Una finanziaria di sviluppo antimafia

15 gennaio 2014
Condividi su WhatsApp Twitter

All’Assemblea Regionale, dopo un aspro e articolato dibattito, si è pervenuto all’approvazione della manovra finanziaria composta dalla legge di stabilità e dal bilancio. Dopo tanti anni di ricorso all’esercizio provvisorio l’Ars ha rispettato i termini per evitarlo. Ora si aspetterà il verdetto del Commissario dello Stato che negli ultimi anni ha assunto un ruolo non solo di vigilanza sulla conformità delle leggi regionali allo spirito e alla lettera della Costituzione e dello Statuto, ma ha dovuto sopperire diverse volte all’insufficienza tecnica del legislatore regionale.

La manovra finanziaria sconta le contraddizioni dell’attuale fase politica nazionale e regionale. Infatti, le maggioranze parlamentari sono sempre in bilico, le strategie di sviluppo sono ancora da specificare mentre il quadro politico europeo è in movimento sia per la prossimità delle elezioni sia per lo spirito antieuropeista montante ben cavalcato e usato dalla destra.

Riuscire a varare una legge di stabilità che introduca misure di riorganizzazione dei servizi e della spesa non è cosa di scarso rilievo. Basti considerare la permanenza in Italia e in Sicilia di un quadro economico e sociale sempre grave, al limite di rottura dell’ordine democratico- livelli record di disoccupazione, crisi industriale, agricola, manifatturiera, nuova povertà, nuova emigrazione qualificata-. Quando la legge sarà definitivamente approvata sarà nostra cura informarne i nostri lettori e commentarla approfonditamente.

 Per il momento prendiamo atto di quanto è stato già approvato: i Consorzi di Bonifica saranno solo due, le partecipate in gran parte saranno sciolte, gli enti locali avranno una proroga per ri-stipulare i contratti con i dipendenti precari e potranno predisporre i concorsi per la loro stabilizzazione, i servizi sanitari saranno integrati  con quelli socio-assistenziali, anche le coppie di fatto potranno accedere al mutuo agevolato per la prima casa e le famiglie povere potranno avere un sussidio di 400 euro al mese. Ovviamente tutti questi importanti provvedimenti, come il recupero di un tesoretto di 30 milioni di euro congelati presso l’Ircac per una legge non attivata risalente agli anni ottanta,  dovranno essere applicati dopo la definizione di regolamenti e statuti e avranno bisogno di una forte volontà applicativa dell’amministrazione.

Intanto procediamo a una prima valutazione politica, per necessità semplificativa, dei provvedimenti sinora approvati. Ci permetteremo anche qualche proposta per una loro  buona applicazione.

-L’accesso ai mutui  per la casa delle coppie di fatto è un civilissimo passo in avanti. Per renderlo concreto bisogna coordinare tutti gli enti locali affinché nel rispetto della loro autonomia, regolamentino i registri delle unioni civili. La Sicilia sarebbe un esempio per tutte le altre regioni.

-L’integrazione tra servizi sanitari e socio assistenziali presuppone l’elaborazione di un piano regionale integrato. Evitando errori anche recenti, è indispensabile coinvolgere nella sua elaborazione gli enti locali, i sindacati, le associazioni del volontariato del settore, le competenze tecniche e scientifiche al fine di renderlo aderente alla realtà sociale sottraendolo alle varie lobby politiche e affaristiche.

-Ridurre gli attuali Consorzi di Bonifica, commissariati dalla metà degli anni ottanta (una vita!), a due potrà portare a qualche risparmio per i commissari in meno, ma dovrà risolvere ugualmente la questione di un loro governo da parte dei produttori agricoli e degli enti consorziati e definire i compiti relativi alla programmazione dell’uso  plurimo delle risorse idriche disponibili. L’unificazione dei Consorzi potrebbe allontanare ogni ombra di gestione clientelare e speculativa. Basta non dimenticare le gestioni politicomafiosoaffaristiche degli anni del dopoguerra  e evitarle con impegno democratico.

-Il tesoretto ritrovato all’Ircac potrebbe essere vincolato al finanziamento di quelle cooperative giovanili che gestiscono aziende e beni confiscati alla mafia con l’impegno di salvaguardare e incrementarne l’occupazione. In questo modo la Sicilia darebbe un input anche al Governo nazionale dal quale attendiamo ancora le misure antimafia.

- Il reddito minimo per le famiglie povere andrà regolamentato per evitare qualsiasi uso clientelare.

Infine, dopo la manovra finanziaria resta da definire il reperimento delle risorse per lo sviluppo onde rimontare il declino del Paese che è ancora al nono posto dei paesi sviluppati, ma cresce solo dell’0,1 mentre altri corrono con tassi di crescita di diversi punti percentuali.

Tutto ciò ci riporta al cosiddetto cambio di strategia (oltre che di passo) sia del Governo nazionale che dell’Europa. Non potremo cambiare il segno del nostro futuro se le classi dirigenti (sopratutto quelle di centrosinistra)non rinunceranno alle politiche neoliberiste il cui perseguimento ha condotto all’abisso attuale. Le politiche dell’austerità, pagate dalle classi più deboli e dal ceto medio, volute dalla BCE e dal FMI e dall’Ue e imposte a governi nazionali deboli e a classi dirigenti screditate (ricordarsi dei governi Berlusconi) hanno alimentato l’antipolitica e la sfiducia popolare verso le stesse istituzioni democratiche e l’Unione Europea.

Tenendo presente questa lezione, appare in tutta la sua gravità la pochezza e l’ipocrisia della scelta dell’Ars di autorizzare i deputati regionali ad assumere nuovi “portaborse”, mentre  lesina i fondi per la conoscenza, la cultura, l’antimafia. Se occorrono assistenti parlamentari per sopperire alle evidenti lacune culturali e tecniche dei parlamentari regionali (fatte le debite distinzioni di merito), se ne discuta apertamente e non si alimenti il qualunquismo rafforzato nella convinzione popolare, dalle notizie di avvisi di garanzia verso i capigruppo e i deputati e presidenti dell’Ars e di Regione indagati per presunto cattivo uso dei contributi della Regione al finanziamento dei gruppi parlamentari.

Esprimiamo la nostra piena fiducia verso gli inquirenti che si pongono l’obiettivo del rispetto delle leggi, ma anche verso quei tanti parlamentari onesti che non hanno usato le risorse pubbliche per fini personali, ma non sono sinora distinguibili nelle indagine, contribuendo ad alimentare la sfiducia verso la Regione.

I partiti e i gruppi che vogliano intestarsi concretamente il rinnovamento politico e il rapporto con i cittadini colgano l’occasione dell’inchiesta per rendere totalmente trasparente l’intera spesa pubblica.

Vito Lo Monaco



Ultimi articoli

« Articoli precedenti