L'impegno rinnovato contro mafie e poteri occulti
Si avvicina la fine dell’anno ed è tempo di bilanci e progetti.
Per il Centro studi La Torre, come per tutte le altre associazioni culturali e antimafiose, non è un momento facile. Sono state messe in difficoltà dall’incerta azione politica del Governo e dell’Assemblea regionale i quali, per non essere riusciti a trovare un’intesa di sostegno finanziario pluriennale (e non clientelare) alle associazioni storicamente capaci di documentare le loro molteplici attività, hanno optato per un bando, dotato di scarse risorse, al quale hanno partecipato le associazioni le quali, però, a fine anno ancora non conoscono se e quanto riceveranno per le attività già svolte nel 2014.
Pur in questa situazione non facile, comunque sostenuto da una forte volontà associativa d’azione, il Centro La Torre sta programmando il piano di lavoro per il prossimo futuro, che sottoporrà alla sua assemblea di soci e amici di fine anno, con l’intenzione di affinare la sua capacità di analisi politica e di collegamento, soprattutto, con le nuove generazioni. Proseguirà, con la collaborazione del Miur, lo svolgimento del progetto educativo antimafia con le scuole medie superiori italiane ed estere e avvierà l’attuazione di un Progetto giovani recentemente approvato e sostenuto dal Dipartimento delle politiche giovanili.
Saranno proposti all’assemblea misure di cambiamento e rafforzamento del Portale e della rivista on line A Sud’Europa. Il primo sarà dinamizzato con frequenti aggiornamenti e la seconda sarà trasformata in mensile di approfondimento scientifico, mentre l’Osservatorio sui fondi strutturali e lo sviluppo, messo su con la collaborazione (sempre volontaria) di economisti, sociologi, statistici, rappresentanti del mondo delle imprese e del lavoro, ha cominciato a lavorare e a breve renderà pubbliche le sue analisi. Queste saranno messe a disposizione delle forze sociali, politiche e istituzionali perché ne traggano suggerimenti di azioni concrete e di buon uso delle risorse finanziarie per la crescita e un nuovo modello di sviluppo. L’obiettivo è far uscire al più presto dalla recessione il paese. Tutti i recenti forum del Centro La Torre da quello sui cinquecentomila giovani siciliani scoraggiati, i cosiddetti NEET, a quello sull’agroalimentare in preparazione dell’Expò 2015 (al quale il Centro ha posto la sua candidatura alla partecipazione) hanno tracciato un contesto di analisi e azioni per mettere in pratica, in modo non retorico, l’impegno per uno sviluppo senza mafie, corruzione e poteri occulti. Un disegno politico che guarda all’Europa, non per allontanarsi dal presente e quotidiano nazionale, ma per la consapevolezza, ormai conclamata dallo stesso Parlamento Europeo, che il contrasto alla criminalità organizzata, alle mafie e alla corruzione ha un rilievo europeo nella tutela dei diritti di libertà dei cittadini, delle imprese e del lavoro.
Sul Governo italiano ricade la grande responsabilità, non solo in quanto presidente di turno dell’UE ma anche per l’esperienza storica antimafia vissuta dal nostro paese, di spingere per l’adozione di una coerente azione antimafia europea.
In tale direzione va la petizione al Parlamento europeo lanciata dal Centro La Torre, Art21, Liberainformazione su Change.org. Essa ha già raccolto quasi cinquantamila firme, i promotori stanno lavorando per raccogliere adesioni anche negli altri paesi UE affinché il Parlamento vari una legislazione antimafia, insedi una Commissione parlamentare contro le mafie e la corruzione, costituisca una Procura antimafia europea.
L’Italia vanta la più antica legislazione antimafia che rappresenta un modello il quale oggi, dopo l’indebolimento provocato dalle azioni demolitrici dei governi di centrodestra berlusconiani, deve essere rafforzato e adeguato alle evoluzioni delle mafie. Pertanto va superato rapidamente l’ostruzionismo non dichiarato in corso nel Parlamento italiano sulle varie proposte di adeguamento legislativo relative alla prescrizione breve, all’autoriciclaggio, al superamento delle criticità del cosiddetto Codice antimafia già segnalate sin dal 2011 dal Centro La Torre, sulla gestione dei beni confiscati e la governance dell’Agenzia, sul sostegno alle vittime di mafia, racket e usura. Comunque tutto ciò non sarà basterà, è emersa da qualche tempo lì esigenza di rivisitare il 416 bis viste le difficoltà interpretative giurisprudenziali emerse in diversi procedimenti giudiziari soprattutto al centro nord contro nuove forme di reati finanziari e associativi per i quali la mafiosità è sembrata sfuggente. La rivisitazione dovrà riguardare le leggi antiusura e antiracket e la tutela delle vittime non incoraggiate purtroppo dalle lungaggini burocratiche e difficoltà interpretative. La stessa recente modifica del 416 ter sul voto di scambio alla sua prima applicazione processuale ha mostrato subito la sua efficacia attuativa per qualche emendamento introdotto last minute che ha prescritto l’obbligatorietà della prova dell’uso della violenza mafiosa per il voto chiesto dal mafioso per il candidato.
Il nostro Centro Studi, dunque, pur tra mille difficoltà materiali, dal furto subito all’inspiegabile fatto di non riuscire da anni a ottenere un appartamento confiscato per la sua sede, tra l’altro da sempre aperta al pubblico per la sua libreria e banca dati, per l’assistenza legale alle vittime di mafia e le iniziative culturali, non rinuncerà alla sua motivazione iniziale di centro di cultura laica, forte della sua intitolazione sin dal 1986 a un uomo, vittima di mafia, Pio La Torre, autore della legge omonima, che da laico, comunista, riformista ante litteram, ricercò sempre il confronto e il dialogo con tutte le altre aree culturali laiche e religiose progressiste.
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