Rosi, Napolitano e il giovane Tornatore

Cultura | 11 gennaio 2015
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Francesco Rosi si era raccontato, in occasione dei 90 compiuti il 15 novembre del 2012, in un'autobiografia , 'Io lo chiamo cinematografò (Mondadori) nata da una lunga conversazione con Giuseppe Tornatore e poi presentata a Roma in un incontro a cui partecipò anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del resto citato nel libro.

 «Ci siamo conosciuti - io sono un pò più giovane di lui - aveva detto il Capo dello Stato in

quella occasione - mi sono iscritto all'Università nell'ottobre-novembre del 1942. Abbiamo

preso strade diversissime, ogni tanto negli anni ci siamo incontrati, mai persi di vista. Siamo

rimasti fedeli a quella ispirazione di 70 anni fa. Ciao, Franco, tanti auguri».

 Tornatore da parte sua aveva raccontato come nei due anni e mezzo di lavoro per questo

libro Rosi, con cui si era creata una profonda affinità intellettuale e umana, lo chiamasse

scherzando «torturatore».

 A celebrarlo erano intervenuti Roberto Andò, Irene Bignardi, Furio Colombo, Emiliano

Morreale ed Eugenio Scalfari, con fra i grandi ospiti in platea Ennio Morricone, Lina

Wertmuller, Luciano Montaldo, Franca Valeri, Sergio Zavoli, Paolo Villaggio. «Questa

riunione mi conforta perchè mi fa pensare di aver ragione quando dico che è indispensabile

lavorare sulla realtà - aveva spiegato Rosi - cercando di farla capire bene ai cittadini che la

vivono. Perchè la realtà è complessa, può essere molto dura e ambigua. È questo quello

che dovrebbe fare la scuola», aveva detto ancora il regista di film come 'Salvatore Giulianò,

'Le mani sulle citta« e 'Cristo si è fermato a Ebolì.

 Aveva ancora voglia di parlare di progetti, spiegando che »Il cinema oggi dovrebbe

cercare di recuperare il racconto di una certa verità e non solo della realtà e invece,

purtroppo, vince la regola dello spettacolo«. E ancora sulla politica: »è una cosa talmente

complessa e fondamentale che bisogna cercare di capire come viverla. Dire 'tutti ladrì non

significa nulla.

Ho fatto una piccola predica ma, non lasciamo soli i ragazzi«.



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