L’emozione dei ragazzi
per La Torre e Di Salvo
Società | 16 aprile 2025

Una mattinata baciata dal sole, ma anche piena della voglia dei bambini di dimostrare che la memoria può essere trasformata in azioni concrete. Il ricordo di Pio La Torre e Rosario Di Salvo è cominciato con la pulitura della lapide di via Li Muli, di fronte al punto in cui vennero uccisi dalla mafia il 30 aprile di 43 anni fa.
A ritrovarsi, accompagnata da genitori e insegnanti, una delegazione di alunni delle scuole “Ragusa-Moleti”, “Kiyohara-Parlatore”, “Pio La Torre” e la 5^B della primaria “Arculeo Gramsci”, quest’ultima con una performance dal titolo “La mattanza”.
«Il segnale forte che vogliamo trasmettere ai giovani - ha detto il presidente emerito del centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco - è quello della cultura antimafiosa nella quale si cerca di coinvolgere naturalmente i ragazzi con i loro genitori. Io ricordo quando, 43 anni fa, lì davanti, ho visto Pio La Torre ucciso insieme a Rosario Di Salvo. Venne a prendermi un poliziotto della Digos nella sede del partito dove li aspettavo. Mi disse solo che era successo un incidente perché non aveva il coraggio di comunicarmi quanto era accaduto. Tornai in sede, si può immaginare con che animo. Fu la prima volta che, sia nel comunicato della federazione regionale che nella nota del nazionale, venne introdotto il termine politico-mafioso. E si ribadì che, senza protezione politica, non esisterebbe la mafia».
Un grazie, per questa mattinata, è andato prima di tutto alle scuole che ormai da anni sono presenti grazie all’adozione della lapide.
«Intanto devo dire grazie, per essere qui oggi, soprattutto ai più giovani - ha aggiunto il presidente del centro Pio La Torre, Emilio Miceli - perché partecipano anche loro alla memoria, alla storia di eventi che hanno insanguinato la città. Tanti morti, troppi morti. Questo è il portato della nostra storia, della storia di ciascuno di noi. Siamo qui per dimostrare il desiderio che tutto questo possa ogni anno rivivere, sorretto e aiutato dall'azione dei ragazzi».
Presente anche l'assessore alle Emergenze abitative, Innovazione e Politiche sociali, Fabrizio Ferrandelli, in rappresentanza dell’amministrazione comunale.
«La mia presenza in via Li Muli – ha detto – è un atto dovuto perché ricordare il valore delle battaglie di Pio La Torre, e con lui anche la figura di Rosario Di Salvo, è un segno di continuità della cultura antimafia. Sono proprio loro due le prime persone a cui penso quando viene assegnato un bene confiscato alla mafia per attività di politiche sociali e pubbliche o una casa a un nucleo familiare della lista di emergenza abitativa».
Che abbiano potuto uccidere uomini come Pio La Torre, ma non le loro idee, presente anche lui all’iniziativa.
«La pulizia della lapide promossa dal centro Pio La Torre con le scuole - ha ribadito Antonello Cracolici, presidente della Commissione regionale antimafia - è importante perché rinnova la memoria, ma dobbiamo prendere atto che, nel frattempo, una nuova generazione di mafiosi è cresciuta: la mafia non è finita, la mafia si rigenera. Tra i sostenitori dei boss ci sono persino insegnanti, come dimostra il caso delle donne legate a Matteo Messina Denaro. Per questo oggi la battaglia da portare avanti deve servire a ricordare, ma anche a continuare a combatterla».
Ha suscitato poi grande entusiasmo la recita di una poesia da parte degli alunni del “Ragusa Moleti” che, come la performance, ha fatto trattenere il fiato a tutti. I più piccoli si sono impegnati a pulire, con secchio e stracci in mano, la lapide davanti alla quale hanno poi deposto dei fiori. È il segno della voglia di non fare calare il buio davanti alla storia.
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