Una diversa narrazione dell'Europa
All’interno
dell’Europa, quella che sta mancando è la “narrazione”, la prospettiva comune
di un progetto; nonostante, a mio parere, le cose realizzate e gli interventi
presi siano della massima importanza.
Prendiamo, ad
esempio, la questione Grecia. Ci sono stati limiti enormi, è vero, e tutti
c’interroghiamo sulla capacità di tenuta del progetto europeo; ma, non dobbiamo
sottovalutare il fatto che, nonostante i cosiddetti “ egoismi “ nazionali, si è
intervenuti insieme dando ad un paese oggettivamente in “default” la
possibilità di ottenere i mezzi finanziari per andare avanti.
Non
sottovalutiamo, inoltre, i 35MM disposti, al di fuori del salvataggio, tramite
i fondi strutturali ed il Piano Juncker, dedicati tutti interi allo sviluppo
dell’economia greca: 35 MM sono il 10% del PIL greco. L’importante è la
rapidità e l’efficacia dell’intervento.
La disponibilità dei vertici della Commissione a collaborare con il governo
greco mi sembra encomiabile.
Questi due
elementi, appena descritti, non sono da sottovalutare e potrebbero fare parte
di una narrazione completamente diversa della situazione europea, rispetto alla
sfiducia che si sta diffondendo.
Questi sono
fatti
Anche la
recente iniziativa di QE della BCE, per ca 1.600 MM previsti entro il 2016,
sono fatti significativi, per non parlare della storia del cammino europeo
percorso fino ad oggi.
Abbiamo
integre tutte le possibilità di una narrazione diversa e di un progetto comune
d’importanza storica.
Non possiamo
eliminare le diversità nazionali, ma tenerle presenti, valorizzarle e
considerarle un arricchimento di un progetto comune che riesca veramente a
valorizzare il Continente in un progetto di sviluppo integrato e correttivo
degli squilibri.
Tutto questo, abbiamo la credibilità e possibilità di farlo a credito comune ed
è inutile continuare ad averne paura.
Possiamo,
insieme, rivolgerci ai mercati finanziari e chiedere le risorse necessarie per
realizzare dei progetti che interessino lo sviluppo comune.
Dobbiamo,
inoltre, avere la capacità di gestire la nostra politica estera in maniera
coordinata e riflettere ancora sulla validità e possibilità di miglioramento
degli strumenti di governance, specialmente dell’area euro.
Abbiamo
bisogno di una classe dirigente capace di portare avanti questo cammino.Qualcosa
comincia a muoversi nel dibattito politico e sia il governo italiano, sia il
Partito Democratico, ognuno nel proprio ambito, possono essere attori
importanti di questo processo.
A tutti noi il
compito di riproporre, con questa narrazione dell’Europa dei nostri giorni,
l’attualità degli ideali dei padri fondatori.
http://ciragionoescrivo.blogspot.com
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