Tre giovani su quattro non hanno le competenze per lavorare

Giovani | 10 agosto 2022
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Quasi tre quarti dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni in 92 Paesi (con dati disponibili) non riescono ad acquisire le competenze necessarie per lavorare. È quanto emerge dal rapporto Recovering learning: Are children and youth on track in skills development lanciato dall’Education Commission e dall’UNICEF in vista della Giornata mondiale delle competenze giovanili. I dati evidenziano dei bassi livelli di competenze tra i bambini e i giovani di tutte le fasce d’età, con i giovani dei Paesi a basso reddito che hanno meno probabilità di avere le competenze necessarie per esprimere le proprie potenzialità, soprattutto per quanto concerne le future opportunità di lavoro, il lavoro dignitoso e l’imprenditorialità.
“Una generazione di bambini e giovani ispirata e qualificata- ha detto Robert Jenkins, Direttore dell’UNICEF per l’Istruzione- è fondamentale per la prosperità, il progresso e il successo delle società e delle economie. Tuttavia, per la maggior parte dei bambini e dei giovani di tutto il mondo i sistemi formativi hanno fallito, lasciandoli privi di istruzione, di ispirazione e di competenze - la tempesta perfetta per l’improduttività”. All’età di 10 anni, infatti, gran parte dei bambini nei Paesi a basso e medio reddito non è in grado di leggere e comprendere un testo semplice. I Paesi di tutto il mondo secondo quanto emerge dal rapporto- con alti tassi di giovani fuori dalla scuola e con un basso livello di competenze di secondo livello- stanno affrontando una crisi di competenze, con la maggior parte dei giovani impreparati a partecipare all’odierna forza lavoro. Le profonde disparità tra i Paesi e tra le comunità più povere stanno altresì aumentando le disuguaglianze. In almeno un Paese su tre a basso reddito con dati disponibili, infatti, oltre l’85% dei giovani è fuori strada per quanto riguarda il conseguimento di competenze di livello secondario, digitali e specifiche per il lavoro. “Per dare ai giovani le migliori possibilità di successo e recuperare le perdite di apprendimento dovute alla pandemia- ha detto il Direttore Esecutivo dell’Education Commission Liesbet Steer- dobbiamo sostenerli in modo olistico. Ma non possiamo recuperare ciò che non misuriamo. Dobbiamo sapere a che punto sono i bambini e i giovani nello sviluppo delle competenze di cui hanno bisogno e monitorare i loro progressi”. Queste son le ragioni per le quali l’Education Commission, l’UNICEF e i partner hanno lavorato per colmare le lacune critiche in termini di dati, tra cui il lancio dell’Orologio delle competenze per aiutare a tracciare i progressi e sensibilizzare i giovani sul raggiungimento delle competenze in tutto il mondo, in modo da poter intervenire con urgenza per preparare questa generazione a prosperare in futuro. I dati provenienti da 77 Paesi mostrano che meno di tre quarti dei bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni hanno uno sviluppo adeguato in almeno tre dei quattro ambiti riguardanti alfabetizzazione-abilità di calcolo, educazione fisica, sfera socio-emotiva e apprendimento. A circa 10 anni, la maggior parte dei bambini nei Paesi a basso e medio reddito non è in grado di leggere e di comprendere un semplice testo. Il rapporto elenca quali sono le competenze fondamentali per l’apprendimento successivo e per lo sviluppo delle competenze. Ci sono competenze essenziali anche per lo sviluppo delle società e delle economie; l’alfabetizzazione e la capacità di calcolo di base; le competenze trasferibili, tra cui le competenze di vita e le competenze socio-emotive; le competenze digitali, che consentono agli individui di utilizzare e comprendere la tecnologia; le competenze specifiche per il lavoro, che supportano la transizione verso la forza lavoro; e le competenze imprenditoriali sono essenziali per la crescita dei bambini.
L’UNICEF e l’Education Commission esortano i governi a raggiungere ogni bambino con un’istruzione di qualità e ad abbattere le barriere che li espongono al rischio di abbandono; a valutare i livelli di apprendimento dei bambini e a fornire lezioni di recupero su misura per portarli al passo; a dare priorità alle competenze fondamentali per costruire una solida base per l’apprendimento nel corso di tutta la vita; a sostenere la salute e il benessere psicosociale fornendo un supporto olistico. Il rapporto Recovering learning: Are children and youth on track in skills development sottolinea infine la necessità di disporre di dati più ampi sul divario di competenze tra i bambini e i giovani in tutte le fasce d’età. 
 di Melania Federico

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