25 novembre 2017
pSul bonus pubblicità per le
imprese e i lavoratori autonomi
che investono in campagne pubblicitarie
su quotidiani, periodici,
emittenti tv e radio locali, arriva la
certezza delle regole operative.
Questo è il primo e più evidente
risultato della pubblicazione, sul
sito della presidenza del Consiglio
dei ministri, delle procedure
per permettere ad aziende e lavoratori
autonomi di richiedere il
credito d’imposta sulla pubblicità
incrementale per 2017 e 2018.
Una misura, questa, molto attesa
dal settore editoriale nel tentativo
di dare nuovo slancio alla raccolta
pubblicitaria. L’agevolazione,
introdotta dalla manovra correttiva
2017 e fortemente
richiesta dalla Fieg al Tavolo Editoria,
è prevista per chi farà investimenti
superiori, nel periodo interessato,
dell’1% al valore degli
investimenti, di analoga natura,
effettuati nell’anno precedente.
I chiarimenti che sono stati
pubblicati sulla pagina web del
Dipartimento per l’informazione
e l’Editoria della Presidenza del
Consiglio (http://presidenza.governo.
it/die/) anticipano così i
contenuti del Dpcm di prossima
adozione. Nelle more del parere
del Consiglio di Stato, che dovrà
precedere l’adozione del Dpcm,
la pubblicazione online di questi
chiarimenti operativi dà copertura
all’operazione. Mettendo anche
punti fermi. Il primo: i limiti di
spesa andranno distinti fra stampa,
da una parte, e radio e tv locali
dall’altra. E la domanda dovrà
contenere l’ammontare del credito
d’imposta richiesto per
ognuno dei due media. In questo
senso tutti gli investimenti dal 24
giugno al 31 dicembre sono ammissibili
al credito d’imposta solo
se fatti sulla stampa (edizioni cartacee
o edizioni online per tutte le
testate iscritte presso il Tribunale
ai sensi della legge 47 del 1948 o
presso il Registro operatori di comunicazione).
Per radio e tv locali
se ne parlerà nel 2018. Sono
escluse le spese per televendite,
servizi di pronostici, giochi o
scommesse con vincite in denaro,
di messaggeria vocale o chatline
con servizi a sovrapprezzo.
Il credito d’imposta è pari al
75% del valore incrementale degli
investimenti effettuati, elevato al
90% nel caso di microimprese
piccole e medie imprese e startup
innovative. Questo bonus andrà
calcolato sulla parte eccedente
l’1% di incremento delle spese
avute l’anno prima. La dote a disposizione
è di 62,5 milioni. Si parla
di 50 milioni per gli investimenti
sulla stampa (20 per quelli effettuati
nel secondo semestre 2017
più 30 da effettuare nel 2018) e 12,5
milioni per gli investimenti da effettuare
sulle emittenti radio-televisive
nel 2018. Guardando agli
importi, il credito d’imposta liquidato
potrà essere inferiore a
quello richiesto qualora venisse
superato l’ammontare delle risorse
stanziate. In tal caso gli
aventi diritto avrebbero una ripartizione
percentuale delle risorse.
Nel caso in cui, invece, la
dotazione finanziaria dovesse essere
superiore alle richieste, le risorse
andranno a valere sulla dote
dell’anno successivo. Per la fruizione
del beneficio, dove fosse
superiore alla soglia dei 150mila
euro, è stata scelta la soluzione del
meccanismo delle “white list”.
Ultimi articoli
- La nuova Cortina
di ferro grande campo
di battaglia - La riforma agraria che mancò gli obiettivi / 2
- Mattarella, leggi
di svolta dall'incontro
con il Pci - Mattarella fermato
per le aperture al Pci - La legalità vero antidoto per la cultura mafiosa
- Natale, un po' di rabbia
e tanta speranza
nella cesta degli auguri - Lotte e sconfitte
nelle campagne siciliane
al tempo di Ovazza / 1 - La legge bavaglio imbriglia l'informazione
- Perché l’Occidente si autorinnega
- Ovazza, storia di un tecnico
prestato alla politica