Nuove armi contro l'economia illegale
La grande vetrina internazionale di Expo Milano 2015, è il tema conduttore dell’incontro promosso da Intesa Sanpaolo in occasione delle Giornate dell’Economia, il tradizionale appuntamento promosso dalla Fondazione Curella in questi giorni a Palermo. L’Expo Milano 2015 è certamente la più immediata e tangibile occasione per riavviare il volano dell’economia del Paese partendo proprio dalle tante ed esclusive eccellenze nei vari settori. E’ una grande occasione per la Sicilia, che per la sua unicità storico-culturale e climatica presenta valori molto apprezzati nel mondo nel campo dell’agroindustria, dei beni culturali e di conseguenza nel turismo.
Eccellenza sulle quali si sofferma lo studio presentato da Salvio Capasso, responsabile Ufficio Economia delle Imprese di SRM (Studi e Ricerche Mezzogiorno, centro studi collegalo al Gruppo Intesa Sanpaolo) dove oltre a delineare l’attuale dinamica e struttura economica della Sicilia, si fornisce una panoramica complessiva del settore agroalimentare locale e meridionale, analizzandone le possibili sinergie economiche con il turismo ed i beni culturali, e si individuano le possibili sfide per accrescere la competitività delle imprese siciliane.
Questi, in sintesi, i dati contenuti nel report: 3,7 miliardi di valore - agricoltura e industria alimentare - che rappresenta il 4,8% del totale dell'economia regionale; 500 milioni di euro l'export del settore in Sicilia per un saldo commerciale positivo di 138 milioni di euro; esportazioni in crescita del 2,6%; con 235 prodotti agroalimentari tradizionali la Sicilia si colloca al terzo posto nel Mezzogiorno.
Di Expo 2015 e delle opportunità che attraverso le numerose iniziative create da Intesa Sanpaolo, Official Global Partner dell’evento milanese, è il tema dell’intervento di Salvatore Parisi, coordinatore imprese dell’area Sicilia di Intesa Sanpaolo.
Testimonial e discussant del convegno rappresentanti di importanti aziende siciliane, che da tempo si sono rivolte ai mercati esteri a conferma dell’interesse che il marchio Sicilia riscuote nel mondo, Benedetto Renda, consigliere Delegato della Carlo Pellegrino Spa, Riccardo Damiano della F.lli Damiano Spa, e Nicola Fiasconaro della Fiasconaro Srl.
In chiusura, l’intervento del direttore area Sicilia di Intesa Sanpaolo, Alberto Ranieri, che qui commenta: “La partnership con Expo 2015 è un’occasione imperdibile per le imprese della Sicilia ed in particolare per quelle nostre clienti per le quali Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione, a livello nazionale, un plafond di 15 miliardi di euro per lo sviluppo del made in Italy e il nostro nuovo portale per l’e-commerce, “Created in Italia”, per facilitare l’accesso delle imprese ai nuovi mercati digitali. Inoltre alle tante nostre eccellenze, spesso rappresentate da aziende di piccole e medie dimensioni, offriremo spazi di visibilità e ospitalità in un evento di portata mondiale. Molte piccole e medie imprese nostre clienti, leader nella qualità del made in Italy, saranno protagoniste per un’intera giornata di questa vetrina esclusiva, nella quale potranno valorizzare la propria offerta, organizzare incontri per finalizzare partnership e ampliare le relazioni a livello internazionale”.
Altro appuntamento, in occasione della 7° edizione delle Giornate dell’Economia del Mezzogiorno, oggi nell’aula magna “V. Li Donni” Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche dell’Università di Palermo, dove si è parlato de “La nuova contabilità nazionale secondo il Sec 2010: aspetti metodologici e prospettive di analisi”, un evento organizzato da Università di Palermo e Istat. Sono intervenuti Pietro Busetta dell’Università degli Studi di Palermo e presidente della Fondazione Curella, la professoressa Vincenza Capirsi, decana del Dipartimento Seaf dell’Università, Antonella Baldassarini dell’Istat, Piero David dell’Università degli Studi di Messina, Umberto Di Maggio di Libera Sicilia, Giuseppe Nobile, responsabile Servizio Statistica Regione Siciliana, Emilio Vergani della Lumsa e il professore Giuseppe Notarstefano del Dipartimento di Scienze Economiche Aziendali e Statistiche.
La nuova contabilità nazionale costruita dall’Istat alla luce dei nuovi prospetti internazionali (SNA2008) e comunitari (SEC2010) produrrà per i prossimi anni le stime dei principali indicatori macroeconomici che orientano le scelte di politica economica (e non solo) di governi e istituzioni, primo fra tutti il Prodotto Interno Lordo (PIL).
“La dimensione economica assume un ruolo sempre più pervasivo nella vita sociale e comprendere a fondo i meccanismi, interpretando fatti e “dati economici” diventa ormai un compito irrinunciabile di chi insegna Economia”, ha ricordato il presidente della Fondazione Curella aprendo i lavori del seminario.
Il compito di illustrare le principali innovazioni delle nuove metodologie di stima è stato affidato ad Antonella Baldassarini, dirigente Istat della direzione centrale della Contabilità nazionale, cha ha offerto un quadro molto esaustivo delle normative e delle classificazioni introdotte dal nuovo schema. Le principali innovazioni sono relative alla capitalizzazione delle spese di Ricerca e Sviluppo (R&S), alla riclassificazione della spesa per armamenti delle Pubbliche Amministrazioni, ad una nuova metodologia di stima degli scambi con l’estero e ad una più accurata stima del peso dell’economia cosiddetta illegale. L’incidenza di questo settore fortemente connessa alla presenza della criminalità, soprattutto di quella organizzata, è molto elevata nel nostro Paese, e in particolare al Sud come ha evidenziato Giuseppe Nobile, responsabile del Servizio Statistica della Regione Siciliana.
Si tratta di un’incidenza di quasi un punto percentuale di PIL, pari ad 15,5, miliardi di euro, un volume di attività sinora sommerse e che potrebbero essere regolate e sottoposte a regime fiscale, ha come prospettato problematicamente dal professore Piero David.
C’è una questione che interpella la politica che dovrebbe porre da un lato una maggiore attenzione ai fenomeni cosiddetti sommersi e criminali che la statistica aiuta a far emergere e conoscere, e dall’altro lato occorrerebbe una maggiore attenzione a far emerge quella “bella economia” che nasce dal sociale, dalla legalità, dalla sostenibilità ambientale, come ha ricordato il coordinatore regionale di Libera, il sociologo Umberto Di Maggio. Un’attenzione al sociale che deve radicarsi in una prospettiva più attenta a documentare e “misurare” l’utilità sociale prodotta dal territorio, come affermato dal sociologo Emilio Vergani, docente della Università Lumsa di Palermo.
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