Un patto sociale contro la povertà in Sicilia
«Almeno 250 mila famiglie siciliane vivono in povertà assoluta, per questo proponiamo un ddl regionale d'iniziativa popolare di sette articoli che introduca una integrazione al reddito delle famiglie siciliane bisognose».Lo ha detto Vito Lo Monaco, presidente del centro studi Pio La Torre, alla presentazione della proposta di legge all'Auditorium Rai di Palermo. Il gruppo di lavoro dell'Osservatorio sui Fondi Europei del Centro Pio La Torre ha calcolato che sono 924mila le famiglie che vivono in povertà relativa. L'iniziativa ha già raccolto diverse condivisioni e adesioni trasversali tra Anci e Caritas siciliane, comunità di Sant'Egidio, sindacati, Confindustria, ma anche rappresentanti del terzo settore, come l'associazione Libera.La proposta di legge dovrà essere sottoscritta da diecimila elettori siciliani, ma l'obiettivo dei proponenti è arrivare a un numero di almeno cinquantamila sottoscrizioni da far pesare sull'agenda dell'Ars, sollecitandola così a prendere atto che «Il 52,3% delle famiglie siciliane non arriva a fine mese, non riesce a pagare le bollette, o non può affrontare una spesa improvvisa - si legge nella relazione dell'osservatorio sui Fondi Europei del Pio La Torre - il 41,1% è a rischio povertà, contro una media nazionale del 19,1%, e il 32,5% versa in stato di povertà relativa, contro una media nazionale del 12,6% e del 26% nel Sud».
«Per superare la soglia della povertà assoluta stimata dall'Istat in poco più di 800 euro mensili per famiglia, basterebbero da 70 a 120 milioni l'anno nella prima applicazione - ha aggiunto Lo Monaco - prevedendo una diminuzione negli anni successivi per il miglioramento delle condizioni complessive delle famiglie».L'iniziativa prevede anche l'erogazione di una carta regionale per gli acquisti di beni e servizi da parte di chi vive in povertà assoluta alimentata mensilmente fino al raggiungimento della cifra prevista per l'integrazione al reddito. L'eventuale credito residuo potrà essere speso nei mesi successivi. «I nuovi poveri sono tanti e sono i più umiliati perchè hanno dovuto cambiare bruscamente il loro stile di vita - ha detto il vescovo di Mazara, monsignor Mogavero, presente all'iniziativa - questo deve essere un atto di giustizia e non di carità, perchè altrimenti sarebbe degradante per chi la fa e per chi la riceve».
«Qui la vita politica è inquinata dalla tendenza a barattare il voto contro favori, anche diminima entità - ha sottolineato Lo Monaco - Il controllo del voto ha visto spesso comeprotagoniste le cosche mafiose. Per questo è importante rendere i cittadini meno dipendenti dalla morsa del bisogno». Intorno a questo asse si è saldato l'impegno con l'associazioneLibera, che a livello nazionale si è mobilitata da mesi per l'istituzione di un reddito di dignità dopo l'avvio della campagna «Miseria Ladra».«Il 26 marzo abbiamo chiesto un incontro urgente ai 13 gruppi parlamentari all'Ars per istituire un reddito minimo contro le povertà e contro le mafie - ha detto il presidente regionale di Libera, Umberto Di Maggio - Dei 13 gruppi, però, finora l'unico incontro avvenuto è stato col gruppo parlamentare dei 5 Stelle».
«A Palermo sono 1400 le famiglie senza casa, e 350 quelle che hanno occupato abusivamente edifici pubblici abbandonati.Inoltre, ogni giorno avvengono due - tre sfratti per morosità incolpevole a Palermo», ha detto Nino Rocca, presidente del comitato Lotta per la casa, intervenendo all'iniziativa lanciata dal centro studi Pio La Torre all'Auditorium della Rai di Palermo di una proposta di legge regionale d'iniziativa popolare per istituire l'Integrazione al reddito contro la povertà assoluta.«Il numero delle famiglie in mezzo alla strada aumenta progressivamente - ha aggiunto Rocca - a Palermo sono 130 le persone, tra stranieri e italiani, che vivono per strada e chesono diventati "invisibili". Ammortizzatori sociali come Biagio conte o la Caritas sono e sauriti e se una famiglia rischia lo sfratto a livello comunale non sa a chi rivolgersi». Fitto il cartello di associazioni e sindacati che ha aderito all'iniziativa del Ddl sottolineando la necessità di interventi strutturali.
