Verità e bugie sul travagliato rapporto tra l'Italia e l’Ue

Politica | 9 luglio 2019
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 Da tempo il nostro rapporto con l’Ue è considerato se non in modo negativo almeno in modo critico. Mentre in passato si esaltavano soprattutto i vantaggi dell’Unione costituiti prima di tutto dalla libera circolazione dei beni e delle persone nell’ambìto dei paesi che ne fanno parte, da qualche anno, almeno in Italia ma non solo nel nostro paese, si pongono in evidenza spesso i limiti della politica dell’Unione : si contesta soprattutto la scarsa disponibilità della Commissione Europea ad affrontare il problema dei migranti, per il quale effettivamente siamo lasciati soli, una sua insufficiente sensibilità ai temi dello sviluppo e dell’occupazione, particolarmente sentiti nel nostro paese, in genere l’eccessivo rigore finanziario che impone al nostro paese, che come è noto ha uno dei più alti debiti del mondo, limiti al finanziamento in deficit.

Quando si fanno tali contestazione non si considera  ciò che era l’Europa nel dopoguerra quando si era reduci di ben due guerre che vedevano coinvolti paesi europei, quando i rapporti anche diplomatici, e non solo commerciali, erano difficili se non impossibili anche per l’esistenza di diverse valute, quando, essendo impediti gli scambi anche la qualità ed i prezzi dei beni non erano i migliori, quando l’emigrazione in altri paesi non era facile, quando non si disponeva di una politica comune sia nel settore economico che in quello della convivenza civile. Se si considerasse tutto questo il giudizio anche dei più critici forse sarebbe diverso.

 Certo, bisogna riconoscerlo, ci sono allo stato attuale diversi problemi irrisolti, oltre il già citato problema dei migranti, quello del costo del lavoro, attualmente causa della  delocalizzazione di molte imprese oltre che occasione di sfruttamento di molti lavoratori , quello del controllo e del sostegno ai paesi indebitati tra cui il nostro , in genere quello dello conciliazione tra il rigore e lo sviluppo  a cui è connesso il problema  dell’occupazione, drammatico nel nostro paese . Occorrono sicuramente modifiche ai trattati attualmente in vigore , modifiche non sempre facili per i diversi “interessi” dei paesi membri (sono oggi 28) e per l’attuale vigore in diversi casi del principio dell’unanimità.

Riconoscere questi limiti non può significare però uscire dall’Ue ma lavorare per migliorarla, non può significare uscire dall’Euro ma lavorare per renderlo più forte, non può significare accettare che i migranti rimangano in Italia ma discutere per risolvere in modo solidale e non formale il problema.

Al contrario significa essere presenti nelle istituzioni europee per incidere nella elaborazione delle varie decisioni, significa creare collegamenti ed alleanze per ottenere soluzioni convenienti dal punto di vista nazionale senza trascurare la prospettiva dell’integrazione reciproca.

Significa anche a livello periferico mettere in evidenza i “contributi” dell’Ue per migliorarne l’immagine, organizzarsi per sfruttarli come fanno tanti altri paesi, in modo che il nostro saldo tra entrate ed uscite per l’Europa torni a nostro vantaggio. E’ doloroso dirlo : molti contributi possibili per il nostro Sud, come è noto molto bisognoso, non sono utilizzati per mancanza di progetti e comunque per problemi procedurali.

L’augurio è che tutto questo possa avvenire e che la nuova Commissione  guidata da una donna possa creare quell’armonia tra gli stati membri che è necessaria per risolvere con spirito unitario e solidale i diversi problemi dell’Unione, primo tra tutti quello dei migranti.

L’armonia infatti, anche nel campo politico-economico, paga come dimostra l’immediata caduta dello spread sotto i 200 punti alla  notizia del riconoscimento da parte della Commissione europea del venir meno dei presupposti per l’apertura della procedura d’infrazione per eccesso di debito contro il nostro paese dopo la presentazione dell’assestamento di bilancio da parte del nostro governo.                                                                              

 di Diego Lana

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