Un film racconterà il coraggio di Felicia Impastato
Con quella faccia antica da Ecuba dolente, Felicia Impastato ha raccontato una storia siciliana al contrario: una storia di ribellione, alla mafia, al matrimonio combinato, alla falsa verità dei carabinieri, alle regole del lutto, che non ricalca certo lo stereotipo della donna di paese ferita e rassegnata. La madre-coraggio di Cinisi, morta dieci anni fa, diventa ora un personaggio del piccolo schermo grazie al film tv per la Rai che Gianfranco Albano girerà a settembre nei luoghi della sua vita e delle sue lotte.
E così dopo Lucia Sardo, interprete de "I cento passi" di Marco Tullio Giordana, sarà Lunetta Savino, l' ex Cettina di "Un medico in famiglia", a incarnare mamma Felicia, la madre di Peppino Impastato che partecipò alla battaglia per la verità sulla morte del figlio. Una bella sfida quella di restituire la dignità di una donna che riuscì a fare da argine a un marito mafioso, che cercò di difendere il figlio dai boss e da se stesso, che accusò don Tano Badalamenti in un' aula giudiziaria. Come scrive la biografa, Anna Puglisi, Felicia dopo il matrimonio mise subito i paletti per proteggere la casa dalle "amicizie" pericolose dell' uomo che aveva sposato per amore, dopo aver rifiutato il fidanzato scelto dal padre: «Se mi porti qualcuno dentro, un mafioso, un latitante, io me ne vado da mia madre».
La sceneggiatura è firmata da Monica Zapelli (la stessa de "I cento passi") e Diego Da Silva, la produzione è della 11 marzo di Matteo Levi. Riprese a settembre a Cinisi, anche se la tentazione di lasciarsi abbracciare dalla Puglia e dalla sua generosa Film commission è stata forte.
Ma perché la scelta di Felicia Impastato? «È una tematica che mi tocca nel profondo - dice Albano, già regista della fiction "Brancaccio" dedicata a padre Puglisi - Forse in una vita precedente sono nato in Sicilia perché ho una particolare attrazione per questa terra: prova ne sono gli altri due film che ho girato qui, prima e dopo "Brancaccio", "Felipe ha gli occhi azzurri" e "Il figlio della luna" su Fulvio Frisone.
La storia di questa donna è talmente straordinaria che non ho potuto dire di no all' offerta del produttore. La cosa più bella di Felicia è la sua volontà di sottrarsi all' omologazione, non solo rispetto alla mafia: lei non si allineava.
Anche se non fosse nata in Sicilia sarebbe stata una ribelle comunque. Sullo schermo certamente non vedremo una vedova triste ma un personaggio vitale, di quelli che la gente del Nord mai scesa oltre la linea gotica non riesce a immaginare come siciliano».
Il film seguirà vita e battaglie di Felicia Impastato a partire dall' omicidio del figlio e fino al processo faticosamente ottenuto contro mandanti e sicari, lungo un arco di ventidue anni.
Una battaglia, spalleggiata dai compagni di Peppino e dal Centro di documentazione di Umberto Santino, contro i depistaggi, contro il muro di silenzio, contro un' inchiesta chiusa, contro i consigli dei parenti del marito che la volevano dissuadere dal rivolgersi alla giustizia, fino alla decisione di costituirsi parte civile.
«Mio fratello Peppino era stato bollato come terrorista e noi della famiglia eravamo isolati», dice ricordando i momenti più duri Giovanni Impastato, che si dice felicissimo di poter collaborare con la produzione per un film che «ricostruisce la storia di mia madre legata alle sue lotte. Sono sicuro che questo film susciterà emozione».
Impastato "benedice" anche la scelta della Savino come protagonista, riconoscendo persino una vaga somiglianza con la madre, «anche nel portamento ». Il resto del cast è tutto da fare, ma si tratterà di piccoli ruoli satelliti attorno alla protagonista assoluta.
Insomma, se Franca Viola fu la prima siciliana a ribellarsi alla legge atavica del matrimonio riparatore, Felicia Impastato ha capovolto il cliché della donna siciliana rassegnata alla legge antica e immutabile della mafia.
E non solo: basta dire, come scrive sempre Anna Puglisi, che tre giorni dopo il funerale anziché trincerarsi in casa secondo le regole del lutto, andò al seggio elettorale per votare Impastato Giuseppe, candidato di Democrazia proletaria al consiglio comunale di Cinisi. Altro che occhi bassi e bocca cucita di tanto cinema degli anni Sessanta. (La Repubblica)Ultimi articoli
- La marcia del 1983, si rinnova la sfida alla mafia
- Bagheria, consiglio
aperto sulla “marcia” - La nuova Cortina
di ferro grande campo
di battaglia - La riforma agraria che mancò gli obiettivi / 2
- Mattarella, leggi
di svolta dall'incontro
con il Pci - Mattarella fermato
per le aperture al Pci - La legalità vero antidoto per la cultura mafiosa
- Natale, un po' di rabbia
e tanta speranza
nella cesta degli auguri - Lotte e sconfitte
nelle campagne siciliane
al tempo di Ovazza / 1 - La legge bavaglio imbriglia l'informazione