La Regione salva i conti ma non la faccia

2 agosto 2014
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Una Finanziaria che salva i conti della Regione, sostiene il Governo. Una legge da minimo sindacale, secondo il segretario regionale del Pd. Una piccola e confusa Finanziaria secondo i critici della maggioranza e l’opposizione. La divisione interna tra maggioranza e governo ha pesato sul risultato finale del quale nessuno può vantare vanto. Basta prendere in esame la lacerazione palese sul finanziamento degli enti e delle associazioni culturali impropriamente associati nella famigerata ex tabella H.

Salvati tutti i centri ai quali era interessato il centro destra, penalizzati o messi al bando (cioè concorreranno tramite bando ) quasi tutte le associazioni antimafia ma anche le associazioni culturali, sia di cultura laica che cristiana, alle quali il centrosinistra sarebbe stato più interessato. Le divisioni tra governo e maggioranza, e quelle interne al Pd, hanno indebolito ogni velleità di cambiamento. Da sempre, dalla sua fondazione nel 1986, il Centro studi Pio La Torre ha sostenuto che le associazioni vanno finanziate solo con legge istitutiva che ne giustifica la ratio politico culturale. Per questo ci siamo sempre opposti alla tabella H.

 Associazioni antimafia come il Centro La Torre con una media di sessanta iniziative l’anno , un dialogo costantemente aperto con oltre diecimila studenti italiani e esteri, con decine di migliaia di lettori della rivista online Asudeuropa e una molteplicità di iniziative socioeconomiche culturali; o l’Istituto Gramsci che gestisce un importante biblioteca con fondi storici, unici al mondo; o l’istituto Storia Patria o il museo Mandralisca e tante altre associazioni ed enti dei quali sono noti indirizzi e attività pubbliche, non possono servire da schermo per presunte sigle culturali dietro le quali si camuffano magari segreterie di deputati. Registriamo, senza pregiudizi, il fervore religioso di governo e Ars che hanno ritenuto intoccabili i finanziamenti a facoltà teologiche siciliane, mentre i centri laici, anche di cultura cattolica, sono indirizzati al bando che sarà aperto per sessanta giorni dalla pubblicazione della legge, salvo impugnative, e, se ammessi, sapranno dall’assessorato competente quanto percepiranno, a metà inoltrata o quasi alla fine del 2015, per l’attività svolta nel 2014.

 Qualcuno spieghi come si può programmare qualsiasi iniziativa in queste condizioni. Ci riescono solo quelle associazioni che hanno personale volontario, che hanno credito dai fornitori oppure non svolgono alcuna attività e dichiarano il falso. Enti come il museo Mandralisca, attualmente otto dipendenti, come programma e stipula i contratti di collaborazione col personale in tale incertezza di finanziamento? Anche per il Centro Pio La Torre, così come per l’Istituto Gramsci, come per tante altre associazioni similari, si pongono problemi di sopravvivenza. Pur disponendo di preziose risorse umane volontarie, vanno pagati senza dilazioni affitti, server per le videoconferenze, spese organizzative, telefoniche e quanto serve alla buona riuscita delle manifestazioni.

  Ci sarebbe piaciuto che quei dirigenti del Pd, pronti a litigare ogni anniversario del trenta aprile sotto la lapide di Pio La Torre e Rosario Di Salvo per rivendicarne l’eredità politica, avessero sostenuto con più convinzione e unità quei centri che sono ancora laboratori di cultura di sinistra. Invece, abbiamo assistito che un uomo di destra come Raffaele Musumeci si sia fatto carico dell’Istituto Gramsci, nel silenzio della sinistra. Nonostante tutto ciò, il Centro La Torre ha programmato la sua attività per il 2014 e il 2015. Dal progetto educativo antimafia, aperto alle scuole italiane all’estero, al Portale digitale La Torre e a un nuovo portale che anticiperà e completerà le analisi del settimanale Asudeuropa, alla pubblicazione di ricerche e studi, manterremo fede al nostro storico impegno.

Coniugando, come sempre, sicurezza, legalità e nuovo sviluppo, il Centro Pio La Torre continuerà nella sua azione di analisi e stimolo verso le forze produttive, politiche, culturali dell’Isola e del Paese, affinché una legislazione antimafia e anticorruzione più efficace dell'esistente sia varata dal Parlamento. In Autunno lanceremo una campagna europea perché il nuovo Parlamento europeo nomini la Commissione antimafia, istituisca la procura antimafia europea e legiferi perché la fattispecie giuridica dell’associazione mafiosa entri nel diritto penale europeo e in quello dei paesi membri dell’Ue. Siamo arrabbiati, per l’inconsistenza e frammentarietà del centro sinistra regionale, ma determinati a proseguire nel nostro impegno, libero da ogni spirito di servo encomio, come da antica lezione alla quale continuiamo a ispirarci anche in memoria di Pio.

Vito lo Monaco



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