Studi all'estero e stage in azienda le chiavi del lavoro sicuro

Lavoro | 6 gennaio 2017
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Il 56% dei 40mila diplomati a luglio 2016 dei 261 istituti scolastici soprattutto delle regioni Lazio, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Puglia e Toscana aderenti ad AlmaDiploma- l’Associazione di scuole nata nel 2000 sul modello del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea e da esso sostenuta, che approfondisce il tema dell’orientamento degli studenti della scuola secondaria di II grado, le loro scelte su università e mondo del lavoro e gli strumenti a disposizione degli Istituti per guidarli- è soddisfatto delle attività di orientamento realizzate all’interno dei percorsi scolastici. La soddisfazione varia a seconda dei percorsi scolastici intrapresi. Nello specifico il gradimento cresce tra i diplomati degli Istituti tecnici (62%) e scende tra quelli professionali (54%) e liceali (53%). Il Rapporto “Profilo dei Diplomati 2016” mostra inoltre come, indipendentemente dal titolo di diploma conseguito, la soddisfazione espressa dagli studenti sui servizi di orientamento sia più elevata tra quanti scelgono di indirizzarsi verso il mondo del lavoro (61%) e scenda al 55% tra coloro che intendono proseguire gli studi. Alla vigilia del diploma, tuttavia, la quota di disorientati, ossia coloro che sono molto incerti sul proprio futuro formativo e professionale, è pari al 13%. Percentuale che è particolarmente elevata tra i tecnici (21%), seguiti dai professionali (19%) e dai liceali (7%).

Prendendo in esame i risultati dell’indagine si evince come gli strumenti di orientamento alle scelte post-diploma abbiano un ruolo cardine e possono essere incisivi, ad esempio, nel prevenire gli abbandoni scolastici, le delusioni e gli insuccessi all’interno del sistema universitario. Focalizzando in particolare l’attenzione sui soli diplomati del quinto anno che hanno svolto il percorso e che sono intenzionati a iscriversi all’Università, emerge che il 22% sceglierebbe un percorso di laurea non in linea con le proprie attitudini, quota che arriva al 30% tra i professionali, al 23% tra i tecnici e al 21% tra i liceali. La percentuale di chi si iscriverebbe ad un corso di laurea non in linea con il settore di studio preferito è particolarmente elevata tra le aree dell’insegnamento (62%), politico-sociale (58%), educazione fisica (37%) ed ingegneria (36%). “L’Indagine mostra la necessità di una vera e propria politica di “educazione alla scelta” – ha detto Renato Salsone, Direttore di AlmaDiploma-. Oggi più che mai risulta necessario per le Istituzioni Scolastiche dotarsi di efficaci strumenti per perseguire questo obiettivo in modo sistematico e sostenibile nel tempo”. Il Profilo dei Diplomati 2016 mostra come il fenomeno del disorientamento sia già evidente tra il I e il II ciclo degli studi: una percentuale considerevole dei diplomati, infatti, al termine del percorso formativo, è “pentito” della scelta compiuta già a 14 anni. Se potesse ritornare ai tempi dell’iscrizione alla scuola superiore il 53% dei diplomati ripeterebbe lo stesso corso, il 47% invece cambierebbe l’indirizzo di studio e/o la scuola. Nello specifico, il 13% ripeterebbe il corso ma in un’altra scuola, l’8% sceglierebbe un diverso indirizzo/corso della propria scuola e 26 cambierebbero sia scuola che indirizzo. La percentuale dei diplomati che cambierebbe scuola e/o corso è più elevata tra i professionali (52%), seguiti dai tecnici (48%) e dai liceali (45%). Il 41% dei diplomati che cambierebbe corso e/o scuola:lo farebbe principalmente per studiare materie diverse, il 20% per compiere studi che preparino meglio al mondo del lavoro, il 16% per compiere studi più adatti in vista dei successivi studi universitari. Per tali ragioni AlmaDiploma, in collaborazione con AlmaLaurea e con il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna, sta sperimentando un nuovo strumento per educare e sostenere la scelta degli allievi della scuola secondaria di I grado verso la scuola secondaria di II grado; strumento sostenuto da un percorso di formazione riservato a docenti, studenti e genitori e che vede coinvolti in questa fase sperimentale circa 4000 studenti.

