Sapori di mafia, il business è servito
Economia | 22 luglio 2015
È sfrenata la ridda di contraffazioni e imitazioni di prodotti italiani agroalimentari che si scatena nel mondo. In questi giorni Coldiretti ha allestito nel suo padiglione all' Expo una " mostra degli orrori". Vedere per credere.Il gorgonzola piace, e diventa " timboozola " in Australia e " cambozola " in Germania. Nel Wisconsin fabbricano il provolone, in Argentina la " provoleta". Il parmigiano diventa " parmesan " in Usa, " parmesao " in Brasile, " regianito" in Messico e assume altre svariate declinazioni nei paesi dell' Europa orientale. In Canada troviamo salame calabrese e prosciutto San Daniele, in Germania la " Firenza salami", in Messico un " Parma salami", in Danimarca un salame " Toscana", in Usa la "Finocchiono Milano' s Suino d' Oro". Ma il massimo della fantasia non poteva che essere in Brasile, dove si fa una mortadella … siciliana ! Imbattibile la creatività carioca …. Poi ci sono i " wine kit " e i " cheese kit", scatole contenenti porcherie e alambicchi vari che consentono di produrre vini e formaggi senza una goccia di uva o di latte, utilizzando impiastri che solo a vederli viene l' orticaria. E ancora : il " Thai pesto " che corregge all' orientale la nota salsa ligure ; la " Sauce Maffia " del Belgio per intingere le patatine ; gli improbabili tortelloni austriaci con la polenta ; per finire con gli spaghetti alla bolognese, diffusi ovunque, tranne che … in Italia. ANCHE soloquestiesempi, scelti a caso, fanno capire quanto pesi il " Made in Italy " (il nostro miglior ambasciatore all' estero), il cui straordinario appeal consente all' agroalimentare italiano non solo di resistere ma anche di crescere, nonostante la crisi.L' interfaccia di tutto questo, però, sono i rischi evidenti che corre il settore, posto che non rispettando le regole si può guadagnare ancora di più -e molto di più -di quanto un mercato già ricco consenta di suo. Così si offrono spazi imponenti a varie forme di opacità, irregolarità ed illegalità. E poiché la filosofia che ispira le mafie imprenditrici è " piatto ricco mi ci ficco", ecco la presenza delle mafie anche nell' agroalimentare.Alle " agromafie " l'Osservatorio di Coldiretti sulla criminalità nell'agroalimentare ed Eurispes dedicano ogni anno un apposito " Rapporto". Nell' ultimo, il giro d' affari complessivo è stimato in 15,4 miliardi annui di euro. Si rileva inoltre come sempre più spesso la mafia operi in forme " raffinate", attraverso la finanza, gli incroci e gli interessi societari, il condizionamento del mercato, l' imposizione di modelli di consumo, l' orientamento della ricerca scientifica.La mafia è " liquida " anche nell' agroalimentare, per cui la si trova in ogni segmento della filiera (produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, commercializzazione e ristorazione).Non ci sono zone franche rispetto alla presenza mafiosa, che così realizza in pieno lo slogan " dal produttore al consumatore " o " dall' orto alla tavola".E attenzione : gli inganni e le truffe che cosìsiregistranofiniscono per colpire in modo particolare i cittadini meno abbienti e / o poveri, quelli che hanno meno da spendere e devono per forza " accontentarsi".Ma il prezzo di queste cose lo paghiamo tutti quanti noi, cittadini e consumatori, perché (oltre a dover vivere in un ambiente pervaso di corruzione e intimidazione) rischiamo in termini di sicurezza alimentare e salute, mentre la regolarità dei mercati è stravolta. Ancora una volta legalità è sinonimo di qualità della vita.IL RAPPORTO citato registra anche un' ulteriore pericolosa evoluzione, il cosiddetto " money dirtying", fenomeno speculare al riciclaggio. Qui i capitali sporchi affluiscono nell' economia sana ; per contro nel " money dirtying " sono i capitali non di origine criminale, ma solo opachi o anche senza cattivo odore, chesi indirizzano verso circuiti di investimento " border line", caratterizzati dalla presenza di personaggi dell' economia sporca, mafiosi compresi. Le mafie considerano particolarmente interessante e vantaggioso questo tipo di operazioni. Soprattutto per un motivo " relazionale", che consiste nella possibilità di entrare in contatto (sul piano nazionale ed internazionale) con imprenditori rispettabili, uomini d' affari, operatori del settore creditizio, esponenti della politica e del mondo istituzionale.Insomma, la possibilità di frequentare salotti e ambienti " buoni " coi quali si possono combinare lucrosi affari. Una specie di " mondo di sopra", parafrasando l' inchiesta di Mafia capitale. In ogni caso, un insidioso veicolo di infezione.
di Gina Carlo Caselli
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