L'importanza della didattica antimafia
la proposta
Dopo l’impugnativa della discussa tabella H della Regione non ci saranno più alibi per nessuno. Governo e Assemblea avranno l’occasione per stabilire, finalmente, criteri oggettivi di sostegno, se vogliono, a quelle attività culturali e sociali valide per la crescita civile della Sicilia. Le associazioni di volontariato non dovranno più essere scelte per appartenenza, ma per merito e documentata vita democratica, storicamente documentata.
Il Centro studi Pio La Torre, con le carte in regola, ha contribuito, e continuerà a farlo, alla diffusione della cultura antimafiosa ispirandosi, senza retorica, a quel filone di pensiero sociale, politico, storico, di cui fece parte La Torre, che non ha mai usato l’antimafia per carrierismo o per visibilità mediatica. L’antimafia è stata, e continua a essere per il Centro studi, solo un aspetto della lotta sociale e politica per il cambiamento della Nazione.
Se Governo e Assemblea decideranno di sostenere questo tipo di attività antimafia non retorica per contribuire all’educazione alla legalità nelle scuole, nell’economia e nella società, il Centro La Torre continuerà ad esserci con il suo patrimonio umano e immateriale, fruibile da tutti in Italia e all’estero.
L’assemblea del Centro di oggi discuterà le linee progettuali per il prossimo anno secondo tre linee d’azione: progetto educativo, ricerche e iniziative politiche, creazione di un osservatorio permanente sul peso dell’economia mafiosa in Italia e nel Mediterraneo.
Il Progetto educativo antimafia, unico nel suo genere con i suoi collegamenti in videoconferenza con quasi cento scuole medie italiane, da quest’anno sarà sostenuto dal Miur sulla base del recente protocollo d’intesa col Centro. Inoltre è in corso una collaborazione con un gruppo di scuole superiori di Stoccarda per partecipare al progetto e all’indagine sulla percezione del fenomeno mafioso da parte degli studenti. L’indagine, giunta al settimo anno,avrà così la possibilità di ampliare il campione a livello europeo.
Dal 2011 il Centro si è fatto promotore a livello nazionale di proposte unitarie per migliorare il cd Codice antimafia che saranno ripresentate, con i dovuti adeguamenti, alle nuove Camere, evidenziandone gli impatti sia sul piano economico che giudiziario e politico.
Il Centro da anni esplora il peso del condizionamento delle mafie sulle imprese e l’economia dei territori. Il varo di un Osservatorio che metta insieme competenze multidisciplinari nazionali e dei paesi del Mediterraneo potrà generare un altro filone di studi e ricerche utile allo sviluppo con la pubblicazione periodica di un report.
In questo senso rientrerà la proposta di potenziare ulteriormente il settimanale A Sud’Europa, testata ormai consolidata del giornalismo democratico.
La collaborazione col Miur può aprire nuovi spazi nel mondo della scuola verso il quale il Centro farà da tramite per utilizzazione di attività teatrali come l’Opera dei pupi antimafia o per l’utilizzo del Portale digitale antimafia La Torre, promosso dal Centro assieme alle presidenze delle Camere e dell’Antimafia e gestito dall’archivio storico della Camera dei deputati. Al Portale deve , come sollecitato recentemente, essere consentito l’accesso a tutti gli atti pubblici dell’Antimafia facendone una banca dati a disposizioni di quanti sono interessati a conoscere e approfondire il fenomeno mafioso.
Infine, sarebbe opportuno che il Governo regionale aprisse un confronto con i centri antimafia per ascoltarne le proposte. È interesse di questa parte del volontariato mantenere autonomia e terzietà rispetto ai partiti e ai governi, certificare il loro legame con la società e dimostrare la democraticità della loro vita interna.
Vale anche per il Governo Letta il cui delicato e difficile compito di condurre il Paese fuori dallo stallo è basato anche sull’attivazione di una forte volontà di contrasto alle mafie sia sul piano economico che sule connessioni col sistema politico.
In tale fase difficile per il Centro La Torre diventa ancora più pregnante, per il prosieguo della sua attività, la partecipazione dei soci e degli amici con la loro presenza, le loro idee, il loro sostegno finanziario con la tessera e il cinque per mille. Solo la loro partecipazione giustifica l’esistenza e il senso politico- culturale del Centro studi.
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