Siamo tutti in debito con Riccardo Orioles

Cultura | 6 gennaio 2017
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‘ Riccardo Orioles è un ricercatore di verità, ha sempre creduto fino in fondo nella funzione sociale e civile di chi racconta e ragiona sui fatti. Ha sempre creduto che solo una democrazia consapevole, capace di raccontarsi con onestà, sia  una democrazia sana, una democrazia viva. Orioles possiede tutte le qualità umane ed intellettuali, qualità che tiene ben nascoste per naturale ritrosia. Per passione invece e per altruismo, Orioles trascura i suoi interessi e la sua salute. Riccardo Orioles impersona il concetto etico del giornalismo enunciato da Pippo Fava. Orioles era il suo braccio destro’. Sono parole di Don Ciotti, uno dei firmatari della petizione: Mandiamo in pensione orioles www.change.org/p/una-pensione-da-giornalista-per-riccardo-orioles. Oltre trentamila i firmatari della petizione, ideata dal giornalista Luca Salici per dare la pensione a Riccardo Orioles. Luca Salici è l’allievo modello di Orioles e Orioles è  il  più grande giornalista antimafia che abbiamo in questo nostro Paese.
La petizione,  partita da pochi giorni, lo scorso  27 dicembre, chiede al Presidente della Repubblica Mattarella, l’applicazione della legge Bacchelli per Riccardo Orioles.

La legge 440 dell’ 8 agosto 1985, meglio conosciuta come legge Bacchelli istituisce un fondo a favore di cittadini illustri che versino in uno stato di particolare necessità.  Riccardo Orioles ha tutti i requisiti necessari: è cittadino italiano, non ha alcuna condanna penale, è molto conosciuto e ha fatto dell’ informazione antimafia la sua missione. Vive a Milazzo con una pensione modestissima di vecchiaia ed è anche malato. Riccardo ha dedicato e dedica la sua vita al giornalismo che smaschera, indaga, approfondisce, punta il dito e tira le somme.

Il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino, dopo aver firmato la petizione, ha detto: Orioles paga così la sua dignità e il suo impegno antimafia. Sarebbe bello, signor Presidente, se lo Stato gli dicesse grazie per quello che è e per quanto ha fatto, concedendogli i benefici della legge Bacchelli. Riccardo ha reso onore non solo al giornalismo ma soprattutto a questo nostro tormentato paese.

Riccardo inizia a fare il giornalista a vent’anni, il suo direttore è Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984, il suo giornale è: i Siciliani.  Dopo l’omicidio di Fava, è Riccardo a prendere le redini del giornale. Sono redini che non lascerà più. Nonostante le difficoltà, Riccardo Orioles continua a fare il giornale con gli altri redattori, fra cui Claudio Fava e Michele Gambino. I suoi editoriali sono pezzi di letteratura, Riccardo ha una scrittura sintetica, profonda, neorealista e poetica. In dieci righe sintetizza come nessuno, un’inchiesta di venti pagine. Oggi Riccardo ha 67 anni e parlando di sé dice che avrebbe voluto fare il professore di greco.  Se l’avesse fatto,  la lingua cosiddetta ‘morta’ che morta non è mai, vivrebbe una vivacità inimmaginabile fra  i suoi allievi.  Invece di fare il professore di greco, Riccardo ha fatto e continua a fare il giornalista e ha allevato generazioni di aspiranti giornalisti.

Di Riccardo, il poeta Franco Fortini, vedendolo in televisione a poche ore dal delitto Fava, fu lungimirante e disse: con lui tutto continua. ‘Riccardo è sempre stato il migliore fra noi’ ,dice di lui il parlamentare Claudio Fava, altro firmatario illustre della petizione,  che ha diviso con Riccardo l’esperienza de i SIciliani, diretto dal padre Giuseppe.

È vero, è il migliore. Io ho conosciuto Riccardo quando era caporedattore del settimanale Avvenimenti. Venivo da Radio popolare di Milano. Con Riccardo ho iniziato  la mia seconda scuola di giornalismo, ho imparato a scrivere la verità, ad andare dritta al fatto, senza sbrodolamenti. Grazie a Riccardo ho avuto l’onore di scrivere anche per I Siciliani, sono stata promossa sul campo.

Oggi noi vogliamo, e siamo oltre venticinquemila ad avere lo stesso desiderio, che Riccardo Orioles continui a  fare il giornalista senza subire il taglio della luce mentre sta scrivendo perché ‘la vita, parafrasando Bufalino -  può stracciarti le vele, ammazzarti i compagni ad uno ad uno, seccarti il cuore ma regalarti anche il radioso innamorato stupore di Nausicaa’. Vogliamo che Riccardo Orioles continui ad insegnare alle nuove generazioni a fare questo mestiere per davvero  perché l’informazione è garanzia di democrazia. Vogliamo, insieme a Riccardo, tornare a scrivere per lui, e questo vuol dire impegnarsi costantemente e non trovare scuse perché tanto non sarebbero accettate. Vogliamo che Riccardo parli ai giovani, racconti il nostro tempo, parli nelle università e in tutti i posti dove vorrà andare. Vogliamo che Riccardo Orioles scriva libri perché la sua scrittura  è letteratura e la letteratura rimane nel tempo. Vogliamo  che Riccardo Orioles si possa comprare ogni giorno il pane, il tabacco per la sua pipa  e soprattutto le rose.

 di Brunella Lottero

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