Sbloccati i Patti per il Sud, alla Sicilia oltre due miliardi
Via libera alle delibere Cipe che ripartiscono le risorse del Fondo di coesione 2014-2020 per il Sud. Sbloccati investimenti per 28,6 miliardi: ai Patti per il Sud arriveranno 13,4 miliardi, alle infrastrutture 11,5, all' ambiente 1,9. In Sicilia possono partire cantieri per 2,3 miliardi di euro. La Corte dei Conti ha registrato le delibere che usciranno nei prossimi giorni sulla Gazzetta Ufficiale.
La prima delle due assegna a Regioni e città metropolitane firmatarie dei Patti per il Sud i 13,4 miliardi già "promessi" del governo all'atto della firma dei documenti con governatori e sindaci. Queste le quote: alla Regione Abruzzo 753,4 milioni; alla Basilicata 565,2; alla Calabria 1.198,7; alla Campania 2.780,2; al Molise 378 milioni; alla Puglia 2.071,5; alla Sardegna 1.509,6; alla Regione Siciliana 2.320,4 milioni di euro. Poi le Città metropolitane: a Napoli 308 milioni; a Bari 230; a Cagliari 168, a Catania, Messina e Palermo 332 milioni ciascuna.
La seconda delibera, la 25/2016, ripartisce per "Aree tematiche" i residui 15,2 miliardi di fondi Fsc 2014-2020: 11,5 miliardi alle infrastrutture, 1,9 miliardi all' ambiente, 1,4 allo sviluppo economico, 400 milioni all' agricoltura, ciascuna cifra da programmare tramite «Piani operativi» da definire e approvare nella Cabina di regia Stato-Regioni, su proposta dei relativi ministeri. La delibera non fissa termini per l' approvazione dei piani; sono comunque in fase avanzata di elaborazione. Una delle novità, leggendo il testo delle due delibere, è il termine fissato dal governo al 31 dicembre 2019 per le «obbligazioni giurdicamente vincolanti per l' affidamento dei lavori», pena la revoca dei fondi. Entro la fine del 2019, cioè, i vari soggetti beneficiari dei finanziamenti per i singoli interventi (Regioni, Comuni, Anas, Rfi, società pubbliche locali, etc...) dovranno aver firmato con le imprese i contratti di appalto per i lavori.
Tre anni abbondanti possono sembrare tanto, ma se pensiamo che con il nuovo Codice appalti tutti i progetti devono essere esecutivi, devono essere completate le procedure approvative e fatta e aggiudicata la gara d' appalto, i tre anni non sono poi molti. Soprattutto perché è un termine generale, che vale per tutti i 28,6 miliardi di euro assegnati (significa aggiudicare gare per 9,5 miliardi di euro all' anno solo con l' Fsc). Naturalmente il governo vuole anticipare il più possibile la spesa già dai primi anni, e cronoprogrammi dei singoli interventi e obiettivi di spesa sono indicati nei Patti per il Sud e lo saranno nei Piani operativi per le singole aree tematiche.
Per i Patti il Cipe affida a Invitalia (Agenzia nazionale attrazione investimenti) il ruolo di «soggetto responsabile per l' attuazione degli interventi», solo però se viene scelto "dalle parti" (Stato-Regione o Stato-Ministeri), mentre per tutti i piani (Patti Sud e piani operativi nazionali) spetta all' Agenzia di coesione il ruolo di vigilanza e controllo "attivo", con la possibilità di istituire task-force per l' attuazione dei piani ma anche di proporre alla presidenza del Consiglio sanzioni - in caso di scostamento di spesa oltre al 25% rispetto ai programmi - di valore pari allo scostamento stesso. Circa la spesa, la delibera 26 sui Patti per il Sud (13,4 miliardi) indica risorse spendibili pari a 1,5 miliardi per il biennio 2016-2017, più altri due miliardi nel 2018. Ma se l'Italia accelera la spesa sui fondi europei la Sicilia ancora frena e le prospettive non sono rosee.
Dall'amara analisi dell'economista Franco Garufi diffusa dal Centro Pio La Torre si evince che i pagamenti a fine agosto hanno raggiunto il 105,8% per i programmi del Centro-Nord e il 96,93% per quelli del Sud. “La Sicilia è, tanto per cambiare, il fanalino di coda – scrive Garufi - : il FESR ha fatto da giugno uno scatto di due punti ma i pagamenti sono il 78,5% della dotazione. Troppo bassi per considerarci fuori dall'area di rischio”. Spulciando il Rapporto del valutatore indipendente sul FESR e sul fondo di coesione per il periodo di programmazione 2007-2013, Garufi rileva che solo una minoranza degli investimenti ha risposto ad una chiara logica di intervento programmatorio.
Il presidente del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco, chiede un salto di qualità e un mutamento profondo del modo di operare della pubblica amministrazione: qui risiede il vero ritardo della situazione siciliana che non sarà facile recuperare senza una svolta nel modo di concepire, amministrare e gestire la spesa per lo sviluppo da parte della Regione e degli Enti locali siciliani. Lo ha recentemente ribadito la Corte dei Conti stigmatizzando la lentezza con cui stanno partendo i bandi per il 2014-20 ma soprattutto la stranezza dell'eccezione tutta siciliana – e dalla Corte tutt'altro che gradita, conclude Garufi - di sottoporre a preventivo parere di legittimità tutte le spese europee, quasi a sottrarre i dirigenti regionali all'obbligo di assumersi le proprie responsabilità.
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