La mia e-mail a Renzi (e Crocetta)

7 marzo 2014
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Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, nel corso della visita a Siracusa, ha chiesto agli esponenti istituzionali che incontrava di non proporre tavoli di discussione ma di spedirgli e-mail con proposte concrete. Da  cittadino semplice appassionato dei problemi dello sviluppo, raccolgo il suggerimento e- per il tramite di ASud'Europa- inoltro il mio messaggio elettronico, sperando, da moderno naufrago, che qualcuno lo raccolga. Uso perciò il format semplificato tipico della messaggeria elettronica e me ne scuso con i miei quindici lettori.  La fonte dei dati è Opencoesione, il sito fortemente voluto da Fabrizio Barca quando fu ministro della coesione.

A)  Per il 2007-2013 a Sicilia ha finanziamenti monitorati per 14,4 miliardi di euro a fronte di pagamenti effettuati per appena 5,5 miliardi (fondi strutturali+ex Fas+risorse Cipe). Dei 38.961 progetti ben 28.859 riguardano l'acquisto di beni e servizi, 4019 le infrastrutture, 3152 gli incentivi alle imprese e 2513 i contributi a persone. Solo un progetto supera il miliardo di euro, mentre -limitatamente ai fondi strutturali 2007-2013- appena 24 progetti ammontano ad una cifra superiore ai 100.000 euro. Invece di continuare ad inseguire un bilancio regionale che come ricordava Mario Centorrino (La Sicilia 6 marzo 2014) non potrà svolgere altro ruolo che quello di “stipendificio grazie a lavoratori stabili impiegati per occupare e pagare lavoratori precari”  sarebbe preferibile –  decidere  rapidamente attraverso quali strumenti amministrativi accelerare la spesa dei 9,9 miliardi di euro disponibili, la gran parte dei quali- quelli finanziati dai fondi strutturali vanno spesi entro il 31 dicembre 2015, pena la restituzione a Bruxelles. Scelgano i due presidenti, il fiorentino e il gelese, se  farlo per posta elettronica, piccione viaggiatore, segnali di fumo oppure attraverso l'antico e  tanto deprecato strumento dell'interlocuzione seria con le istituzioni territoriali e le forze economiche e sociali. L'importante è che i punti di partenza siano chiari e i tempi entro cui ottenere risultati certi e monitorati.

B) Le stime che circolano sulla ripartizione delle risorse per il ciclo di programmazione 2014-2020 fanno ammontare ad una somma oscillante tra 9 e dieci miliardi di euro le risorse a disposizione della Sicilia (che si aggiungono a quelle ancora da spendere prima individuate): abbiamo perciò a disposizione un pacchetto di circa 18 miliardi, a dimostrazione che non sono i soldi che mancano ma la capacità di utilizzarli. Si tratta- per essere chiari- delle uniche risorse sulle quali la Sicilia potrà contare per creare lavoro e sviluppo.  I programmi operativi regionali vanno definiti entro giugno e potrà essere utilizzata la modalità plurifondo (cioè su un progetto potranno confluire risorse FESR, FSE e FEASR). L'allora ministro Carlo Trigilia si orientò nella direzione  di finanziare  le infrastrutture con il fondo sviluppo coesione (ex FAS); questa linea, se confermata,   può consentire alla Regione  di accelerare la spesa delle infrastrutture ( grande viabilità, ammodernamento rete ferroviaria, portualità e intermodalità) in una logica di selezione delle scelte nel quadro di una programmazione condivisa.

 Per i fondi strutturali , avanzo una modesta proposta:

                    1) ridurre misure  e progetti, concentrando la spesa; per esempio tagliando di due terzi il numero dei progetti, da quasi 39.000 si può ben arrivare  a non più di diecimila;

                    2) definire  sei settori di intervento  per evitare la dispersione e la spesa clientelare

 sub 2a)  manutenzione, messa in sicurezza, efficienza energetica delle scuole,

sub 2b) manutenzione, messa in sicurezza, gestione del patrimonio culturale ed   archeologico siciliano ed apertura al mercato turistico mondiale,

 sub 2c) innovazione tecnologica del sistema produttivo siciliano e valorizzazione dei sistemi locali di sviluppo e delle vocazioni economiche dei territori;

  sub 2d) integrare il Pon città metropolitane con misure di sostegno della crescita intelligente (smart) dei sistemi urbani minori della Sicilia;

 sub e) mettere in rete Fondo sociale e Youth garantee per un grande progetto di lotta alla disoccupazione giovanile;

                    sub f) interventi sull'inclusione sociale estendendo a tutto il territorio dell'isola il modello di presa in carico  individuato nel piano azione e coesione.

Proposte modeste, appunto, e che non pretendono di essere esaustive,  ma tese a dare trasparenza ad una discussione finora assai confusa e  non pienamente consapevole che si tratta -stavolta davvero-  dell'ultima occasione per evitare che la Sicilia precipiti nel baratro di una crisi economica sociale ed istituzionale forse senza precedenti.

 di Franco Garufi

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