Warwick e l'umanità prossima dei robot
Cultura | 17 agosto 2015
KEVIN WARWICK, «INTELLIGENZA ARTIFICIALE. LE BASI» (DARIO FLACCOVIO EDITORE, PP. 288, EURO 24,00) Automobili a guida autonoma, esoscheletri meccanici integrati nel sistema nervoso, algoritmi, cioè sequenze di calcoli, che interagiscono con il mercato finanziario, droni in sostituzione di eserciti, orologi smart che registrano costantemente i ritmi vitali: mai come negli ultimi mesi avvertiamo di essere immersi in un universo di strumenti ipertecnologici e iperconnessi. Non si tratta di semplici gadget: con la diffusione del wi-fi e, soprattutto, con l'abitudine globale a aggiornare la nostra esistenza sulle piattaforme di social network, si torna a parlare di intelligenza artificiale. E il dibattito si divide, ancora una volta, fra apocalittici e integrati, creando disorientamento e confusione. Intanto, «una macchina può pensare»? Al quesito prova a rispondere Kevin Warwick, pubblicato oggi in Italia da Flaccovio, come un manuale sfiora appena il complesso dibattito sull'etica, ma dà al lettore una panoramica sintetica sulle forme già realizzate di intelligenza delle macchine e sugli sviluppi futuri. A partire da un interrogativo spesso sottovalutato: cos'è l'intelligenza umana? Per rispondere, il ricorso obbligato è alla biologia e il risultato è una tesi sicuramente anticonformista, dove la superiorità dell'uomo non è così scontata. Il tentativo dell'autore è l'apertura di un confronto neutrale fra esseri umani, animali, computer e ipotesi di forme di vita ancora sconosciute. Gradualmente, si arriva alla comprensione della possibilità di un cervello umano innestato in un corpo meccanico e, addirittura, all'ipotesi di una evoluzione ibrida, dove la struttura delle macchine non è fatta soltanto di silicio, ma «vive» grazie a neuroni biologici sviluppati in vitro e dotati di capacità di apprendimento. Date queste premesse, non resta che immaginare il futuro; nell'ultimo interessante capitolo del manuale, l'autore analizza, senza catastrofismi, la percezione del mondo e l'evoluzione dei sensi in chiave digitale, ciò che viene considerato l'ultima frontiera per un robot o per uno smartphone: la coscienza. Se la letteratura fantascientifica prova da decenni ad allertarci sul pericolo di un'imminente «rivoluzione delle macchine», il mondo scientifico non è leso nel suo classico ottimismo, e da voci autorevoli come quelle dell'astrofisico Stephen Hawking e del padre di Microsoft Bill Gates si apre la prospettiva di un'era in cui l'intelletto umano potrebbe non solo competere ad armi pari ma anche soccombere di fronte alle prestazioni sempre più sofisticate dei robot. Fedele alla Legge di Moore, che l'autore di questo manuale ritiene valida e insuperata, «la velocità e la capacità di memoria dei computer raddoppiano ogni due anni». Pochi calcoli e argomentazioni logiche ed ecco che, coraggiosamente, Warwick fissa una data, il 2029, come epoca della comparsa di un'intelligenza di tipo umano anche nelle macchine. Opera divulgativa, il libro è presentato in una nuova collana editoriale dall'immagine innovativa e «Le basi» di Warwick sono corredate da ampi paragrafi tecnici, glossari e bibliografie, e da un percorso storico completo, dalle teorie vintage degli anni '60, che richiedono una lettura attenta. La materia è complessa e in divenire, ma intanto non è più soltanto science fiction ma realtà già concreta, a portata di mano.
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