Tra disoccupazione e immigrazione, alle origini della crisi europea

Cultura | 8 novembre 2016
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Oggi un po’ tutti viviamo una profonda crisi. Ciò non solo per le difficoltà economiche ma anche perché il nostro sistema-paese non riesce a dare risposte efficaci a due problemi fondamentali che ci assillano e che logorano non solo l’immagine del nostro governo ma anche l’immagine stessa dell’Europa comunitaria : il problema della disoccupazione, che nonostante gli sforzi del governo è ancora elevata, e quello dei migranti, che, data la nostra posizione nel Mediterraneo e il rifiuto di molti paesi dell’Ue di accoglierli per quote, continua a gravare sul nostro paese (oltre che sulla Grecia e la Turchia) .

A questi due problemi recentemente se ne è aggiunto un terzo : quello degli effetti del terribile terremoto che ha colpito l’Italia centrale, problema per affrontare il quale governo e protezione civile stanno dando buona prova ma che complica la situazione del nostro paese se non altro per gli effetti economici che esso comporta.

Il disagio provocato dai problemi predetti è per altro aggravato dalla globalizzazione dell’economia che se da un lato in molti casi rende più conveniente la nostra spesa attraverso una maggiore concorrenza, dall’altro determina una serie di inconvenienti più o meno gravi non sempre affrontati dai singoli paesi europei per la cessione di molti dei loro poteri alla Ue nel quadro del processo d’integrazione.

Si sono determinate cosi nella vita economica e sociale, anche del nostro paese, zone d’ombra , problemi irrisolti o mal risolti che sono spesso causa di ansie e paure dei cittadini non solo per il presente ma anche per l’avvenire, ansie e paure alle quali si sono aggiunte almeno in Italia quelle fisiche e psicologiche provocate dal terremoto con il carico di effetti materiali ed economici connessi.

Se si aggiunge a tutto questo il clima d’incertezza innescato dal referendum costituzionale in programma per il 4 dicembre , dalle recenti notizie sulle elezioni americane ormai prossime e dalla recente decisione dall’Alta Corte di Giustizia inglese sulla Brexit si può avere un quadro sufficientemente chiaro del grado di “fluidità” della nostra situazione e dell’intero mondo occidentale, grado di fluidità riflesso dall’andamento perturbato delle Borse.

Uscire da una situazione cosi complicata non è ovviamente facile anche perché sono tante le variabili che la determinano come si è cercato di spiegare: per l’immediato per quanto riguarda l’Italia l’auspicio è che si avvii a soluzione positiva il problema dei terremotati, che gli investimenti necessari per la ricostruzione possano dare , assieme alle riforme in corso di attuazione, alla nostra economia ed alla occupazione quello slancio che fino ad ora è in parte mancato, che l’Europa possa essere più presente e più vicina a noi nell’affrontare e risolvere il problema della ripartizione dei migranti che approdano in Sicilia .e quello della nostra situazione economico-finanziaria.

Nel medio e lungo termine per l’Italia l’augurio è che si ridimensionino le divisioni politiche, si riprenda il cammino dello sviluppo economico, si riduca la disoccupazione, si affronti il problema dell’enorme debito pubblico, si rilanci l’idea comunitaria dell’Europa, si viva un periodo di prosperità e di pace.

 di Diego Lana

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