Volt, alle elezioni europee scende in campo la generazione Erasmus
Vogliono voltare pagina. Partono dall’assunto che la politica ha disatteso le promesse di una vera partecipazione per i cittadini e ha escluso dalle decisioni gran parte della società, giovani e donne prima di tutti. Vogliono, dunque, una politica diversa, ma anche un’Europa diversa. Stanno, infatti, lanciando la loro prima campagna per le europee di maggio 2019 ed è la prima volta che un partito correrà con lo stesso programma in tutta Europa: la Dichiarazione di Amsterdam. Andrea Venzon, il fondatore e presidente di VOLT Europa, ha illustrato oggi ai Cantieri Culturali della Zisa a Palermo programmi e obiettivi del movimento, transnazionale e progressista che aspira a rivoluzionare il modo di fare politica, già presente in trenta nazioni del continente. È nato nel 2017 in reazione alla Brexit e alle tendenze reazionarie che minacciano i valori in cui crede il movimento: dignità umana, pari opportunità, libertà, democrazia e sostenibilità. VOLT sta cambiando il modo di fare politica per costruire un’Europa più forte e unita che possa operare sui territori e contribuire a livello locale alla crescita di città come Palermo.
“Il Sud e la Sicilia - ha detto Venzon - chiedono lavoro, infrastrutture ed investimenti soprattutto verdi per assicurarne la sostenibilità. Il costo dei trasporti deve scendere perché penalizza la mobilità dei giovani. Questi obiettivi saranno raggiunti attraverso una maggiore efficienza nell'utilizzo dei fondi europei”. Volt è pronto a presentare propri candidati alle elezioni europee in almeno 7 paesi membri, per eleggere 25 parlamentari e formare il primo Gruppo Parlamentare della storia europea che si riferisca ad un partito transnazionale.
È questa la scommessa di Volt Europa, fondato da tre giovani di tre nazionalità diverse nel 2017, in reazione al referendum su Brexit e all’affermazione, al primo turno delle presidenziali francesi, del Front National di Marine le Pen, con una esplicita vocazione europea: Andrea Venzon, italiano, oggi presidente di Volt Europa che raggruppa e coordina i partiti nazionali; Colombe Cahen-Salvador, francese, coordinatrice delle politiche nel team europeo; e Damian Boeselager, tedesco, vicepresidente, hanno scelto il nome ispirandosi proprio all’unità di misura della differenza di potenziale elettrica, per rappresentare “l’energia che vogliamo portare a questo continente”. Nato nel 2017 da una pagina facebook, Volt conta oltre diecimila iscritti in 30 paesi – nei 28 dell’attuale Unione, ma anche in Svizzera e Albania – ed è già articolato in 8 partiti “nazionali” che condividono valori e linee guida per partecipare alle elezioni europee, nazionali e locali in Italia, Germania, Spagna, Svezia, Danimarca, Bulgaria, Olanda, Francia. Volt Italia, guidato da Federica Vinci, presidentessa, e Michele Quagliata, vicepresidente, è stato ufficialmente fondato a Bologna il 14 luglio.
Intorno alla proposta di VOLT prevale la fascia di età tra i trenta e i quaranta anni, ma sono sempre più numerosi i cittadini che si sentono europei e cercano risposte adeguate a problemi globali come il cambiamento climatico e i flussi migratori. “Dobbiamo rafforzare l’Unione Europea - ha concluso il Presidente di Volt Europa Andrea Venzon– perché le ripetute crisi hanno dimostrato che le nostre istituzioni non sono in grado di raggiungere i loro obiettivi. L'Unione deve essere riformata. Occorre istituire un’Europa federale con un Governo europeo, guidato da un Primo Ministro eletto dal Parlamento e con un Presidente eletto dal popolo”.
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