Spataro: così la rete sviluppa il senso della politica tra i giovani

Cultura | 19 gennaio 2020
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“Il ruolo dei cristiani nella democrazia italiana” è il titolo dellincontro tra i responsabili dellassociazionismo cristiano organizzato dalla Consulta delle Aggregazioni Laicali, l’Istituto Gonzaga, La Civiltà Cattolica, l’Istituto Arrupe e Aggiornamenti Sociali  presso l’Istituto di Formazione Politica “Pedro Arrupe” di Palermo. Dopo i saluti di monsignor Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, è intervenuto  Antonio Spadaro SJ, gesuita, giornalista e teologo, attuale direttore de “La Civiltà Cattolica”.

 

 Il contesto politico in cui viviamo sembra avere perso ogni contatto con la realtà: apparire anche dal punto di vista delle fede religiosa, più che “essere” o “fare”, sembra essere il segno distintivo. Qual è il suo punto di vista?

Il rischio in questo momento è di avere una visione falsa della realtà. Cioè che per il successo elettorale si fornisca uno sguardo sulla realtà che non è uno sguardo oggettivo, che non è uno sguardo soprattutto aperto alla speranza, al futuro, ma uno sguardo che accentua molto le paure, le divisioni e le ansie. Ansiogeno, sostanzialmente. Che fa spaventare la gente e che quindi spinge a fare delle opzioni di conservazione che non servono poi a molto. Quindi, a ragione, c’è uno scarso senso della realtà nel senso che viene esagerata la conflittualità, la tensione, gli elementi di ansia e di paura.

 

   Come valorizzare e organizzare le nuove e molteplici forme di partecipazione alla vita politica?

Non c’è una ricetta unica. Mi sembra interessante verificare come la rete sia indubbiamente un luogo molto rischioso, ma anche molto interessante. E’ grazie alla rete che purtroppo si diffondono sentimenti di odio e di conflittualità, ma allo stesso tempo è anche grazie alla rete che è possibile aggregarsi e diffondere messaggi differenti. E’ importante oggi, secondo me, anche incontrarsi, usare o vivere la rete come un luogo di aggregazione anche fisica. Lo vediamo oggi con tanti fenomeni: quello delle sardine può essere giudicato in un modo o in un altro, ma certamente c’è una dimensione fisica di aggregazione che permette alle persone di condividere, di confrontarsi, di dialogare sui temi. E questo, secondo me, è importante.

 

   Quali sono i segni di speranza e le possibili alleanze?

Bisogna vedere nel concreto. Una cosa che mi sento di poter dire è che c’è un’italianità che è fatta di umanità, di apertura, di valutazione della situazione dell’altro, di disponibilità nel momento del bisogno, che sono quei valori fondamentali, di base, che costruiscono la nazione come una comunità di vita.

 

   Quali sono i segni distintivi nei quali riconoscersi effettivamente popolo di Dio?

Certamente uno di questi segni è la solidarietà. Se c’è solidarietà, se ci si fa carico del problema dell’altro allora significa che ci sono dei legami sociali vivi. Se non altro si è attenti. Cioè se io vedo una persona che sta affogando e la prima cosa che penso è che quello è un nemico, significa che stiamo distruggendo la nostra umanità. Allora è chiaro che l’accoglienza pone dei problemi che vanno affrontati. Ma se la prima reazione del cuore è quella di vedere in quell’uomo che sta affogando un pericolo e che quindi bisogna lasciarlo affogare, allora qui stiamo distruggendo una dimensione fondamentale dell’essere umano. Quindi la solidarietà è un segno fortissimo.

 di Melania Federico

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