Un piano d’investimenti per il lavoro e per l’Italia

Economia | 28 novembre 2018
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La manovra economica recentemente presentata al Parlamento domina attualmente il dibattito politico ed alimenta molte discussioni attorno ad essa. Il tema è come finanziare la realizzazione delle promesse elettorali inserite nel “contratto” dai due azionisti del Governo, il Movimento 5 Stelle e la Lega, promesse con ispirazione diversa fatte ipotizzando una vittoria elettorale del proprio partito e non un accordo a due .

Il Governo sostiene che bisogna cambiare ed in qualche modo anche osare visti i risultati deludenti delle politiche del passato; le opposizioni , la Commissione Europea, La Corte dei Conti, gli organi di controllo, la Banca d’Italia, le istituzioni economiche anche internazionali, ritengono la manovra rischiosa per la tenuta dei nostri conti e per il finanziamento del nostro ingente debito ( e gli effetti cominciano a vedersi con l’aumento dello spread ed il mezzo floap del Btp Italia).

Chi scrive sa che le posizioni sono ormai delineate e che ben poco si può modificare dato anche che ci sono in gioco promesse e calcoli elettorali. Ma in considerazione della emergenza che vive l’Italia sul piano delle strutture e delle infrastrutture, oltre che sul piano sociale del lavoro che manca, anche per rilanciare a fini turistici l’immagine del nostro paese che per effetto delle cause predette si è molto appannata, ritiene che sarebbe opportuna una ristrutturazione del Def ispirandola principalmente alle finalità predette, ciò anche alla luce dello spiraglio che pare si sia aperto con la cena di Bruxelles tra il nostro Presidente del Consiglio ed il Presidente della Commissione Europea e considerando anche che quest’ultima, in mancanza di cambiamenti, vuole avviare la procedura d’infrazione per eccesso di debito.

Non si può restare insensibili al grido di dolore di molti cittadini che hanno perso la casa, gli averi e spesso i congiunti, non si può rispondere con i mezzi ed i tempi burocratici normali come dimostra l’esperienza negativa dei paesi terremotati.Sarebbe opportuno un piano straordinario con tempi certi e procedure rapide, un piano che coinvolga le varie amministrazioni pubbliche in modo da aprire cantieri di lavoro in tutte le province d’Italia, da Aosta a Palermo, da Venezia a Siracusa, da Belluno a Catania ed incrementare cosi l’occupazione in tutte le parti del paese.

Muovendosi in questo senso il Governo non solo verrebbe incontro a precisi bisogni avvertiti dalla popolazione e dalle imprese ma superebbe una delle principali osservazioni che autorità ed istituti economici muovono all’attuale stesura del Def: quella di essere squilibrato verso i consumi e di trascurare gli investimenti. Cadrebbero molte osservazioni della Commissione Europea, cesserebbero molte oscillazioni di Borsa , si ridurrebbe lo spread, cadrebbero gli outlook negativi delle società di rating e sarebbero sostituiti da quelli positivi di un paese in ripresa, di un paese impegnato nel rinnovamento delle sue strutture, dei suoi beni culturali e delle sue infrastrutture. Migliorerebbe anche la nostra immagine internazionale e l’attrattività turistica.

Sarebbe un grande piano di sviluppo, una grande prova di efficienza e di efficacia della nostra classe politica, un bell’esempio di una politica che viene incontro alle esigenze più avvertite in questo momento dalla popolazione.

Non si tratterebbe di accantonare le parti più qualificanti dei programmi elettorali dei due partiti al governo, in particolare del reddito di cittadinanza e della modifica della legge Fornero, ma di un diverso approccio al problema della ripresa economica e del lavoro in attesa della creazione delle premesse organizzative dei provvedimenti predetti.

 di Diego Lana

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