L’aeroporto Pio la Torre a Comiso per la pace e lo sviluppo

7 giugno 2014
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Con la re-intitolazione dell’aeroporto civile di Comiso a Pio La Torre si chiude, definitivamente, un caso politico. Hanno contribuito in tanti: comune, trentacinquemila firmatari  della petizione art21, libera informazione, centro La Torre, le più alte istituzioni e i governi, regionale e nazionale, e la tenacia del Centro La Torre.

Ora pensiamo al futuro!

L’aeroporto è in piena attività e in crescita. Nel 2013, primo anno di attività vera, ha registrato 170mila passeggeri  e un fatturato di 22milioni di euro. Com’era previsto fin dall’inizio è già complementare a quello di Catania e lo diventerà sempre di più dal momento in cui saranno completate le infrastrutture ferroviarie e viarie veloci per collegare Gela, Ragusa, Catania.

La discussione dell’intitolazione ha riportato al centro il ruolo della Sicilia nel Mediterraneo : approdo di turisti del Nord e di migranti dal Sud. Il suo futuro è diventare un punto di congiunzione economica, culturale e non solo di passaggio veloce tra Nord e Sud. Per ottenere ciò le politiche pubbliche e private si dovranno adeguatamente attrezzare. Le prime, sia europee che nazionali e regionali, dovranno investire nell’innovazione del sistema produttivo, dei servizi e nella crescita sociale e economica; le seconde dovranno liberarsi dalla dipendenza dall’intervento pubblico assistenziale, dalla ricerca della produttività solo nella riduzione del costo del lavoro e da ogni forma di condizionamento parassitario di tipo mafioso.

Sinora, come documenta l’Istat, nel Sud è cresciuta solo la disoccupazione, mentre il Pil è crollato del 4%, - 8% nell’industria, 0,3% in agricoltura, nei servizi del 3,1%.

La buona notizia è che finalmente è stato firmato il Patto di stabilità tra Regione e Stato ed esso assicurerà risorse finanziarie e un po’ di tranquillità nei conti della Regione. Andrà usato come trampolino di rilancio delle riforme e della crescita.  Si inizi con una buona legge finanziaria di respiro riformatore e si continui con l’individuazione di pochi assi strategici di utilizzazione dei fondi europei. Si materializzino, sia a livello regionale che nazionale, quelle semplificazioni delle procedure della Pubblica amministrazione che rendano Stato, Regione, Enti locali regolatori dell’economia e dei servizi: dalla sanità all scuola, dalla ricerca all’informatizzazione, dalla giustizia civile e penali al contrasto alle mafie e alla corruzione. Ci sono tutti gli spazi per mettere in pratica una buona volontà politica per rigenerare lo spirito pubblico nazionale.

Va letto in questo senso il voto alle europee, alle amministrative così come le battaglie sociali per la riattivazione dell’aeroporto civile di Comiso e l’ intitolazione a La Torre. L’attualità politica delle grandi lotte pacifiste unitarie di trent’anni fa consiste nel ribadire che pace, nuovo sviluppo, democrazia senza mafia e corruzione,camminano insieme.

Su questa linea di politica e cultura sono cresciute intere classi dirigenti anche su posizioni contrapposte, ma idealmente alte.

I missili nucleari Pershing, Cruise, SS20 di trent’anni fa furono il simbolo della guerra fredda, della contrapposizione tra Est e Ovest, tra socialismo e capitalismo; il disarmo bilaterale fu ed è la misura di un nuovo modo di vivere il Pianeta sia nella relazione tra stati e popoli  sia tra natura e uomo sia nel superamento del socialismo reale e il capitalismo senza controllo sociale e democratico. Nel Novecento, la politica pensata dai partiti di massa in questo modo, come ha ricordato sabato il ministro Orlando alla cerimonia di intitolazione a La Torre, consentiva anche un giovane che nasceva in una famiglia povera di borgata di diventare un legislatore, un dirigente nazionale del suo partito e oggi essere considerato un valore etico civile dalla Repubblica per tutta la sua vita vissuta dalla parte dei deboli sino al massimo sacrificio.