Ecco la proposta di legge di iniziativa popolare
Disegno di legge d’iniziativa popolare
Integrazione al reddito contro la povertà assoluta
Art. 1
E’ istituita l’integrazione al reddito contro la povertà assoluta.
Art. 2
L’integrazione al reddito contro la povertà assoluta è una misura volta a fornire un aiuto economico pari alla differenza tra il reddito disponibile (ISEE) del nucleo familiare e la soglia della povertà assoluta calcolata annualmente dall’ISTAT.
Art. 3
L’integrazione al reddito contro la povertà assoluta è erogata mediante il rilascio di apposita carta acquisti che potrà essere utilizzata per l’acquisto dei beni e servizi di prima necessità individuati dal regolamento attuativo della presente legge.
La carta acquisti di cui al precedente comma è alimentata mensilmente fino al raggiungimento della cifra prevista per l’integrazione al reddito.
L’eventuale credito residuo è spendibile nei mesi successivi.
Art. 4
La richiesta della carta acquisti va effettuata presso un centro di assistenza fiscale o un patronato.
Il rilascio della carta acquisti è subordinato all’impegno a sottoscrivere, da parte dei beneficiari, un progetto di inclusione sociale.
Il progetto di cui al comma precedente è gestito dai servizi sociali del comune di residenza dei beneficiari, eventualmente in collaborazione con i centri per l’impiego.
Possono inoltrare domanda per il rilascio della carta acquisti coloro che, alla data di entrata in vigore della presente legge, siano legalmente residenti da almeno dodici mesi nel territorio della regione.
Art. 5
Le spese di attivazione e di funzionamento dell’integrazione al reddito contro la povertà assoluta sono a carico della regione.
Chi omette di informare tempestivamente l’amministrazione circa eventuali incrementi nella sua situazione reddituale tali da comportare una decurtazione dell’integrazione al reddito, perde istantaneamente e per i cinque anni successivi il diritto a ricevere l’integrazione medesima. Tale previsione si applica anche a coloro i quali abbiano presentato la propria istanza formulando dichiarazioni mendaci sulla propria capacità reddituale.
Le articolazioni periferiche dell’Assessorato regionale al lavoro effettuano gli opportuni controlli. Contestualmente al rilascio della carta acquisti i beneficiari sottoscrivono l’impegno a consentire agli incaricati dell’amministrazione regionale e del comune di residenza sopralluoghi e accertamenti. Comporta l’immediata decadenza dal diritto all’integrazione al reddito contro la povertà assoluta il rifiuto ingiustificato del beneficiario a consentire l’accesso alla propria abitazione, a beni registrati, a conti correnti, a titoli o ad altre informazioni rilevanti, da parte degli organi summenzionati.
In presenza di violazioni di legge rilevanti, i predetti incaricati provvedono anche a comunicarle alle competenti autorità giudiziarie.
Art. 6
Tutte le modalità di gestione dell’integrazione al reddito contro la povertà assoluta sono disciplinate con apposito regolamento da emanarsi entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
Art. 7
La copertura finanziaria dell’integrazione al reddito contro la povertà assoluta è assicurata dalle risorse regionali, nazionali e comunitarie utilizzabili a tale scopo.
Prioritariamente verranno destinate a tale finanziamento: 1) la rimodulazione dei programmi operativi regionali (FSE, FESR e FEARS) del presente periodo di programmazione; 2) i programmi paralleli derivanti dalla riduzione del cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali investimento europeo (SIE); 3) le quote residue del piano azione e coesione (PAC); 4) le quote in economia della legge n. 328/2000; 5) le quote provenienti dal fondo di sviluppo coesione (FSC).
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