Quei giovani disperati ignorati dalla politica

Giovani | 26 ottobre 2014
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Cinquecentomila giovani Neet, cioè rassegnati, che hanno rinunciato allo studio, alla formazione professionale, alla ricerca di un lavoro (che non c’è), non dovrebbero far dormire alcuna classe dirigente, di governo e di opposizione. Invece, la questione è taciuta. Infatti, non si manifesta alcun tormento o dubbio, almeno in modo visibile. La parola”Riforma” è pronunciata frequentemente, ma appare sempre più retoricamente vuota e usata per camuffare lo stallo della classe dirigente, di destra e di sinistra (ammesso che sia possibile questa distinzione nel momento attuale che vede scorrere da una sponda all’altra i suoi vari componenti).

In Sicilia, a questa drammatica rappresentazione non sfugge nessuno. Anche i lavoratori siciliani, chiamati dalla Cgil, sono andati numerosi alla grande e riuscita manifestazione di Roma per chiedere di essere ascoltati e ribadire la loro contrarietà a una legge di stabilità senza quelle politiche di sviluppo atte a portare il paese fuori dalla recessione.

Alla Leopolda, Renzi, scalato il potere, prima nel Pd e poi nel Governo del paese, ha riannunciato tutte le sue promesse e speranze  per scuotere un paese sfiduciato, ma non rassegnato, mentre , in Sicilia, sull’onda debole di un accodamento al renzismo e agli assetti interni nazionali del Pd e degli alleati, dovrebbe nascere un governo-ter Crocetta per attuare quella rivoluzione annunciata che ha fatto pochi passi anche per i contrasti interni alla non solida maggioranza.

Fermo restando le nostre riserve critiche sulla capacità strategica dell’attuale classe dirigente siciliana di tirare fuori dalla crisi politica (e morale) la Regione; non essendo realistico il ricorso al voto anticipato per la palese autotutela degli attuali deputati, bisogna battersi perché nasca un governo capace di lavorare in armonia con la propria maggioranza, la quale, tra l’altro, all’unisono si proclama pronta alla rivoluzione e alle riforme (naturalmente nel rispetto degli equilibri assessoriali). Abbiamo sentito di propositi di riforme concernenti le Provincie, la lotta agli sprechi, l’accelerazione dei fondi europei, il risanamento di bilancio e molto altro che migliorare anche la condizione giovanile, ma non di azioni specifiche verso i giovani rassegnati. I giovani che non si rassegnano, se possono, fuggono all’estero o cadono nell’abisso del precariato o peggio nelle grinfie delle organizzazioni criminali. Quanti giovani pusher provengono da questa china sociale? Quanti possono rifugiarsi nel welfare della famiglia? Non possiamo far finta di nulla. Scuotere e recuperare i rassegnati a una visione fattiva della vita significano il recupero di un enorme capitale sociale utile ad accelerare lo sviluppo e il civismo del paese, per il rafforzamento della fiducia nelle istituzioni democratiche. Per recuperare i giovani Neet occorre non indebolire la mediazione dei corpi intermedi, del sindacato, dell’associazionismo, del volontariato, strumenti  necessari alla coesione sociale; ogni governo dovrebbe ascoltarne le ragioni e le istanze nel rispetto della reciproca autonomia. Già Tocqueville sosteneva che un rapporto positivo tra corpi intermedi e governi avrebbe rafforzato la democrazia rappresentativa.

La Sicilia, e il Paese, non potranno sopportare a lungo che quasi la metà dei  giovani siano disoccupati, che il 10% della popolazione siciliana, cioè quei cinquecentomila giovani Neet, formino un esercito di disperati i quali, sommati ai nuovi ceti medi impoveriti, ai cittadini esasperati per la carenza dei servizi elementari- dalla scuola alla raccolta dei rifiuti ai trasporti- configurano una bomba sociale pronta ad esplodere. Bisogna evitare che ciò avvenga con scelte politiche concrete e non solo con parole di speranza.

A tal proposito, il Presidente Crocetta, dopo l’incontro col sottosegretario Del Rio, ha segnalato il risultato del suo governo sull’accelerazione della spesa dei fondi europei in Sicilia: 48% spesi, 85% impegnati. La quantità della spesa di per sé è un buon risultato, ma diventa ottimo solo nella misura in cui la qualità degli obiettivi accresce lo sviluppo e l’occupazione. Per questo abbiamo già detto che il nuovo Piano Giovani e lo Yout Guarantee vanno finalizzati non solo alla formazione giovanile, ma anche al loro recupero e impiego produttivo. Ciò sarà possibile se contestualmente si attuano politiche pubbliche e private d’investimenti produttivi e infrastrutturali.

Su questi temi siamo desiderosi di ascoltare un dibattito, anche acceso, tra i partiti che si accingono a ricostituire la giunta regionale e su di essi poter parametrare competenza e qualità dei componenti di giunta. In caso che ciò non fosse possibile, e noi non lo auguriamo, forse è il caso di andare al voto anticipato facendo appello alla saggezza del popolo siciliano.

 di Vito Lo Monaco

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