Voto di scambio, indagato un quarto dei deputati all'Ars

30 marzo 2019
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C' è Giovanni Lo Sciuto, amico di famiglia del superlatitante Matteo Messina Denaro arrestato a Trapani nell' inchiesta sulla masso-mafia che siedeva in commissione Antimafia (ora è autosospeso) e c' è l' ex presidente dell' Ars Francesco Cascio, ai domiciliari nella stessa inchiesta. C' è Riccardo Savona ( FI ) presidente della commissione Bilancio che sta per varare una manovrina da 20 milioni di euro, e c' è di nuovo Totò Cuffaro, coinvolto in un' inchiesta sul voto di scambio con altri 95 deputati, assessori e consiglieri comunali che lancia ombre sinistre su 147 mila voti raccolti da circa 20 candidati alle Regionali del 2017, sette dei quali eletti: l' assemblea regionale siciliana finora non è riuscita a trovare un paio d' ore per discutere della sua lista di indagati, emergenza etica che rilancia il caso Sicilia nel dibattito politico nazionale.

 Con un quarto (17) di deputati siciliani indagati e un terzo (4) di assessori della giunta Musumeci, da cinque giorni 20 deputati del M5S e il presidente dell' Antimafia regionale Claudio Fava sollecitano il presidente dell' Ars Gianfranco Miccichè a calendarizzare al più presto un dibattito, attaccando frontalmente il governatore Musumeci, indicato da Fava come uno che "issa continuamente le bandiere dell' onestà e poi le ammaina di fronte ai capibastone". La risposta di Miccichè è arrivata giovedì pomeriggio con la promessa che "il doveroso dibattito sulla questione etica si farà in tempi ravvicinati", accolta con una dose di scetticismo dal capogruppo M5S Francesco Cappello. 

A imprimere un' accelerazione, i dati emersi dalle inchieste di due Procure, Trapani e Termini Imerese, che hanno portato a galla le manovre delle lobby politico affaristiche condotte, nel caso di Trapani, all' ombra di logge massoniche coperte, e che a Termini, hanno lanciato pesanti sospetti sulla raccolta di 147 mila voti delle scorse Regionali del 2017. E se Miccichè con ritardo ha risposto, il silenzio di Musumeci è sottolineato sia da Fava che dai 5S : ''Tra i suoi assessori indagati - dice il presidente dell' Antimafia - c' è l' ex rettore Lagalla, per fatti che non riguardano l' attività politica, ma quella, pregressa, di rettore: possiamo chiederci se 'regalare' una borsa di studio sia oppure no un problema morale? Noi non lo riteniamo normale e vogliamo discuterne in aula". E i 5S rilanciano puntando il dito contro Savona, che ha dichiarato di non volersi dimettere, e che "continua a dirigere i lavori sul collegato alla Finanziaria", pur essendo indagato per una truffa di 800 mila euro sui finanziamenti ai corsi di formazione: "È compatibile con la presidenza come lo è il presepe con il Ferragosto", dice il capogruppo Francesco Cappello. 

Silenzio anche dalle parti del centrodestra e del Pd, con l' eccezione del deputato Nello Di Pasquale, intervistato da Sicilialive24: "Per eventuali indagini per corruzione, mafia o voto di scambio, fare il passo indietro mi sembra un atto dovuto a garanzia di tutti". Finora a dimettersi sono stati solo il sindaco di Termini Imerese Francesco Giunta, e un consigliere comunale Michele Galioto, sale invece il numero dei deputati regionali (in questo caso ex) condannati: tre giorni fa sono stati inflitti 8 mesi a Nino Dina (Udc) e Franco Mineo, Grande Sud. Roberto Clemente (Cantiere Popolare) era già stato condannato in abbreviato: erano accusati di corruzione elettorale aggravata, malversazione, millantato credito e peculato. (Il Fatto Quotidiano)

Giuseppe Lo Bianco



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