Il circolo Acli di San Giuseppe Jato intitolato a Pio La Torre
Il circolo Acli di S. Giuseppe Jato intitolato al comunista Pio La Torre che ha speso tutta la sua vita a favore del mondo del lavoro, della pace, della democrazia e del socialismo e per tale impegno assassinato dalla mafia al servizio di oscuri disegni politici eversivi.
Nella cerimonia di inaugurazione di una elegante sede al centro della cittadina, presenti i dirigenti provinciali e comunali delle Acli, Nino Tranchina e Giovanni Turdo, e Vito Lo Monaco e Loredana Introini, presidente e vice presidente del Centro studi Pio La Torre, è stato ricordato lo speciale legame storico di La Torre con la realtà sociale del territorio della Valle dello Jato: dalle lotte per la riforma agraria all’applicazione delle leggi sul riparto dei prodotti, dalla ricostruzione del Belìce dopo il terremoto del 1968 alle lotte per la pace contro l’installazione a Comiso dei missili a testata nucleare Cruise.
Dalla strage di Portella delle Ginestre all’occupazione pacifica dei feudi per lo sviluppo moderno del sistema agricolo alimentare hanno visto il protagonismo di Pio, come dirigente della Cgil e poi come segretario del Pci, per attuare la Costituzione, nata dalla vittoria della Resistenza antifascista, e il suo spirito di giustizia e uguaglianza sociale contro le forze conservatrici e reazionarie sostenute dalla mafia.
Durante la seconda guerra di mafia, La Torre nel 1981 lascia la segreteria nazionale del Pci e ritorna in Sicilia a dirigere il suo partito per guidarlo nella lotta contro il terrorismo, politico e mafioso. In quei mesi, appena il governo nazionale dichiara che ha accolto la proposta della Nato di installare i missili Cruise a Comiso in risposta agli SS20 installati dall’URSS contro l’Occidente, nasce in Sicilia un movimento pacifista contro tale decisione. Pio aderisce al movimento lavorando per allargarlo a tutte le forze sociali e politiche allarmate dal vento di guerra fredda che minaccia la pace. La sua azione riesce a coinvolgere tutta la sinistra, compresi i socialisti che sono al governo, le forze cattoliche, l’ARS che vota all’unanimità contro l’installazione; lancia una petizione popolari che raccoglierà un milione di firme in Sicilia proponendo il ritiro degli SS20 sovietici e la non installazione dei Cruise della Nato.
L’Acli, guidata in Sicilia da Angelo Capitummino, diventa co-protagonista delle manifestazioni di massa e della raccolta delle firme: 11 ottobre 1981 30.000 a Comiso, 29 novembre 1981 50.000 a Palermo indetta dai sindacati, 4 aprile 1982 100.000 a Comiso (26 giorni prima dell’uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo 30 aprile).
La Torre da comunista togliattiano e berlingueriano nella sua attività sindacale e politica ha perseguito sempre il dialogo con le organizzazioni cattoliche democratiche. Negli anni cinquanta, durante l’aspra vertenza con i padroni dei Cantieri Navali di Palermo, i Piaggio difesi dal braccio armato della mafia dell’Acquasanta dei Galotolo, Pio dialoga con Muccioli della CISL per fare fronte comune. In questi comportamenti si rintracciano le radici della nascita del governo Milazzo che sancisce la rottura del partito dei cattolici e dell’alleanza con la sinistra contro la politica predatoria dei monopoli del Nord per uno un auto sviluppo moderno della Sicilia. La gente della Valle Jato e del Belìce ha partecipato massicciamente a questi processi politici in difesa del diritti del lavoro, dei ceti produttivi, sempre contro la presenza della mafia schierata a difesa del feudo prima e poi pronta a sostenere le politiche predatorie di un presunto sviluppo capitalistico “moderno”. La strage di Portella, gli assassini mafiosi di Partinico, di Cangialosi a Camporeale, i caduti per la pace a Piana, le lotte per il riparto del prodotto nel vigneto a compartecipazione, il piano zonale di sviluppo dell’ESA, la ricostruzione post-terremoto, per citare solo alcuni esempi, provano il continuo impegno civile e democratico dei cittadini del territorio.
Lo scioglimento per mafia delle amministrazioni comunali di S. Cipirello e S. Giuseppe J impone ravvivare questa cultura civica della partecipazione democratica e solidale per rendere impermeabili i comuni al condizionamento della mafia e dei loro complici della politica, dell’economia e della società.
Il circolo Acli-Pio La Torre farà onore al nome che ha scelto, forte della forza repressiva dello Stato, saprà mettere in atto tutta la sua opera, d’intesa con tutte le forze sociali e politiche democratiche e antimafiose, per rendere liberi i cittadini di ripristinare amministrazioni locali, regionali e nazionali al servizio del bene comune.
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