Strage di via D'Amelio, dopo 24 anni resta il mistero
"Per la strage che ha tolto la vita a mio padre, ritengo non sia stato fatto ciò che era giusto si facesse. Davanti a tutto quello che sta emergendo ci dovremmo chiedere se davvero possiamo fidarci delle istituzioni". Alla vigilia del 24esimo anniversario dell' esplosione di via D' Amelio, il j' accuse di Lucia Borsellino, ascoltata nei giorni scorsi a Palazzo San Macuto, ha gelato la Commissione Antimafia che da stamane è in missione a Palermo per partecipare alle celebrazioni in ricordo di Paolo Borsellino con una serie di audizioni sulle "dinamiche di Cosa nostra": oggi e domani, nei locali della prefettura, saranno sentiti i vertici delle forze dell' ordine, il procuratore Francesco Lo Voi, il sindaco Leoluca Orlando, il presidente del Tribunale e il presidente della sezione Misure di Prevenzione.
La trasferta palermitana dell' Antimafia, che proseguirà successivamente a Trapani, si concluderà domani mattina, nell' aula magna del Palazzo di Giustizia, con un convegno dedicato al giudice assassinato in via D' Amelio e promosso in collaborazione con l' Anm: tra i partecipanti il presidente Rosy Bindi, il capo della Dna Franco Roberti e il Pg Roberto Scarpinato. "Scusate se ne parlo in una sede istituzionale - ha denunciato a San Macuto martedì scorso Lucia Borsellino - ma il semplice sospetto che un uomo dello Stato possa aver tradito un altro uomo dello Stato mi fa vergognare".
E poi ha aggiunto: "In questo momento si sta celebrando il Borsellino quater, dopo 24 anni: se siamo arrivati a questo punto qualcosa non è andata". Uno sfogo così accorato da spingere il deputato Pd Davide Mattiello a citare la nuova norma sul depistaggio, assicurando che il nuovo reato, pur non essendo retroattivo, "sarà applicato a coloro che ancora oggi imbrogliano le carte, dal momento che queste vicende giudiziarie sono ancora aperte e il sospetto che qualcuno cerchi ancora oggi di imbrogliare è fondato". Proprio nel processo quater, Lucia Borsellino è stata sentita giovedì scorso per la seconda volta, insieme al fratello Manfredi, per dire la sua sul "giallo" della contrapposizione tra il magistrato Nico Gozzo e il poliziotto Gioacchino Genchi (che quest' ultimo ha definito in aula un "malinteso tra persone perbene") a chiusura del dibattimento: la primogenita del giudice ha finito per rievocare le tante amnesie istituzionali, dicendosi ancora una volta "indignata" per quegli esponenti dello Stato "che potevano ricordare e invece non ricordano".
Anche Manfredi Borsellino, sentito lo stesso giorno, ha manifestato le sue "perplessità su chi fu chiamato a dirigere le indagini", e a proposito dell' ex questore di Palermo Arnaldo La Barbera ha aggiunto: "Mio padre non ha mai fatto alcun commento su lui, segno che non lo considerava. Dico questo perchè il peggiore giudizio che papà potesse esprimere su una persona, si manifestava in un unico modo: ignorandola". Il quarto processo su via D' Amelio, che si è fermato per la pausa estiva, proseguirà a partire dal 20 settembre con la requisitoria, ma nel frattempo la nuova inchiesta sul depistaggio istituzionale va avanti: la procura di Caltanissetta ha iscritto nel registro degli indagati i nomi di sei sottufficiali di Polizia, tutti ex appartenenti al gruppo investigativo Falcone-Borsellino, accusati di aver contribuito all'"indottrinamento" del falso pentito Enzo Scarantino.
E non è tutto. Perchè a Catania, davanti alla Corte d' appello, tre giorni fa è partito il processo di revisione per la strage di via D' Amelio che riguarda gli 11 palermitani condannati proprio sulla base delle dichiarazioni di Scarantino e poi scagionati dal collaboratore Gaspare Spatuzza: oltre allo stesso pentito fasullo, sono Salvatore Profeta, Cosimo Vernengo, Giuseppe Urso, Giuseppe La Mattina, Natale Gambino, Gaetano Scotto, Gaetano Murana, Salvatore Candura, Salvatore Tomaselli e Giuseppe Orofino. E a Palermo, già da ieri, un ampio cartello di associazioni ha dato il via a quella che è stata definita "una tre giorni" di manifestazioni e dibattiti per ricordare quella domenica di sangue del 19 luglio 1992 nella quale persero la vita Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta Agostino Catalano, Walter Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli.
La prima delle iniziative messe in campo, con il patrocinio del Comune di Palermo, dall' associazione Agende Rosse, dal Centro studi Paolo Borsellino, dall' Agesci, dalla Cgil Sicilia e dal Siap, si è già svolta ieri sera: si tratta della tradizionale "acchianata" (salita, ndr) a piedi sul monte Pellegrino, fino al Castello Utveggio, da dove per anni si è creduto fosse partito l' impulso elettrico che azionò l' autobomba di via D' Amelio. Tra oggi e domani sono in programma numerose manifestazioni, quest' anno per la prima volta elaborate insieme da Salvatore e Rita Borsellino: tra le più importanti, questo pomeriggio, c' è il corteo che sfilerà dal Palazzo di Giustizia fino all' atrio di Giurisprudenza dove si terrà il consueto dibattito organizzato dalla rivista Antimafia Duemila sul tema "Verità, non vendetta", e la proiezione di un estratto del docu-film A very sicilian justice: un ritratto del pm Nino Di Matteo e dell' indagine sulla trattativa Stato-mafia realizzato dal regista inglese Paul Sapin e dal produttore Toby Follet, narrato dal premio Oscar Helen Mirren, e per un' intera settimana trasmesso dall' emittente tv Al Jazeera.
Domani, infine, il raduno in via D' Amelio dove in serata è prevista la proiezione del film Era d' estate di Fiorella Infascelli, con la presenza di Beppe Fiorello. Anche quest' anno, nel presentare il calendario della commemorazione, Salvatore Borsellino ha voluto manifestare la sua delusione per una verità che su via D' Amelio appare ancora lontana, in linea con le parole della nipote Lucia: "Dalla strage - ha detto - è passato quasi un quarto di secolo e su quei fatti non solo non c' è ancora giustizia, ma la possibilità di ottenerla secondo me si allontana".
Il fratello del giudice ucciso ha aggiunto che la morte del boss Bernardo Provenzano può allontanare ulteriormente la possibilità di conoscere cosa sia accaduto negli anni della trattativa: "Da lui - ha spiegato - potevano arrivare brandelli di verità, mentre è impossibile pensare che dalle istituzioni deviate giungano dei ripensamenti". E ha concluso: "Dallo Stato invece arrivano solo segnali contrari: come i continui attacchi al 41 bis. Di quella trattativa che costò la vita a mio fratello, qualcuno continua evidentemente a pagare le cambiali".(Il Fatto Quotidiano)
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