Sostegno statale alle cineteche del Friuli e di Milano
Si aspettava da anni. Finalmente il tanto ambito e sospirato riconoscimento dell’alto valore culturale, per le molteplici attività svolte in tutti questi anni, è approdato alla meta. Approvato da Camera e Senato, lo scorso mese di gennaio, un emendamento alla Legge 220/2016 (art. 27) a favore della la Cineteca del Friuli (nata a Gemona subito dopo il terremoto del 1976) e della Cineteca Italiana di Milano (che vanta il primato d’essere il più antico degli archivi cinematografici del Paese, vecchio di 72 anni), ha permesso l’inclusione delle due istituzioni nella lista delle maggiori cineteche italiane a cui la legge garantisce il sostegno del MIBAC. Dunque – al pari della Cineteca di Bologna e del Museo Nazionale del Cinema di Torino, a cui sono ora equiparate – Gemona e Milano ce l’hanno fatta ed ora si apprestano a godere d’un contributo annuale fisso, una erogazione diretta a salvaguardare le attività di tutela e promozione del patrimonio cinematografico. Un supporto che ne garantirà (si spera) la continuità, allontanando i fantasmi sempre presenti d’una crisi dovuta (more solito) alla mancanza di adeguati finanziamenti. Annullata, dunque, la disparità di trattamento (risultato reso possibile grazie all’azione congiunta degli assessori regionali veneti e lombardi e dei parlamentari delle due regioni), le due importanti istituzioni saranno da quest’anno sostenute dal fondo per il cinema e l’audiovisivo con risorse del Mibac.
Ma quali sono i compiti istituzionali delle due Cineteche e come agiscono in concreto? Nata a Gemona nel 1977, all'indomani del terremoto del Friuli, per volontà di un gruppo di giovani entusiasti della “settima arte”, fra cui Livio Jacob, l’attuale presidente e Piera Patat, la Cineteca del Friuli è oggi una delle cinque maggiori cineteche italiane, membro della FIAF (Federazione internazionale degli archivi filmici) e dell'ACE, (Associazione delle cineteche europee). Le preziose e rare collezioni hanno avuto inizio con una raccolta di titoli di straordinario interesse storico (fratelli Lumière, Méliès, D.W. Griffith, Mack Sennett, Thomas H. Ince, Max Linder, Charles Chaplin e altri), divenute in seguito nuclei portanti delle prime edizioni delle “Giornate del Cinema Muto di Pordenone”, oggi appuntamento di rilevanza internazionale, dove ogni anno giungono studiosi da tutto il mondo, che si avvia a festeggiare, nel 2021, la 40a edizione. Attualmente il patrimonio filmico di Gemona ammonta 22.431 titoli in pellicola, di cui 1.383 del periodo muto. Fra le acquisizioni più rilevanti degli ultimi quindici anni si contano 700 film (prevalentemente titoli americani dagli anni '30 agli anni '70) donati dal George Eastman Museum di Rochester, 300 film italiani degli anni '70 rimpatriati dal Sudafrica, 300 lungometraggi (completi di trailer e manifesti) e 80 documentari ovvero un terzo della collezione del distributore Attilio Cappai e oltre 600 pellicole della collezione del veronese Gian Maria Buffatti. La Cineteca è dotata altresì di un laboratorio digitale, completa di lettori per l'acquisizione di materiali su nastro magnetico e di uno scanner di ultima generazione che consente la digitalizzazione di film a 16 e a 35mm (fino ad oggi sono stati digitalizzati 240 film; di questi, 58 filmati sulla Grande Guerra sono visionabili sul canale YouTube della Cineteca).
Inoltre è in continua crescita il successo del festival annuale di Fondazione Cineteca Italiana Festival Piccolo Grande Cinema, quest’anno alla dodicesima edizione, primo Festival a Milano e in Lombardia dedicato al cinema per l'infanzia e per i ragazzi con film inediti di tutto il mondo, in due programmazioni distinte, pensate per le scuole e per le famiglie. Un riconoscimento dato al cinema sia come straordinaria forma di spettacolo che come imprescindibile strumento formativo.
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