Giovannini: a Sud più fondi per opere sostenibili

Società | 23 novembre 2021
Condividi su WhatsApp Twitter

“Le infrastrutture sono necessarie: la transizione ecologica e il rispetto dell'ambiente passano anche da nuovi modelli per realizzarle, per esempio cambiando i criteri di costruzione delle opere o pensando a quando verranno eventualmente smantellate, ed ancora attraverso la digitalizzazione che consente - a parità di rete ferroviaria - di far circolare più treni mediante una modifica delle reti esistenti, decidendo quali infrastrutture costruire in un'ottica sociale ed ambientale”. Così il ministro delle infrastrutture e della mobilità Enrico Giovannini, intervenendo alla seconda videoconferenza del Progetto educativo antimafia organizzato a Palermo dal Centro studi Pio La Torre. “Agenda 2030 – Cop 26: nuovo modello di sviluppo sostenibile europeo post Covid-19 per un futuro senza ingiustizia, povertà sociale, ambientale e senza mafie” il titolo dell'iniziativa che ha visto partecipare oltre 250 scuole tra istituti superiori e 21 carceri da Nord a Sud Italia. A intervenire, moderati dal vicepresidente del centro, Franco Garufi, sono stati, oltre al ministro, Marcella Mallen, presidente di Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), Giuseppe Massafra, segretario confederale Cgil, Massimo Midiri, rettore dell'Università di Palermo ed Enrico Napoli, prorettore vicario, Ernesto Savona, direttore di Transcrime dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Laura Vallaro, portavoce per l'Italia del movimento “Fridays For Future”. 

“Nella scelta del Pnrr che riguarda questo settore - ha aggiunto il ministro Giovannini - circa 62 miliardi di investimento, il 76%, viene classificato come un contributo per combattere la crisi climatica, perché si è scelto di fare ferrovie anziché strade, di rinnovare il parco autobus in senso ecologico non finanziando più l'acquisto di mezzi diesel. Inoltre c'è un investimento forte sulle ferrovie regionali, sperimenteremo nuovi treni a idrogeno che consentiranno di ridurre le emissioni di Co2”. Un cambiamento che coinvolge anche il Sud, come ha specificato Giovannini, “al centro di questa trasformazione, considerato che il 56% delle risorse di questo ministero va al Mezzogiorno, a fronte di una media del 40%. Anche questo vuol dire sostenibilità, c'è un investimento per ridurre le disuguaglianze. Secondo i nostri calcoli, una volta realizzato il Pnrr nella parte ferroviaria, l’indicatore di disuguaglianze di accesso alle infrastrutture della rete si ridurrà del 38%”.

“Il nostro Paese è diventato un esempio per tante nazioni nella lotta al contrasto alla criminalità – ha detto Vito Lo Monaco, presidente del Centro – Occorre una nuova etica nella produzione, nei consumi e nello sviluppo che rispetti i diritti umani e del territorio, contro le fallimentari logiche predatorie finora adottate. È anche per questo che il centro Pio La Torre ha avviato un protocollo di collaborazione con l'Università di Palermo”. Al centro della convenzione una partnership che riguarderà, tra le iniziative future, anche il nuovo centro sostenibile annunciato dal rettore dell'ateneo, Massimo Midiri: “Verrà istituito un centro per la sostenibilità costituito da un gruppo di docenti esperto sui temi dell'agenda Onu 2030 per dare contezza dell'importanza di un tema che ha un grande impatto sulla vita quotidiana. L'università sarà un punto di riferimento per delle nuove prassi e per una metodologia di lavoro utile agli enti locali. Mi auguro che il centro Pio La Torre possa dare un apporto ampio e solidale all'Università per intercettare temi che saranno i perni di una nuova società”. Dure le critiche di Laura Vallaro, portavoce per l'Italia del movimento Fridays for Future: “Questa Cop 26 è stata un fallimento. È importante riconoscerlo perché dobbiamo fare sapere ai decisori politici che non stanno affrontando questa crisi. Nel 2020 dopo la pandemia solo il 2% degli investimenti stanziati nella fase di recupero è andato alle energie pulite mentre 5,9mila miliardi di dollari sono stati dati ai combustibili fossili, questo vuol dire che stiamo continuando ad alimentare questa crisi. Inoltre, quella di Glasgow è stata una delle conferenze sul clima più inaccessibili, con un grave problema di ingiustizia sociale, che ha lasciato inascoltata la società civile: molte persone del Sud e degli Stati più vulnerabili non hanno potuto partecipare per le disuguaglianze nella distribuzione dei vaccini ed è stato dato loro pochissimo spazio”. 


