Rubrica
Giustizia penale in affanno, i ritardi della Sicilia
Con quasi 25 mila procedimenti pendenti l'Isola si pone tra le regioni più disagiate. Una montagna di fascicoli che non rispetta i due anni di tempo che la riforma della giustizia penale assegna come limite tollerato per la definizione, pena l’improcedibilità. In testa spicca Catania con 13.582 processi pendenti e 1247 giorni medi di attesa per arrivare a sentenza; segue Palermo con 7179 procedimenti e 445 giorni; Messina 1901 processi e 228 giorni e Caltanissetta 1274 cause e 293 giorni. In tutta Italia le cause in attesa sono quasi 190 milaLa vulnerabilità delle straniere in Italia
Oltre la metà degli immigrati è di sesso femminile, 2.607.959 pari al 51,8%, e in una situazione di maggiore fragilità rispetto agli uomini per quanto concerne la condizione professionale. Che, come spiega Openpolis, aumenta nel caso delle giovani (15-34 anni) che né lavorano né sono inserite in un percorso di studio o formazione (Neet) e che, nel 2020, sono state circa 214mila, più del doppio dei maschi (104mila). Scontano una doppia fragilità: la condizione di donna e quella di straniere. La prima le espone di più all’inattività, la seconda alla disoccupazioneLa legge dell'Ars contro la povertà è povera
Anche se in forte ritardo, l'Assemblea regionale ha approntato i primi strumenti per lenire il disagio in cui vive quasi un milione di siciliani. Stanziando, però, solo 15 milioni di euro. Una cifra simbolica rispetto alle reali necessità. Occorre mettere in campo tutti gli strumenti disponibili, a partire dal Reddito di cittadinanza che va rivisitato, e sfruttare le significative disponibilità finanziarie messe a disposizione dall'Europa su cui si gioca il futuro dell'intero PaeseFranco Garufi
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Per risollevare l'isola dal baratro la politica guardi alla lezione di Pio La Torre e Luigi Sturzo traducendola nel XXI secolo post Covid con la mobilitazione dal basso di tutte le energie positive, muovendo dalla difesa dei deboli, del lavoro, dell’impresa produttiva, innovativa ed ecocompatibile. È possibile proporre una nuova visione del futuro ma occorrono nuove classi dirigenti immuni alla corruzione e alle mafieVito Lo Monaco