Sindaci al fronte, dal primo gennaio trenta intimidazioni

Politica | 9 febbraio 2016
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 Sono già 30, dall'inizio dell'anno, gli atti intimidatori e le minacce nei confronti degli amministratori locali, i sindaci innanzitutto: nel 37% dei casi le intimidazioni sono nei loro confronti, nel 16% verso gli assessori, nel 12,5% dei casi nei confronti sia di attivisti politici che di personale della pubblica amministrazione.  È il quadro, allarmato, che fornisce Avviso Pubblico, Enti locali e Regioni per la formazionecivile contro le mafie. Nella metà dei casi, è l'incendio il mezzo principale di intimidazione, soprattutto nel Mezzogiorno; seguono, soprattutto al centro nord, le lettere anonime (39%) contenenti minacce e, nel 7% dei casi, aggressioni fisiche e verbali, avvenute nei confronti del sindacodi Civitavecchia, di Calcinato (Brescia) e di Erba (Como).  Nel 70% dei casi sono state bruciate auto di proprietà personali, nel 15% strutture comunali e per un altro 15% case di proprietà. In Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia, sono stati colpiti, in modo diretto o indiretto, amministratori già intimiditi nel passato. Il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica ha invece assegnato la scorta al sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, destinatario di una lettera inviatagli da uno degli imputati nell'inchiesta Aemilia.  Complessivamente lo studio di Avviso Pubblico evidenzia come la maggioranza delle intimidazioni si concentri al sud ma siano in aumento anche i casi in Veneto. Nel dettaglio, i casi di minaccia sono stati registrati in 9 regioni, 17 province e 25 comuni, il 70% al sud, il 27% al nord e il 3% al centro. I casi registrati in Calabria sono i più numerosi, ben 9; segue la Sicilia, la Puglia e il Veneto con 5 casi di intimidazione ciascuno. Poi la Lombardia, dove si segnalano due casi, la Campania, il Lazio, la Sardegna e l'Emilia Romagna fanno registrare un caso ciascuno. «Siamo molto preoccupati e lo abbiamo denunciato in diverse sedi istituzionali e pubbliche - dichiara Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico - le donne egli uomini che amministrano pro-tempore le loro comunità avendo come punto di riferimento la Costituzione non possono e non devono essere lasciati soli. Chiediamo al Governo dimettere in atto tutte le misure di sicurezza possibili e al Parlamento di esaminare e approvare rapidamente le proposte di legge avanzate dalla commissione parlamentare d'inchiesta presieduta dalla senatrice Doris Lo Moro. Non è più accettabile questa serie di attacchi sempre più frequenti e pericolosi nei confronti degli agli amministratori locali e non è più tollerabile l'impunità di chi compie questi gesti».


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