“I risultati della Cop26 possono sembrare deludenti, - ha detto Marcella Mallen (Asvis) - ma sono comunque l'inizio di una nuova era basata sul dialogo tra più Paesi, con regole comuni per affrontare le questioni globali del nostro tempo, in un'ottica di solidarietà. È indispensabile cambiare i propri consumi, favorire filiere produttive con un'impronta ecologica, privilegiare il trasporto pubblico che si spera possa migliorare con gli investimenti del Pnrr. Dobbiamo abbattere il muro dell'indifferenza, c'è una larga parte dell'opinione pubblica ancora scettica sull'impatto del cambiamento”.

L'incidenza della mafia nello sviluppo economico e i rischi in arrivo con i nuovi investimenti, i freni al cambiamento e le promesse inattese sono le questioni poste ai relatori dagli studenti intervenuti. 

“Non può esserci sostenibilità se non esiste legalità - ha detto Giuseppe Massafra, segretario confederale Cgil - Non dobbiamo scegliere tra lavoro e ambiente, la qualità del lavoro deve essere la leva del cambiamento e i cambiamenti non devono lasciare indietro nessuno. La transizione deve guardare alle sfide sulla competitività, occorre crescere nelle competenze, che sono il vero patrimonio per gestire i processi di trasformazione. La crisi sanitaria ha ampliato le fratture esistenti, frutto di una somma di crisi che stanno dentro un modello di sviluppo e produttivo sbagliato, basato sulla competitività al ribasso, su speculazione e sfruttamento”.

Prevenire i rischi delle ingerenze della criminalità è ora possibile seguendo quanto fatto dall'Unione europea, come ha spiegato il professore Ernesto Savona di Transcrime: “L'Ue ha già previsto che nelle analisi di impatto si misurino costi e benefici di una determinata decisione, ad esempio quanta criminalità una certa decisione produce e quanta ne evita, impedendo che una quota di quelle risorse vada nelle mani di una organizzazione criminale e questo sarebbe molto utile al nostro Paese che invece è in grave ritardo. Oggi è possibile, ad esempio, prevedere, e quindi scegliere, situazioni di policy che producano reali benefici in termini di welfare, riducendo così i costi della criminalità. Vorrei evitare che si ripetesse l'esperienza fatta nel 1976 con la costruzione dell'autostrada Salerno – Reggio Calabria. Nel 1996 fu rifatta e i calcoli che ho fatto nelle mie ricerche dimostrano che il rifacimento 20 anni dopo di quell'autostrada è costato 8 miliardi in più rispetto al ricostruirla da capo. Quell'autostrada è diventata il simbolo di uno spreco che ha alimentato le tasche delle organizzazioni. Innovare le procedure vuol dire produrre più benefici che costi, evitando gli errori del passato”. Dopo la pandemia si sta finalmente comprendendo che da una crisi si esce con degli investimenti, scommettendo sul futuro – ha detto il prorettore vicario dell'Università di Palermo, Enrico Napoli - L'università sta facendo la sua parte, con il centro per lo sviluppo sostenibile che avrà un consiglio con 17 componenti, uno per ogni obiettivo dello sviluppo sostenibile di agenda 2030”.

È possibile rivedere la videoconferenza sul sito del centro Pio La Torre e sul canale youtube dell'associazione. 


 di Antonella Lombardi

Ultimi articoli

« Articoli precedenti