Un albo per i gestori dei beni sequestrati ai boss

Società | 16 settembre 2015
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Il presidente del Tribunale di Palermo, Salvatore Di Vitale, ha disposto, «in attesa dell'emanazione del regolamento istitutivo dell'Albo Nazionale degli amministratori giudiziari - si legge in una nota - la formazione, a uso interno di un albo di professionisti cui attingere, con criteri di trasparenza, per l'affidamento di incarichi di amministrazioni di aziende e dei patrimoni sottoposti a sequestro giudiziario». La decisione è stata presa di concerto con il presidente della sezione Misure di prevenzione, Mario Fontana, e con il presidente coordinatore delle Sezioni Penali, Alfredo Montalto. «A tal fine - prosegue Di Vitale - premesso che trattasi di incarichi fiduciari che presuppongono una preventiva valutazione del giudice sui requisiti di esperienza, struttura professionale e indipendenza, dispone che nel sito del Tribunale venga pubblicato l'invito a presentare istanza di inserimento in tale Albo, allegando il proprio curriculum e indicando le eventuali specializzazioni». Le domande dovranno essere esclusivamente indirizzate, via pec, all'indirizzo misurediprevenzione.tribunale.palermo@giustiziacert.it. Fontana provvederà, in attesa di una soluzione normativa, a elaborare, sentendo i giudici della Sezione, «preventivi criteri - conclude - per la liquidazione dei compensi che tengano conto, in primo luogo, che detti incarichi rivestono carattere di munus publicum».

L'INCHIESTA SUI  BENI SEQUESTRATI; INDAGA ANCHE LA CASSAZIONE 
Anche il Pg della Cassazione, titolare dell'azione disciplinare nei confronti deimagistrati, avvia accertamenti nei confronti di Silvana Saguto e degli altri tre magistratiindagati per il giro di incarichi di amministratori giudiziari dei tesori sequestrati alla mafia. Eintanto il presidente del tribunale di Palermo, Salvatore Di Vitale, anticipa tutti e conun'operazione trasparenza istituisce un albo di professionisti tra i quali saranno selezionatiquelli destinati ad amministrare le aziende dei boss. È proprio quello che prevede unprogetto di riforma non ancora discusso in Parlamento. In attesa che questo avvenga, aPalermo va in scena l'anteprima.  D'ora in poi, annuncia Di Vitale, saranno affidati incarichi fiduciari che presuppongano una«preventiva valutazione da parte del giudice dei requisiti di esperienza, strutturaprofessionale ed indipendenza». Si tratta di un passaggio nuovo di un'operazionetrasparenza che introdurrà un principio di valutazione non solo delle competenzeprofessionali degli aspiranti manager ma anche della loro distanza da centri di interesse, daparentele e da relazioni private. Questo filtro sarebbe del tutto mancato, secondo i pm diCaltanissetta, nella distribuzione degli incarichi da parte della sezione del tribunalepresieduta fino a qualche giorno fa da Silvana Saguto.L'indagine ipotizza un sistema basato sullo scambio di favori, nomine e consulenze.Saguto sarebbe stata, secondo l'accusa, il perno del «sistema» che metteva in secondopiano le competenze e ne avrebbe ricavato vantaggi per sè, per il marito Lorenzo Carammae per il figlio Emanuele. Sotto inchiesta è finito anche il padre Vittorio: è indagato perautoriclaggio perchè avrebbe ricevuto dalla figlia denaro proveniente da casi di favoritismo. I magistrati nisseni si sono mossi sulle tracce di denunce e di segnalazioni poi riscontrateda una serie di intercettazioni.È così che sono affiorati i casi dell'avvocato Gaetano Cappellano Seminara, il «re» degliamministratori giudiziari di Palermo, del giudice Tommaso Virga e del giovane figlio Waltera cui è toccato in gestione l'impero dei Rappa (oltre 600 milioni di euro) che nel frattempoha lasciato. Un altro magistrato, Dario Scaletta, pm della Dda, è indagato per avere passatoa Silvana Saguto informazioni sull'indagine dei colleghi di Caltanissetta. Sono questi i nomi dei magistrati per i quali il procuratore generale della Cassazione,Pasquale Ciccolo, ha avviato gli accertamenti preliminari. Si tratta di una iniziativa di prassi incasi come questi, il cui obiettivo ultimo è verificare se ci sono gli estremi per un'azionedisciplinare. Ed è parallela a quella della Prima Commissione del Csm, il cui compito èvalutare se vi siano profili di incompatibilità ambientale o funzionale che possano giustificareil ricorso al trasferimento d'ufficio. 

Franco Nicastro



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