,1% di alunni della scuola primaria contro il 12,7% della scuola secondaria di primo grado).

 Nel Mezzogiorno si riscontra una maggiore presenza di alunni con problemi di autonomia rispetto al resto d’Italia mentre la quota più bassa si registra nelle regioni del Nord. Secondo quanto si legge nel rapporto dell’ISTAT il problema più frequente è la disabilità intellettiva, che riguarda il 42,6% degli studenti con disabilità nella scuola primaria e il 49,2% di quelli nella scuola secondaria di I grado. Seguono i disturbi dello sviluppo e quelli del linguaggio che interessano rispettivamente il 25,6% e il 23,2% degli alunni con disabilità nella scuola primaria, mentre nella scuola secondaria di primo grado, dopo la disabilità intellettiva, i problemi più frequenti sono legati ai disturbi dell’apprendimento e ai disturbi dello sviluppo (rispettivamente il 24,3% e il 21,7% degli alunni con disabilità). La maggioranza degli alunni ha una certificazione in base alla Legge n.104 del 1992, anche se permane una quota marginale pari al 2,6% di alunni senza alcuna certificazione nella scuola primaria e al 2,9% nella scuola secondaria di primo grado.

Dall’indagine emerge che una quota di famiglie ha ritenuto l’assegnazione delle ore di sostegno non idonea a soddisfare i bisogni di supporto dell’alunno. Si è dovuto pertanto presentare ricorso al Tribunale civile o al Tribunale Amministrativo Regionale per ottenere l’aumento delle ore sostegno, rispettivamente il 6,7% delle famiglie degli alunni della scuola primaria e il 4,7% di quelle della scuola secondaria di primo grado. Per entrambi gli ordini scolastici nelle regioni del Mezzogiorno la quota delle famiglie che ha fatto un ricorso è circa il doppio rispetto a quella delle regioni del Nord (nella scuola primaria rispettivamente 10,2% e 4,4% nella scuola secondaria di primo grado rispettivamente 6,9% e 3,2%). La figura dell’insegnante di sostegno è determinante non solo per il percorso formativo dell’alunno con disabilità, ma anche per favorire l’inclusione scolastica. Sono più di 88mila gli insegnanti per il sostegno, 6mila in più rispetto allo scorso anno. Nella scuola primaria la percentuale più alta di insegnanti per il sostegno a tempo pieno si registra in Sardegna e nel Lazio con il 79%, mentre quella più bassa nella Provincia autonoma di Bolzano (40,3%).

Nella scuola secondaria di primo grado la percentuale più elevata si riscontra in Lombardia con il 77,4% degli insegnanti per il sostegno, mentre quella più bassa nella Provincia autonoma di Bolzano con il 56,6%. Il numero di ore settimanali assegnate in media all’alunno con disabilità evidenzia un gradiente territoriale per entrambi gli ordini scolastici, con un numero di ore maggiore nelle scuole del Mezzogiorno (16,1 ore medie settimanali nella scuola primaria e 12,9 ore medie settimanali nella scuola secondaria di primo grado) e un numero inferiore di ore nelle scuole sia primarie sia secondarie di primo grado del Nord (rispettivamente 12,7 e 10,6 ore medie settimanali). Se si analizza il numero di ore prestate dall’assistente all’autonomia e alla comunicazione o assistente ad personam, figura professionale specifica finanziata dagli Enti locali per supportare l’alunno con problemi di autonomia, gli alunni non autonomi in tutte le attività considerate (spostarsi, mangiare, andare al bagno) dispongono mediamente di circa 12,5 ore settimanali di assistenza nelle scuole primarie e circa 11,5 ore in quelle secondarie; per gli alunni con minori limitazioni di autonomia le ore medie scendono intorno a 9 per entrambi gli ordini scolastici.

Una scuola primaria su 3 e 1 scuola secondaria su 4 è carente di postazioni informatiche destinate agli alunni con disabilità, con percentuali più elevate nel Mezzogiorno - il 28,5% delle scuole primarie e il 23,5% delle scuole secondarie - e più basse nel Centro con il 23,4% di scuole primarie e il 20,3% di scuole secondarie. Gli alunni con sostegno che si avvalgono di un pc/tablet durante le ore di didattica in classe sono il 55,2% di alunni della scuola primaria e il 61,8% di quelli della scuola secondaria. Tra questi vi è però ancora una percentuale del 12,5 nella scuola primaria e del 15,6 nella secondaria in cui il pc/tablet non è fornito dalla scuola bensì dalla famiglia.

Gli alunni con disabilità che non partecipano alle uscite didattiche brevi senza pernottamento organizzate dalla scuola risultano il 5% nella scuola primaria e il 9% nella secondaria di primo grado. La partecipazione alle gite d’istruzione con pernottamento risulta invece più difficoltosa: nella scuola secondaria di primo grado non partecipa il 22% degli alunni con sostegno; nella scuola primaria la percentuale si attesta al 10%.

L’abbattimento delle barriere architettoniche e senso-percettive continua ad essere uno dei problemi irrisolti. Nelle scuole primarie, la ripartizione geografica con la percentuale più bassa di scuole con scale a norma (il 69%) è nel Mezzogiorno, mentre nelle scuole secondarie è il Centro con il 76,9%. Sempre nel Mezzogiorno si ha una minore presenza di servizi igienici a norma: la percentuale si ferma al 67,8% nelle scuole primarie e al 73,7% in quelle secondarie di primo grado; il Nord è, invece, la ripartizione territoriale con la percentuale più elevata di caratteristiche a norma dei plessi scolastici: il 78,9% di scuole primarie e l’83,9% di scuole secondarie ha scale a norma; il 79,7% di scuole primarie e l’83% di scuole secondarie ha servizi igienici a norma. Le scuole sono poco accessibili in tutto il territorio nazionale se si considera la presenza di segnali visivi, acustici e tattili per favorire la mobilità all’interno della scuola di alunni con disabilità sensoriali, oppure, in generale, di percorsi interni ed esterni accessibili.

Solo il 23,7% delle scuole primarie del Nord ha all’interno del plesso scolastico mappe a rilievo e/o percorsi tattili, la percentuale è ancora più bassa nelle scuole del Mezzogiorno, 13,1%. Lo stesso differenziale territoriale permane nella scuola secondaria: il 25,8% delle scuole secondarie di primo grado del Nord contro il 13,8% di quelle del Mezzogiorno. Nel corso dell’anno scolastico 2016/2017 il 13,1% delle scuole primarie e il 14,7% delle secondarie di I grado ha dichiarato di aver effettuato dei lavori per migliorare l’accessibilità dell’edificio, mentre il 20% circa delle scuole di entrambi gli ordini scolastici dichiara di non aver effettuato questo tipo di lavori pur avendone bisogno.

 di Melania Federico

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