Una nave italiana pattuglierà il mare in cerca di vite da salvare

Società | 4 ottobre 2018
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 Parte da Augusta, in Sicilia, la sfida di associazioni e ong a Matteo Salvini. E’ salpata la notte scorsa, ed è già in acque internazionali, la nave Mediterranea, un ex rimorchiatore battente bandiera italiana che da oggi sarà una nuova voce nel Mediterraneo centrale, «dove ora vige il silenzio voluto dalle scellerate politiche dell’Italia e dell’Europa». L’obiettivo, spiegano i promotori dell’iniziativa, è quello di «testimoniare e denunciare le condizioni dei flussi migratori» ma «siamo pronti anche a salvare vite umane se servirà». Immediata arriva la replica di Salvini che avverte:

"Fate quello che volete, prendete il pedalò, io sono

democratico, andate in Tunisia, Libia o Egitto, ma in Italia

nisba». Il ministro dell’Interno apostrofa l’imbarcazione

definendola una «nave di scalcagnati dei centri sociali che va a

prendere tre merluzzetti».

Ma, a bordo di quella nave, non ci sono solo volontari ed

esperti, ma anche rappresentanti delle istituzioni, come il

deputato di Sinistra Italiana Erasmo Palazzotto, e del mondo

della cultura, come la scrittrice Elena Stancanelli. «La nostra

- spiegano i promotori durante la conferenza stampa a Roma - è

un’azione di disobbedienza morale e di profonda obbedienza

civile. Disobbediremo sempre a questa xenofobia ma obbediremo

sempre alla Costituzione, al diritto internazionale e alle leggi

del mare». La missione opererà al largo delle coste libiche e

durerà, in tutto, un paio di mesi. Una nave di 37 metri con

bandiera italiana, attrezzata anche per il soccorso. «Opereremo

sempre nel rispetto delle normative - assicura il board di

Mediterranea - auspichiamo che facciano altrettanto le

istituzioni».

L’iniziativa, resa possibile dal prestito concesso da Banca

Intesa ad un’associazione di volontari, renderà pubblico giorno

dopo giorno il racconto del mare attraverso il proprio sito web

(mediterranearescue.org), dove si raccolgono anche donazioni per

poter proseguire la missione. Tra i sostenitori del progetto c'è

anche il gruppo «I Corpi», nato dall’idea di Sandro Veronesi e

al quale hanno aderito decine di registi, scrittori ed

intellettuali italiani, come Paolo Virzì, Gabriele Muccino o

Alessandro Bergonzoni. «C'è da salvare l’onore del nostro popolo

e del nostro Paese disonorato dalla scelleratezza di contraddire

una delle leggi naturali del Mediterraneo - spiega Veronesi -,

un mare che uccide se non si danno garanzie di soccorrere chi ha

bisogno». Da oggi, in quel mare, ci sarà un nuovo faro per

illuminare un buio fin troppo letale.


Migliaia scendono in piazza per Acquarius

«Date una nuova bandiera per far  tornare a navigare la nave Aquarius": è l’appello che da 67 città europee, tra cui l’italiana Palermo, migliaia di persone

hanno rivolto ai governi del Vecchio Continente. Un’onda

arancione di manifestanti vestiti con il colore dei giubbetti di

salvataggio in mare, chiamati in piazza dalla ong Sos

Mediterranée. L’organizzazione non governativa, insieme a Medici

senza frontiere, opera sull'imbarcazione impegnata fino a pochi

giorni fa nel soccorso ai migranti al largo della Libia e ora

costretta a rimanere bloccata a Marsiglia.

L’Aquarius, rimasta per diverso tempo l’unica nave gestita da

ong attiva nel Mediterraneo, è approdata giovedì scorso nello

scalo nel sud della Francia, il suo porto d’origine, dopo

l'ultima operazione che ha portato al salvataggio di 58 persone,

trasferite a Malta per essere ridistribuite tra Francia,

Germania, Spagna e Portogallo. Ora la nave non potrà più

muoversi dalla città francese, dopo che le autorità di Panama

hanno deciso il 23 settembre di toglierle la bandiera.

Proprio a Marsiglia, la sede di Sos Mediterranée è stata

bersaglio di un blitz dell’estrema destra venerdì, quando una

ventina di militanti del gruppo Generation Identitaire ha fatto

irruzione negli uffici, costringendo il personale a uscire e

esponendo uno striscione. La città ha risposto con una delle

manifestazioni di piazza più partecipate tra quelle della

giornata: diverse migliaia le persone scese in piazza nel Vieux

Port con le magliette arancioni, a giudicare dalle immagini

veicolate sui social network. Addirittura trentamila secondo gli

organizzatori.

Ma centinaia di persone hanno partecipato a presidi anche a

Parigi, Bruxelles, Madrid, Berlino, Palermo, dove è sceso in

piazza anche il sindaco Leoluca Orlando. Ovunque sono stati

srotolati striscioni e cartelli con appelli per «salvare

l'Aquarius». A Tolosa, i manifestanti hanno dispiegato al suolo

una lunghissima lista di nomi: le migliaia di morti annegati nel

Mediterraneo. Ovunque, la stessa richiesta agli Stati europei:

adottare le misure necessarie per far riprendere il mare

all’imbarcazione, che secondo l’ong avrebbe salvato quasi 30

mila persone in 230 operazioni di soccorso. Lo stesso appello

contenuto in una petizione online pubblicata da Sos Mediterranée

sul sito WeMove.Eu e che ha già superato le 200.000

adesioni.



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