Senza reddito e lavoro, oltre 500 mila giovani spariti anche al Fisco
Economia | 22 giugno 2015
Un esercito di 500 mila giovani è sparito, falcidiato dalla crisi. Nel 2008 nelle liste del fisco si contavano oltre 2 milioni di giovani contribuenti; nel 2013 sono scesi sotto quota 1,5 milioni. Solo nell' ultimo anno se ne sono perduti 150mila. Sono cifre impressionanti, che scattano un' istantanea drammatica sulla popolazione giovanile (complessivamente 5.997.240 ragazzi tra i 15 e i 24 anni, di cui solo 929 mila risultano occupati). Anche questa è una spia della condizione dei giovani, che sembrano pagare più di altri i morsi della crisi. Non è detto che si tratti di giovani rimasti del tutto senza reddito, poiché alcuni possono essere passati a carico di familiari nel caso in cui i loro redditi siano scesi sotto i 2.840 euro. In ogni caso significa una quasi sparizione del reddito da loro prodotto. La notizia emerge dal Rapporto stilato dal Centro studi Datagiovani su dati forniti in esclusiva dal Dipartimento delle Finanze del ministero dell' Economia, che ha esaminato le dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche dai 15 ai 24 anni, la fascia anagrafica che l' Istat definisce giovane, con particolare riguardo alle dichiarazioni 2014. Non si tratta solo della perdita di mezzo milione di contribuenti, ma anche della perdita del reddito dei giovani dal 2008 a oggi, che viaggia a doppia cifra. Il reddito medio è sceso: attualmente la media si colloca sotto i 6.500 euro, 300 euro in meno rispetto al 2008, ma se si considerano l' inflazione e il reddito la perdita sfiora i mille euro. In termini percentuali la diminuzione è di circa il 13% in sei anni. I giovanissimi contribuenti rappresentano il 3,7% dei contribuenti nazionali: la quota più elevata si rileva a Nordest (4%), con il Trentino Alto Adige ad alzare la media (che raggiunge il 7,5% dei contribuenti); la più bassa nel centro Italia (3,1%, come nel Lazio ed in Toscana). «Valori così bassi non si spiegano solo con la crisi - spiega l' autore del Rapporto Datagiovani, Michele Pasqualotto - ma anche con il prolungamento dei percorsi di studio, che trattengono i giovani al di fuori del mercato del lavoro per più tempo. Se si confronta il numero di contribuenti alla popolazione giovanile della stessa fascia di età, che è di quasi sei milioni, si scopre che il 21,5% degli under 25 italiani ha presentato nel 2014 la dichiarazione dei redditi».Nord e Sud Ampi i differenziali territoriali.Il volume complessivo di redditi generato dai giovani italiani si colloca poco sotto quota 9,4 miliardi di euro, di cui ben 5,4 prodotti al Nord; ma evidenti appaiono gli squilibri territoriali: si va dai circa 7.400 euro dell' Italia settentrionale (il top è in Lombardia, poco meno di 7.800 euro) a meno di 5mila euro pro capite al sud (i più poveri sono i giovani calabresi, con circa 4.500 euro a testa). L' unico segnale positivo delle statistiche deriva dal fatto che, in termini reali, la caduta dei redditi sembra essersi arrestata nell' ultimo anno disponibile (il reddito medio è praticamente identico a quello delle dichiarazioni 2013). Quasi tre under 25 su quattro dichiarano redditi inferiori ai 10 mila euro (83% nel Mezzogiorno), mentre solo al Nord la quota di giovani con redditi definibili da indipendenza economica dalla famiglia si fa apprezzabile (due su 10 sopra i 15 mila euro annui). Circa l' 80% dei giovani contribuenti ha un reddito da lavoro dipendente. Il 5,6% beneficia di un reddito da pensione (reversibilità e altro).(La Stampa)
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