Sul palco nel nome di Pio La Torre con le parole di Vincenzo Consolo

Cultura | 21 dicembre 2015
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Testimonianza antimafia, passione civile, impegno: quasi 400 studenti di 14 scuole siciliane diverse li hanno riscoperti attraverso la scrittura di Vincenzo Consolo portando sul palco la sua pièce “Pio La Torre - Orgoglio di Sicilia”. Un testo appositamente ideato per il centro studi Pio La Torre e fatto riscoprire ai ragazzi grazie al progetto “Giovani cittadini consapevoli, attivi e responsabili” realizzato dal centro studi con il sostegno del dipartimento della Gioventù e del servizio civile nazionale della Presidenza del Consiglio dei ministri. I ragazzi al termine di un lungo percorso costellato di incontri, visite a un bene confiscato e laboratori teatrali, hanno messo in scena la pièce dello scrittore, momento clou del progetto. Ciascuno con il proprio linguaggio: c'è chi, come al Regina Margherita di Palermo ha arrangiato il testo utilizzando anche il rap antimafia di Jovanotti nella canzone “Cuore” e chi al Vittorio Emanuele, nella stessa città si è cimentato anche con l'Hallelujah di Leonard Cohen o chi ha sottolineato con la chitarra i diversi passaggi della biografia di Pio La Torre, come Ettore Baiamonte, al liceo Danilo Dolci. Fino a gennaio le rappresentazioni vanno avanti negli istituti “Borsellino”, “Einaudi” “Parlatore”, “Nautico Gioeni Trabia”, “Regina Margherita”, “Vittorio Emanuele” e “Danilo Dolci” a quelli di Bagheria “G.D'Alessandro” e “Guttuso”, al “Don Colletto” di Corleone e l'“Enrico Fermi” di Sant'Agata di Militello (Me), patria di Consolo, fino al liceo artistico “ Kiyohara” di Ragusa. Dopo la pausa natalizia si esibiranno anche gli studenti del “Meli” e del “Majorana” di Palermo. Tra loro anche un

gruppo di giovani dell'area penale esterna del centro diurno della giustizia minorile di Palermo, dove uno dei ragazzi si è esibito alla fisarmonica con alcuni inserti dello spettacolo “Fiero di essere siciliano” di Ficarra e Picone. “Non siamo qui per formare giovani attori – ha detto Salvo Dolce, uno dei responsabili dei laboratori teatrale previsti dal progetto - piuttosto, l'obiettivo è utilizzare il teatro come strumento di formazione, cambiamento, crescita, integrazione, attraverso il linguaggio personale dei ragazzi. Dalla testimonianza antimafia di Pio La Torre la riflessione si è estesa alla Sicilia e agli uomini che si sono spesi in prima persona per liberare questa terra”. Eppure c'è già chi, come gli studenti del Regina Margherita, ha espresso il desiderio di continuare a fare teatro all'interno della scuola. E chi, come Riccardo Buffa, al Dolci, assicura di vedere in Pio La Torre “un modello, il suo esempio mi accompagnerà sempre”. In ciascuno dei 14 istituti coinvolti prima della rappresentazione teatrale è stata anche esposta una mostra fotografica itinerante sulla vita di La Torre, per spiegare ai ragazzi le battaglie nel nome dei diritti contro le sopraffazioni della mafia.

“Per sconfiggere la mafia occorre formare criticamente i giovani cittadini - ha detto Vito Lo Monaco, presidente del centro studi - e la costruzione di una coscienza critica, come ci ha insegnato Consolo, è fondamentale. L'impegno etico dei ragazzi va oltre il risultato della rappresentazione”. Al Vittorio Emanuele la partecipazione dei ragazzi ha assunto un particolare significato, dovuto anche al fatto che l'istituto è tra quelli dove ha insegnato Padre Puglisi, ricordato nel progetto tra le vittime di cosa nostra. “Il laboratorio è servito a costruire una consapevolezza nelle coscienze dei ragazzi nella fase più significativa del loro sviluppo – ha detto la tutor insegnante Piera Fallucca - un percorso dove espressività e gioco si combinano con l'impegno del testo di Consolo”

 di Antonella Lombardi

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