Se i fondi Ue salvano il territorio non sono aiuti di Stato

Europa | 22 maggio 2015
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Quando la Ue agisce, deve essere chiaro il valore aggiunto del suo intervento: creare posti di lavoro, proteggere l' ambiente, fare la differenza con coerenza in Europa e nel mondo. La Ue, ad esempio, può alleggerire gli oneri che gravano sulle imprese facendo sì che debbano conformarsi a un solo insieme di regole invece che a 28 diverse normative nazionali. Alcune decisioni, dunque, devono essere adottate a livello europeo, mentre per altre resta più appropriato il livello nazionale o regionale. Si tratta di un principio fondamentale della democrazia europea e del trattato sull' Unione europea.Il principio vale naturalmente anche per la politica Ue sugli aiuti di Stato: in questo settore la Commissione si concentra sui casi che possono ostacolare significativamente gli scambi transfrontalieri e il cui impatto negativo sul mercato unico della Ue è potenzialmente più elevato. Questa è la ragione per cui, ai sensi della normativa della Ue, la maggior parte delle misure di sostegno pubblico non sono sottoposte al controllo della Commissione: è probabile infatti che non suscitino problemi.Questa selezione riduce l' onere amministrativo per gli Stati membri e accresce la certezza giuridica per le autorità pubbliche e le imprese, consentendo alla Commissione di concentrare le proprie risorse sulle misure pubbliche che rischiano maggiormente di falsare le condizioni di concorrenza nel mercato unico. Una distorsione di questo genere avviene, ad esempio, quando uno Stato membro favorisce un' importante impresa nazionale a scapito dei concorrenti più efficienti e, in ultima analisi, a scapito dei consumatori.Varie decisioni del mese scorso offrono esempi di questo approccio. La Commissione ha riscontrato, in sette casi, che le misure pubbliche non rientravano nell' ambito di applicazione delle norme della Ue in materia di aiuti di Stato, proprio perché avevano unicamente un impatto locale. Le sovvenzioni statali non avevano influenzato negativamente i flussi di investimenti tra Stati membri o le opportunità delle imprese di stabilirsi all' estero.Anche se nessuna di queste decisioni riguardava l' Italia, vorrei spiegare il principio con l' aiuto di casi concreti.Abbiamo deciso, ad esempio, che se il Consiglio comunale di Kiel in Germania vuole fornire finanziamenti pubblici a una società di consulenza per stimolare gli investimenti e l' attività economica in una parte della città meno sviluppata, e questo non ha incidenza al di fuori del Paese, le norme della Ue in materia di aiuti di Stato non si applicano.Analogamente, se il governo regionale nella regione ceca di Hradec Králové decide di compensare un ospedale per le perdite subite nella fornitura di servizi sanitari a livello locale, e ciò non falsa la concorrenza tra questo ospedale e gli ospedali situati in altri paesi della Ue, ancora una volta le norme Ue in materia di aiuti di Stato non si applicano.Le decisioni prese chiariscono agli Stati membri quali misure nazionali di sostegno non incidono sugli scambi tra gli Stati membri della Ue. In questi casi le autorità nazionali possono procedere con la misura senza coinvolgere la Commissione. Ciò significa, a sua volta, che la Commissione può concentrarsi su altro: le iniziative che possono essere realizzate con maggiore efficienza ed efficacia dalla Ue. Per conseguire questo obiettivo il mio collega il vicepresidente Frans Timmermans ha appena presentato il pacchetto «Legiferare meglio». Alla Commissione stiamo ripensando il nostro modo di agire e verificando l' impatto del nostro lavoro, in modo da portare reali benefici ai cittadini e alle imprese della Ue in termini reali. Una migliore regolamentazione richiede processi più aperti e l' ascolto più attento di cittadini e imprese. Anche le più piccole.Molto è già stato fatto nel settore delle norme sugli aiuti di Stato, che sono state modernizzate nel corso degli ultimi due anni. Molte misure non devono più essere vagliate dalla Commissione. Di conseguenza oltre l' 80% delle misure di aiuto compatibili possono essere attuate dagli Stati membri senza notifica.Ciò detto, cambiare le regole è solo metà della battaglia. Una delle sfide principali del mio mandato è garantire che la modernizzazione degli aiuti di Stato funzioni nella pratica. Intendo farlo collaborando strettamente con le autorità nazionali. Naturalmente, meno controllo da parte della Commissione comporta che gli Stati membri si assumano la responsabilità di chiarire ai cittadini come sono impiegati i fondi pubblici e qual è il loro impatto. La Commissione è pronta a fornire assistenza in tal senso alle autorità nazionali in base alla sua esperienza, e a facilitare la condivisione delle conoscenze. Dobbiamo lavorare insieme per far sì che, in materia di aiuti di Stato, la Commissione possa essere "grande per le cose grandi e piccola per le piccole cose", a vantaggio dei cittadini e delle imprese della Ue. (Il sole 24 ore)
 di Margrethe Vestager commissaria Ue per la Concorrenza

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