Cosa significa oggi ripensare una nuova politica se non quello di interpretare le domande sociali emerse nell’ultimo trentennio del novecento e nel primo scorcio del ventunesimo secolo con la sperimentazione fallimentare delle ricette neoliberiste e la debolezza delle proposte alternative. Il voto ha detto di fare presto e bene a trovare le soluzioni per uscire dalla crisi, prima che prevalgano le moderne tendenze distruttive che tanto somigliano a quelle del novecento

Vito Lo Monaco



A Comiso riapre l'aeroporto della pace

Oggi alle ore 10, su deliberazione del Comune di Comiso, retto dal nuovo sindaco Pd, Filippo Spataro, sarà ripristinata l’intitolazione del locale aeroporto a Pio La Torre. È accolta così la richiesta di quanti, negli anni ottanta, guidati da un ampio schieramento unitario di cattolici, comunisti, socialisti, laici, si batté contro l’installazione dei missili a testata nucleare del Patto di Varsavia e della Nato, per il disarmo bilaterale e per una politica di cooperazione e di sviluppo euro mediterraneo.

Pio La Torre svolse un ruolo fondamentale nell’aggregare quel vasto schieramento. Promosse importanti manifestazioni a Palermo e a Comiso e la raccolta di un milione di firme contro i missili e per la pace che non poté veder completata perché fermato il 30 aprile 1982 insieme a Rosario Di Salvo dal piombo mafioso.

È giusto che un aeroporto civile, internazionale, di valenza strategica per lo sviluppo della Sicilia nel contesto europeo e mediterraneo, sia intitolato a colui che si batté perché lo diventasse. La Monarchia e il Fascismo quando crearono l’aeroporto militare di Comiso lo intitolarono a un eroe della loro guerra d’aggressione colonialista in Africa; oggi è giusto che la Repubblica, che ripudia la guerra (art. 11), lo intitoli a Pio La Torre in nome della lotta per la pace, ritenuto da uno dei grandi scrittori siciliani, legato a Comiso e alla lotta per la pace come Vincenzo Consolo, “Orgoglio di Sicilia”. La cancellazione del suo nome fatta dal sindaco di destra è stato un gesto corrivo e ideologico che pure il presidente Fini tentò, invano, di bloccare.

L’aeroporto è operativo, ha grandi prospettive di crescita che sarà favorita dal completamento delle infrastrutture viarie moderne, come la Siracusa-Gela, e anche dal nome Pio La Torre, campione di lotta contro l’ingiustizia sociale e le mafie, per il lavoro, la libertà e l’uguaglianza.

La cerimonia di oggi alla quale parteciperanno, tra gli altri, il Presidente del Senato Grasso, il ministro della Giustizia Orlando, il Presidente della Regione Crocetta, è un’occasione per rilanciare l’esigenza della Sicilia di avere stabilità e visione strategica di un nuovo sviluppo liberato per sempre dal sistema di potere affaristico, politico, mafioso.

L’aeroporto potrà essere un anello di congiunzione tra la sponda sud del Mediterraneo e l’Europa continentale per aprire nuove rotte commerciali e turistiche nella misura in cui Regione e Stato sappiano proiettarle nel loro piano di crescita, di riassetto e semplificazione della sfera pubblica, di modernizzazione infrastrutturale. L’idea originaria di un’area di servizio sottratta al racket del trasporto su strada oggi si dilata con l’esigenza di superare un modello di sviluppo isolano sostenuto dalla sfera pubblica assistenziale e corruttiva, infiltrata dal blocco politico-mafioso. Per tornare ad essere competitivi ed attraenti, anche per la nostra antica civiltà, occorre innovare con la ricerca il sistema, dai pomodorini all’informatica. Già sin dalla programmazione dei fondi europei potremo verificare se la classe politica dirigente dell’Isola saprà cogliere quanto le è pervenuto dalla forze produttive e sociali dal Forum del Centro Pio La Torre.

Solo così terremo fede a quell’impegno sottoscritto oltre trent’anni fa, dicendo no ai missili, sì a un nuovo sviluppo. Il nome di Pio La Torre è un buon viatico.

Vito Lo Monaco



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