Il lavoro necessario, la necessaria dignità del lavoro
Treni speciali, autobus e navi hanno portato a Roma decine di migliaia di donne ed uomini che hanno scelto di partecipare alla manifestazione che la Cgil ha organizzato oggi per difendere i diritti delle lavoratrici, dei lavoratori, dei pensionati; per dare un avvenire ai giovani. Una giornata importante per il movimento sindacale, ma anche per l'affermazione di un'idea della democrazia che parta dalla gente, dai suoi bisogni, dalla richiesta di soluzioni alla crisi economica che non impoveriscano ancor di più chi ha già pagato prezzi salati.
Alle donne, agli uomini, alle ragazze ed ai ragazzi che hanno riempito piazza san Giovanni, dedichiamo i versi che Giovanna Marini, protagonista della musica popolare italiana, scrisse in occasione di un'altra manifestazione che è rimasta nella storia del movimento sindacale italiano, quella che Cgil-Cisil-Uil organizzarono a Reggio Calabria il 22 ottobre 1972.
Questo è stato ed è il sindacato italiano, e la Cgil: un presidio di democrazia ,una grande forza sociale per il rinnovamento del paese, protagonista delle battaglie per l'equità sociale e e i diritti del lavoro in Italia ed in Europa. (F:G.)
Andavano col treno giù
nel Meridione
per fare una grande
manifestazione
il ventidue d'ottobre
del 'Settantadue
in curva il treno che
pareva un balcone
quei balconi con la
coperta per la processione
il treno era coperto
di bandiere rosse
slogans, cartelli e
scritte a mano
da Roma-Ostiense mille
e duecento operai
vecchi e giovani e
donne
con i bastoni e le
bandiere arrotolate
portati tutti a mano
sulle spalle
il treno parte e pare
un incrociatore
tutti cantano Bandiera
Rossa
dopo venti minuti che
siamo in cammino
si ferma e non vuole
più partire
si parla di una bomba
sulla ferrovia
il treno torna alla
stazione
tutti corrono coi
megafoni in mano
richiamano «andiamo
via Cassino
compagni da qui a
Reggio è tutto un campo minato
chi vuole si rimetta
in cammino»
dopo un'ora quel treno
che pareva un balcone
ha ripreso la sua
processione
anche a Cassino la
linea è saltata
siamo tutti attaccati
al finestrino
Roma Ostiense Cisterna
Roma Termini Cassino
adesso siamo a Roma
Tiburtino
il treno di Bologna è
saltato a Piverno
è una notte è una
notte d'inferno
i feriti tutti sono
ripartiti
caricati sopra un
altro treno
funzionari
responsabili sindacalisti
sdraiati sulle reti
dei bagagli
per scrutare meglio la
massicciata
si sono tutti
addormentati
dormono dormono
profondamente
sopra le bombe non
sentono più niente
l'importante adesso e'
di essere partiti.
ma i giovani hanno gli
occhi spalancati
vanno in giro tutti
eccitati
mentre i vecchi sono
stremati
dormono dormono
profondamente
sopra le bombe non
sentono più niente
famiglie intere a tre
generazioni
son venute tutte insieme
da Torino
vanno dai parenti
fanno una dimostrazione
dal treno non è sceso
nessuno
la vecchia e la figlia
alle rifiniture
il marito alla
verniciatura
la figlia della figlia
alle tappezzerie
stanno in viaggio
ormai da più di venti ore
aspettano seduti sereni
e contenti
sopra le bombe non
gliene importa niente
aspettano che è tutta
una vita
che stanno ad
aspettare
per un certificato
mattinate intere
anni e anni per due
soldi di pensione
erano venti treni più
forti del tritolo
guardare quelle facce
bastava solo
con la notte le stelle
e con la luna
i binari stanno
luccicanti
mai guardati con tanta
attenzione
e camminato sulle
traversine
mai individuata una
regione
dai sassi della
massicciata
dalle chine di erba
sulla vallata
dai buchi che fanno
entrare il mare
piano piano a passo
d'uomo
pareva che il treno si
facesse portare
tirato per le briglie
come un cavallo
tirato dal suo padrone
a Napoli la galleria
illuminata
bassa e sfasciata con
la fermata
il treno che pare un
balcone
qualcuno vuol salire
attenzione
non fate salire
nessuno
può essere una
provocazione
si sporgono coi
megafoni in mano
e un piede sullo
scalino
e gridano gridano
quello che hanno in mente
sono comizi la gente
sente
ora passa la notte e
con la luce
la ferrovia è tutta
popolata
contadini e pastori
che l'hanno sorvegliata
col gregge
sparpagliato
la Calabria ci passa
sotto i piedi ci passa
dal tetto di una casa
una signora grassa
fa le corna e alza una
mano
e un gruppo di bambini
ci guardano passare
e fanno il saluto
romano
Ormai siamo a Reggio e
la stazione
è tutta nera di gente
domani chiuso tutto in
segno di lutto
ha detto Ciccio Franco
"a sbarre"
e alla mattina c'era
la paura
e il corteo non
riusciva a partire
ma gli operai di
Reggio sono andati in testa
e il corteo si è mosso
improvvisamente
è partito a punta come
un grosso serpente
con la testa corazzata
i cartelli schierati
lateralmente
l'avevano tutto
fasciato
volavano sassi e
provocazioni
ma nessuno s'è neppure
voltato
gli operai
dell'Emilia-Romagna
guardavano con occhi
stupiti
i metalmeccanici di
Torino e Milano
puntavano in avanti
tenendosi per mano
le voci rompevano il
silenzio
nelle pause si sentiva
il mare
e il silenzio di
quelli fermi
che stavano a guardare
e ogni tanto dalle vie
laterali
si vedevano i sassi
volare
e alla sera Reggio era
trasformata
pareva una giornata di
mercato
quanti abbracci e
quanta commozione
"il Nord è
arrivato nel Meridione"
e alla sera Reggio era
trasformata
pareva una giornata di
mercato
quanti abbracci e
quanta commozione
gli operai hanno dato una dimostrazione.
Ultimi articoli
- La marcia del 1983, si rinnova la sfida alla mafia
- Bagheria, consiglio
aperto sulla “marcia” - La nuova Cortina
di ferro grande campo
di battaglia - La riforma agraria che mancò gli obiettivi / 2
- Mattarella, leggi
di svolta dall'incontro
con il Pci - Mattarella fermato
per le aperture al Pci - La legalità vero antidoto per la cultura mafiosa
- Natale, un po' di rabbia
e tanta speranza
nella cesta degli auguri - Lotte e sconfitte
nelle campagne siciliane
al tempo di Ovazza / 1 - La legge bavaglio imbriglia l'informazione