Mercati azionari, la Grande Rapina

Società | 10 aprile 2025
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Si è consumata sotto gli occhi del mondo, alla luce del sole e tra gli applausi dei mercati, la più grande operazione di trasferimento di ricchezza della storia recente. Miliardi svaniti nel nulla. Un trasferimento sistematico di ricchezza dalle tasche dei risparmiatori a quelle di una élite invisibile. Nessun arresto. Nessun colpevole. Solo profitti. Un colpo perfetto. Senza passamontagna, senza armi, senza corse in banca. Con metodo, ingegno, misura, diligenza nei dettagli. Solo parole calibrate, tempistiche chirurgiche, comunicazioni sugellate dal crisma dell’autorità. I gangster non sono gangster, la rapina non è una rapina, le armi non sono le pistole, le minacce non sono minacce.
Hollywood senza Hollywood. Tutto il denaro di Fort Knox, una metafora tanto per capirci, senza entrare in Fort Knox. La Grande Rapina non si è consumata in una o più banche, ma nelle Borse, attraverso una sapiente ed oculata pianificazione di annunci, avvertimenti, dichiarazioni, minacce da parte di autorità investite del ruolo di garanzia. Ad ogni annuncio, bruschi crolli seguiti da rimbalzi, centinaia di milioni di dollari, euro ecc. finiscono nel portafoglio della gang, che gang non è. I derubati non possono denunciare alcuno, i rapinatori agiscono nell’ambito delle loro prerogative, funzioni, poteri.
L’entità della Rapina troverà ampio spazio nei libri di storia. Gli autori saranno ricordati come geniali inventori di un colpo magistrale compiuto senza spargimento di sangue o come malfattori simili a quei galantuomini che razziavano per ordine dello sceriffo di Nottingham? Viviamo forse la versione distopica del carismatico Robinwood. Lo Sceriffo di Nottingham apre bocca e i mercati azionari collassano.
La scena del crimine sono le Borse mondiali. New York, Londra, Francoforte, Milano. Ogni parola pronunciata da certi attori istituzionali genera un’onda di panico o euforia. Ogni silenzio, un’occasione per l’attesa speculazione. Gli indici crollano e risalgono come se fossero telecomandati. Ma dietro a questi movimenti, ben poco sembra essere lasciato al caso.
Uno sguardo ai precedenti. Tra settembre 2023 e marzo 2025, si sono registrati oltre 120 crolli e rimbalzi sospetti sugli indici principali. Ogni volta, a ridosso di annunci ufficiali di banche centrali, governi, agenzie di rating o organismi internazionali. Prima dell’annuncio: vendite massicce. Dopo: crollo. Ancora prima del dietrofront: acquisti record a prezzi stracciati. Tutto documentato. Tutto tracciabile. Eppure, nessuno indagato.
Il caso clamoroso del 14 novembre 2024: ore 15:30, Jerome Powell, presidente della Fed, lascia intendere un possibile rialzo dei tassi. In 60 secondi, il Dow Jones perde 900 punti. Nelle 48 ore precedenti, fondi sconosciuti e veicoli offshore avevano smobilitato miliardi in titoli bancari e tecnologici. Tre giorni dopo, la Fed smentisce l’intenzione. I titoli risalgono del 7%. Gli stessi fondi ricomprano. Guadagno netto stimato: 2,6 miliardi di dollari. Nessuna indagine ufficiale è stata aperta.

Sospetto lecito, prove nascoste

Chi sono i beneficiari? Guardando indietro, ma proprio alle nostre spalle: una fitta rete di hedge fund, family office, consulenti anonimi, banche d’affari con mani ovunque. Alcuni hanno sede a Singapore, altri a Dubai, in Irlanda, in Lussemburgo. I loro nomi? Spesso schermati da fiduciari. Ma gli stessi attori compaiono, come per incanto, nei momenti cruciali: prima del crollo, prima del rimbalzo. E le vittime? Fondazioni, piccoli risparmiatori, fondi pensione, casse previdenziali. Gente comune. Chi ha perso il 30% del proprio Tfr. Chi ha visto evaporare in sei mesi i frutti di una vita di risparmi. Chi non capisce perché, nonostante l’economia reale tenga, il proprio portafoglio si svuota.
Nella Grande Rapina consumata nei primi mesi dell’anno in corso, un dato è certo: ci hanno rimesso decine di milioni di pensionati e piccoli azionisti, esclusi dalle informazioni preventive, che solo gli insider trading possiedono. Si calcola che la metà di coloro che hanno scelto l’attuale leadership negli Stati Uniti, hanno subito una decurtazione del loro reddito pensionistico, che è gestito da enti assicurativi privati a differenza che in. Italia.
La Sec americana, di fronte a un report indipendente che indicava 95 casi sospetti di insider trading nel solo 2024, ha dichiarato: “Mancano prove conclusive”. Il sospetto è lecito, la prova è nascosta. Questa è la nuova frontiera del crimine finanziario: nessun reato classico, nessun ladro in fuga. Solo dati, algoritmi, e un vantaggio informativo devastante. È il capitalismo di sorveglianza, dove pochi maneggiano informazioni che anticipano i mercati. E il resto paga il conto.
Questa “Grande Rapina ” non si è compiuta con un colpo di mano, ma con una lunga marcia nei meccanismi legali del capitalismo finanziario. È la legge stessa a permettere la rapina, è il sistema stesso a proteggerla.
Ma finché non si chiamerà questa rapina col suo nome, finché non si pretenderanno giustizia e trasparenza, i ladri continueranno a passare dalla porta principale.

salvatoreparlagreco.it
 di Salvatore Parlagreco

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