Tra gli strumenti a disposizione della scuola per orientare gli studenti l’alternanza scuola-lavoro, secondo gli obiettivi ministeriali, rappresenta una componente strutturale della formazione al fine di incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti. Il Rapporto AlmaDiploma mostra, a un anno dall’introduzione della Legge107/2015- che a partire dall’anno scolastico 2015/2016 ha inserito organicamente l’alternanza scuola-lavoro nei piani didattici di tutti gli indirizzi di studio della scuola secondaria superiore, compresi i licei, rendendoli parte integrante dei percorsi di istruzione (in particolare, sono previste 400 ore per gli istituti tecnici e professionali e 200 ore per i licei)- che il 57% dei diplomati 2016 ha svolto un’attività di alternanza scuola-lavoro. Dall’indagine emerge altresì che a svolgere più esperienze di alternanza scuola-lavoro durante gli studi sono i diplomati professionali (98%) e tecnici (80%); sono invece meno diffuse all’interno dei programmi didattici del liceo (33%). Il 42% dei diplomati ha svolto esperienze di breve durata, entro le 80 ore; mentre il 27% ha dedicato a queste attività oltre 150 ore. Le esperienze di più lunga durata sono più diffuse proprio all’interno dei percorsi dove gli studenti le svolgono più frequentemente, professionali e tecnici. L’indagine mette in evidenza la coerenza tra l’indirizzo di studio e il settore nel quale l’attività di alternanza scuola-lavoro si è realizzata: i liceali maturano questa esperienza prevalentemente nel settore dell’istruzione e in quello socio-sanitario (rispettivamente 25% e 17%); i tecnici in misura maggiore nel settore informatico, ricerca e servizi alle imprese e nelle attività manifatturiere e costruzioni (rispettivamente 19% e 18%); i professionali nel settore alberghiero e nel socio-sanitario (rispettivamente 23% e 22%).

Le esperienze di studio all’estero durante gli studi accrescono le competenze linguistiche e facilitano l’accrescimento esperienziale e personale: non è un caso quindi che siano considerate dai giovani un valore aggiunto importante del proprio percorso didattico. I dati dell’indagine sul Profilo dei Diplomati mostrano che il 35% degli studenti ha compiuto esperienze di studio all’estero che sono molto diffuse tra i diplomati del liceo linguistico (72%), seguiti dal liceo classico (45%), dal liceo musicale e coreutico (42%) e dallo scientifico (39%). Negli altri indirizzi, a parte l’indirizzo tecnico economico (33%) e per il liceo delle scienze umane (32%), la mobilità all’estero è molto meno diffusa. Nella metà dei casi queste esperienze sono state organizzate dal proprio istituto, in particolare negli indirizzi in cui le lingue straniere hanno una valenza formativa fondamentale quali il liceo linguistico e tecnico economico per il turismo. Negli altri indirizzi la mobilità all’estero gestita dalla scuola è molto meno diffusa, e spesso i ragazzi hanno compiuto esperienze su iniziativa personale o di soggetti esterni alla scuola. È un dato di fatto che lo studio extrascolastico all’estero è piuttosto frequente fra gli studenti degli indirizzi liceali e in generale fra i figli di genitori con elevato grado di istruzione. I Paesi di destinazione più frequenti per le esperienze di studio all’estero organizzate dall’istituto, che nella maggior parte dei casi hanno durata settimanale, sono il Regno Unito (42% delle esperienze), la Spagna (14), l’Irlanda (12), la Francia (11) e la Germania (6). Per la mobilità extrascolastica, che solitamente dura più di una settimana, il Regno Unito è il primo Paese di destinazione ( 48%), seguito dagli Stati Uniti (15%) e dall’Irlanda (13%).

In merito alle competenze linguistiche possedute dagli studenti, dal Rapporto emerge che l’inglese è la lingua straniera più diffusa tra i ragazzi: il 55% dei diplomati dichiara di avere una conoscenza “almeno buona” dell’inglese scritto. Quota che varia in funzione del percorso di studio: per i liceali è pari al 59%, per i tecnici al 53%, per i professionali al 36%. La conoscenza scritta dello spagnolo, del francese e del tedesco è meno diffusa rispetto alla lingua inglese: i diplomati con conoscenza “almeno buona” sono rispettivamente il 16%, 13% e il 3%. Il Rapporto mostra inoltre che il 33% dei diplomati ha conseguito diplomi attestanti le proprie competenze linguistiche (PET, First Certificate, TOEFL..). Queste certificazioni sono più diffuse nel liceo linguistico, 67%, nel liceo classico, 52%, e nel liceo scientifico, 41%; sono decisamente meno diffuse negli altri indirizzi, dove coinvolgono meno 25% dei diplomati. “L’orientamento dei giovani – ha ribadito Mauro Borsarini, Presidente di AlmaDiploma - è un elemento fondamentale poiché un capitale umano più soddisfatto delle proprie scelte avrà maggiori occasioni di realizzarsi non solo a livello formativo ma anche professionale, e diventare una risorsa per il sistema Paese. Ecco perché è sicuramente importante fare valutazioni consapevoli e sostenibili già nel corso degli studi primari e secondari”.

 

 di Melania Federico

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